Ho approfittato delle vacanze per riprendere un romanzo che avevo letto davvero tanto tempo fa, quando facevo le medie, insieme ad un altro classico sul tema della discriminazione contro gli afroamericani, Ragazzo negro di Richard Wright. Ho avuto tre figli alle scuole medie e a nessuno dei tre è stato suggerito di leggere nessuno di questi due romanzi. Peccato. Non mi sembra che l’argomento si possa dire superato, tantomeno nella vecchia Europa dove le ondate migratorie stanno risvegliando sentimenti che pensavamo ampiamente superati.
Il buio oltre la siepe, di Harper Lee, Feltrinelli, traduzione di Amalia D’Agostino Schanzer
Il romanzo fu pubblicato negli Stati Uniti nel 1960 col titolo originale di To kill a mockingbird; nel 1961 vinse il Premio Pulitzer per la narrativa. In Italia fu pubblicato nel 1962 da Feltrinelli.
Il titolo originale, Uccidere un merlo ( anche se il mockingbird è un uccello presente solo negli USA, e quindi il suo nome risulta difficilmente traducibile in italiano; la traduttrice ha scelto per affinità il merlo) si riferisce ad una azione crudele e immotivata e viene citata in alcuni punti del romanzo: alla fine della vicenda narrata, sarà proprio la protagonista, la piccola Scout, a ricordarsi di questa espressione che il padre le aveva spiegato e la userà per dare un senso alla decisione finale dello sceriffo.
Il titolo italiano è una metafora: allude alla paura dell’ignoto, della diversità, di ciò che il pregiudizio e l’ignoranza creano. Nel contesto della storia, i ragazzi protagonisti guardano con timore oltre la siepe che delimita il giardino del vicino di casa: un personaggio avvolto nel mistero, che incute paura e che però attira la curiosità dei ragazzi.
Il buio oltre la siepe è un romanzo di formazione: ambientato nello stato dell’Alabama a metà degli anni ’30, negli anni della grande depressione e della segregazione razziale – particolarmente violenta negli stati del sud – narra tre anni cruciali della vita di due fratelli e del loro padre. Scout (Jean Louise) è una bambina di sei anni; vive col fratello Jem (Jeremy) di dieci anni, con il padre, l’avvocato Atticus e la domestica di colore Calpurnia; i ragazzi hanno perso la madre da piccoli e sono cresciuti con amore dalla domestica e dal padre che cerca di trasmettere loro i valori umani e sociali di giustizia ed equità, oltre che di tolleranza e accettazione della diversità. Ai due ragazzini si aggiunge l’amico Dill che trascorre le vacanze estive nella loro cittadina, ospite di una zia.
Scout, nella parte iniziale del romanzo, racconta la sua vita di bambina un po’ irrequieta, che preferisce la compagnia dei maschi con cui arrampicarsi sugli alberi, e fare a botte; episodi divertenti e scanzonati, qualche marachella e molti insegnamenti da parte del padre che, soprattutto col suo esempio, si sforza di crescerli fuori da ogni pregiudizio sociale e di classe. Nel loro quartiere, tra i vari abitanti ci sono due figure importanti: la signorina Maudie, presso cui Scout spesso si rifugia e dalla quale si fa consolare, e il misterioso vicino Boo Radley. I ragazzi, nei loro giochi di ruolo, si immaginano di attirarlo fuori dalla casa dove vive da trent’anni segregato: vorrebbero parlare con lui, conoscerlo e magari diventare amici, ma nello stesso tempo hanno molta paura di lui per via delle dicerie assurde che lo circondano e che contribuiscono ad isolarlo ancora di più.
La loro vita subisce un brusco cambiamento quando nella cittadina accade un episodio violenza. L’afroamericano Tom Robinson è accusato di avere violentato una ragazza bianca e la sua difesa d’ufficio viene affidata, da parte del giudice Taylor, ad Atticus. L’avvocato però non assume l’incarico per dovere: in realtà vuole difendere il giovane bracciante dall’accusa infamante ed infondata; è ben convinto della sua innocenza e del fatto che l’essere nero lo mette nella posizione di essere già considerato colpevole.
Il suo incarico è oggetto di pesanti discussioni e recriminazioni da parte della comunità che lo accusa di essere dalla parte dei neri: un comportamento inaccettabile per una società dove, sebbene liberati dalla schiavitù, gli afroamericani vivono emarginati, destinati ai lavori più duri, sottopagati e con poche prospettive di miglioramento delle proprie condizioni di vita. Come conseguenza, anche i figli di Atticus, Scout e Jem, sono fatti oggetto di maltrattamenti verbali da parte dei compagni e degli adulti. Tuttavia, non si fanno intimorire ed anzi, guidati dal padre, sono pronti a sostenerlo e a credere nel suo operato.
La vicenda viene affrontata in un processo che richiama nell’aula tutta la popolazione della cittadina e del circondario: Scout e Jem seguono il dibattito dalla balconata riservata ai neri e anche questo fatto costituisce uno scandalo. Il processo si chiude con un esito scontato: nonostante sia evidente l’innocenza di Tom Robinson, questi viene condannato e incarcerato. Atticus, però, durante il dibattito, dimostra la menzogna con cui è costruita l’accusa, scatenando i sentimenti di odio del padre della ragazza presunta vittima della violenza. Un odio talmente forte da indurre l’uomo a cercare di uccidere i due figli dell’avvocato. Non rivelo il finale perché credo che questo romanzo vada letto fino in fondo.
Le tematiche attorno a cui ruota il romanzo sono l’ingiustizia e l’odio per la diversità, le discriminazioni sofferte dalla comunità afroamericana e il ruolo della donna nella società. L’ingiustizia è tanto più odiosa quanto viene operata su una persona evidentemente innocente e condannata solo per il colore della sua pelle: Tom Robinson infatti viene definito come un bravo uomo, lavoratore, buon padre di famiglia, anche dal suo datore di lavoro, l’unico che in aula cerca di difenderlo. Scout, nella sua innocenza infantile e grazie all’educazione ricevuta dal padre, sente tutto il peso di questo tremendo torto e non riesce ad accettarlo; così come Jem che, più grande e maturo, consapevole delle iniquità del trattamento riservato agli afroamericani, vuole ribellarsi e sogna, nel suo futuro, di potere fare qualcosa affinché episodi simili siano scongiurati.
Harper Lee utilizza i due personaggi e la loro accresciuta consapevolezza, sostenuta dall’essere stati cresciuti estranei ai pregiudizi, per affrontare un tema molto scottante negli anni in cui il romanzo venne scritto e pubblicato: gli anni delle lotte per il riconoscimento dei diritti, gli anni dell’episodio di Rosa Parks e della lotta civile contro il pregiudizio etnico di Martin Luther King, che come sappiamo, fu ucciso proprio per questo nel 1968.
Molto forte anche la tematica del genere: Scout viene definita e considerata un “maschiaccio” per i giochi che ama fare, perché fa a botte coi maschi e si veste come un maschio. La zia Alexandra e le vicine la rimproverano per i suoi comportamenti, per gli abiti e il disordine con cui si abbiglia; continuano ad inculcarle che è una femmina e che deve imparare a diventare “una vera signora”. Deve imparare le buone maniere, deve sapere prendere parte ad una conversazione tra signore e comportarsi con educazione. Diverso l’atteggiamento del padre, che invece asseconda le sue inclinazioni, preferendo concentrare la sua attenzione sull’educare allo stesso modo e secondo gli stessi principi di onestà intellettuale, sia lei che Jem.
Alla fine di questi tre anni i due ragazzi saranno cresciuti e, abbandonata la loro innocenza, avranno capito che nel mondo il bene e il male, la giustizia e l’ingiustizia coesistono e che l’ignoranza e il pregiudizio possono creare dei danni irreparabili. Sapranno farsi forza guardando all’esempio del padre e facendo propri i principi di tolleranza ed equità che egli, ogni giorno, cerca di trasmettere loro.
Le immagini che vedete sono tratte dall’omonimo film del 1962, interpretato da Gregory Peck nel ruolo di Atticus.
Potete leggere l’incipit qui.
Un bel libro che anch’io lessi anni fa. Riuscito anche il film. Bel post.
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visto…il…film…un…must…mitico
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Bel post per un super romanzo/ film Pina!
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Io , al contrario, ho visto prima il film! Sensazionale! Ben fatto! Penso che leggerò il libro! Sono incuriosita ed è un dovere verso noi stessi e il prossimo!
Ti consiglio di dare un occhiata alla recensione che ho fatto sul film!
https://wordpress.com/post/ilcassettosegretodeilibri.wordpress.com/479
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Recensione molto ricca. Ho letto il bellissimo libro e visto il bel film, quest’ultimo con mio figlio quando aveva 8 anni.
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