Il mestiere di leggere. Blog di Pina Bertoli

Letture, riflessioni sull'arte, sulla musica.

Red Fox Road

INCIPIT

Capitolo uno

Mamma non parlava più con papà, ma papà non se ne era accorto. Le sopracciglia di papà, che vedono nello specchietto retrovisore, erano protese verso il naso in un’espressione preoccupata, ma mi sa che neanche di questo si era accorto. La concentrazione di papà era assoluta quando guidava. E questa strada richiedeva più concentrazione che mai. Grosse pietre aguzze butteravano il fango compatto, e rigagnoli d’acqua piovana serpeggiavano su tutta la superficie scolpendo solchi simili a piccole valli. Papà ha frenato e controllato il percorso, le ruote anteriori sono sprofondate giù, il pick-up è oscillato da matti e mamma si è tenuta forte al cruscotto. Poi siamo risaliti da uno di questi solchi e abbiamo evitato per un pelo una roccia grande quanto un microonde.
In tutto questo papà non ha detto nemmeno una parola. Una volta mamma ci ha raccontato che lei, quando guidava, era capace di incantarsi per chilometri e chilometri e tutt’a un tratto tornava vigile, senza avere idea di dove si trovasse e come ci fosse arrivata. Poi aveva chiesto a papà cosa pensava quando era lui al volante.
«A guidare» aveva risposto papà.
La cosa buffa è che non era una battuta. Mamma diceva che papà era il guidatore più prudente che conosceva, e si fidava ciecamente di lui. Stavolta invece non l’ha detto.
Due ore e ottanta chilometri prima (ho letto il contachilometri e sì, ci avevamo messo tutto questo tempo per fare ottanta chilometri), mamma e papà avevano litigato. Era il primo giorno della nostra gita al Gran Canyon. Papà aveva voluto prendere questa scorciatoia perché avevamo sbagliato strada ma per quasi due ore non ce ne eravamo accorti. Ci eravamo fermati in un piccolo centro abitato a fare benzina e poi quando eravamo usciti dalla stazione di servizio avevamo preso chissà come la direzione sbagliata.
Sono stata io ad accorgermi che stavamo andando a ovest invece che a sud, ma intanto ci eravamo comunque allontanati di un sacco di chilometri. Il nuovo GPS di papà indicava questa strada che ci avrebbe fatto risparmiare un po’ più di centosessanta chilometri di tragitto. La scorciatoia sul GPS era una linea sottile che si ricongiungeva con una più grande, una statale a sud di dove ci trovavamo. Arrivati lì, avremmo dovuto svoltare due volte per tornare al percorso iniziale. Mia mamma non si fidava del GPS. Aveva una cartina dell’Oregon distesa sulle gambe. La copertina recitava: AMIAMO I SOGNATORI. Questo slogan mi piaceva, ed è appunto per questo che in quel momento ero stata un pochino più dalla parte della mamma. Mamma era più sognatrice di papà, un fatto di cui mi ero appena resa conto. La strada che voleva prendere papà non c’era sulla cartina. E siccome papà non era il tipo da allontanarsi dal sentiero battuto, ho pensato che doveva essere parecchio sicuro della strada.

Frances Greenslade

Recensione

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