Il mestiere di leggere. Blog di Pina Bertoli

Letture, riflessioni sull'arte, sulla musica.

Fuenzalida

INCIPIT

Comincia tutto con una fotografia. Una vecchia polaroid venuta fuori da uno dei sacchi della spazzatura ammucchiati in mezzo all’isolato. Un miscuglio di cartacce, cenere, lattine di birra e mozziconi di sigarette. Un cane randagio ha strappato il sacco di plastica nero con un morso, facendola cadere a terra, sotto la luce giallognola di un lampione. Da lontano brilla un po’. Un sudicio luccichio che richiama l’attenzione, una specie di richiesta d’aiuto proveniente dal cemento umido. Da vicino il luccichio si dissolve e non resta che la carta sbiadita. L’immagine velata di qualcosa accaduto tempo prima, lontano da questa strada deserta, il concentrato di una scena che non si può riesumare. Impossibile sapere com’è arrivata fin qui, quanta gente l’ha osservata, in quali cassetti è stata riposta, quali tasche ha riempito. Tanto meno si può stabilire quando e perché è diventata spazzatura. In quale momento è stata tolta dalla cornice o dall’album che la conteneva per andare a finire dentro un bidone assieme a tutta quell’immondizia. È piccola. Non misurerà più di dieci centimetri per lato. Una vera e propria miniatura, con persone e luoghi minuscoli. Nessuno l’avrebbe notata a occhio nudo, eppure le circostanze, il cane, la legge delle casualità, del caos o qualcos’altro l’hanno scelta in mezzo a vetri rotti e bucce d’arancia collocandola qui, davanti a casa mia.

Nona Fernández

Recensione

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