Il mestiere di leggere. Blog di Pina Bertoli

Letture, riflessioni sull'arte, sulla musica.

Ancora amici

INCIPIT

1
1997

Claudio è solo, la musica come unica compagnia.
Ascolta le ultime note di Bitter Sweet Symphony sfumare negli auricolari crepitanti e ricomincia a ruotare il sintonizzatore della radiolina in cerca di un’altra canzone degna della sua attenzione. Passa oltre l’attacco di Barbie Girl, le pubblicità, i DJ ciarlieri, MMM-Bop, di nuovo Barbie Girl e alla fine si ferma sulla versione distorta e singhiozzante di D’You Know What I Mean? La ricezione fa schifo. Dovrebbe
spostarsi, ma quella ormai è la sua panchina.
Riccardo è in ritardo, come al solito. L’appuntamento è alle 15.30, giorni feriali e festivi, non fa differenza. Eppure niente, impossibile vederlo uscire puntuale dal portone del suo palazzo. Per fortuna vive vicino al parco Kennedy. L’attesa, seduto nell’unico punto d’ombra, è diventata quasi un rituale: una pausa dal mondo lunga quanto la durata di tre canzoni, a volte quattro.
Agli Oasis seguono gli U2 con Last Night on Earth e, quando i Depeche Mode sono a metà della loro Home, ecco arrivare la figura britpop dell’amico: capelli spettinati in avanti, occhiali da sole Police, andatura ciondolante.
Un breve saluto con la testa e poi subito al sodo: «Allora? Lo hai visto?».
Claudio si alza e annuisce.
«Quindi?»
«Quindi cosa?»
«Monica o Rachel?»
«Monica.»
«Cazzo, lo sapevo.» Uno sbuffo serio dal naso. «Tu di ragazze non capisci nulla.»
Si incamminano verso la Flaminia e continuano a sfottersi e battibeccare. Uno ha la maglia di Bergkamp dell’Arsenal, l’altro quella di Litmanen dell’Ajax; uno ha il telo da mare appoggiato sulla spalla, l’altro piegato dentro l’Invicta Jolly Black scolorito; entrambi hanno i costumi Sundek di
ordinanza.
Sono diretti al mare, come ogni santo giorno di quest’estate. Hanno affittato un ombrellone stagionale insieme agli amici e i Bagni Amato sono diventati la loro seconda casa. Sempre presenti, anche con il brutto tempo. In fin dei conti mica vanno lì per l’abbronzatura. No, decisamente no, l’abbronzatura è l’ultima cosa a cui pensano.
La spiaggia è subito al di là della ferrovia. È il vantaggio di vivere a Falconara Marittima. La spiaggia è stretta, un po’ trascurata, con vista sulla raffineria di petrolio, ma è subito al di là della ferrovia. E quando hai diciassette anni non è poco. Anzi, di più, molto di più: quando hai diciassette anni, la spiaggia al di là della ferrovia è il centro dell’universo.
I due raggiungono la Flaminia e scendono nel sottopasso. Lo spazio è angusto lì sotto, sono obbligati a procedere in fila indiana. Claudio si mette avanti e, appena sbuca dall’altra parte, viene bloccato da Martina.
«Dov’eri finito?» chiede la ragazza. «Tua madre mi ha detto che sei uscito da casa più di quaranta minuti fa.» Poi si accorge di Riccardo e strabuzza gli occhi, imbarazzata.
«Ciao, come stai? Devo dire una cosa al tuo amico, ti dispiace? Gli altri sono all’ombrellone.» Quindi afferra Claudio per un braccio e lo trascina dietro i capanni. È piccola di statura, ma la forza non le manca.
«Marti, che ti prende?»
«Non vuoi che parliamo di fronte a lui, fidati.»
«Mi spieghi che succede?»
Lei lo guarda seria. «Un casino.»

Roberto Gerilli

Recensione