Manguso andanza citazione 2Il problema essenziale dell’andanza è che bisognerebbe contemplare la continuità del tempo proprio mentre quel tempo, soggetto stesso della contemplazione, scompare.

(..)

Essere dimenticati così, entrare in quel grande vuoto continuo, sembra più simile alla morte della morte stessa.

 

Andanza, fine di un diario, di Sarah Manguso, NN Editore, 2017, traduzione di Gioia Guerzoni, illustrazione di Marco Petrella

Ha la forma di un quadernetto rigido- di quelli che si tengono in tasca per annotare impressioni, fatti o citazioni – il volumetto appena pubblicato da NNE di Sarah Manguso: prenderlo in mano è come stringere una maniglia e aprire cautamente uno spiraglio per ritrovarsi immersi nelle sue riflessioni più intime; un varco che permette di sondare quell’urgenza che per venticinque anni l’ha costretta incessantemente a sforzarsi di affidare alla scrittura la sua vita.

Una lunga e articolata riflessione, espressa con fulminanti locuzioni, sul senso della vita, sullo scorrere del tempo e sulla possibilità di non disperdere ciò che si è stati, i sentimenti e gli smarrimenti che si sono provati, le voci sentite, i volti che hanno popolato l’esistenza. Sarah Manguso ha tentato di fermare il fluire – quell’acqua di fiume impetuoso che lava e trasporta via tutto – fissando i singoli istanti attraverso la scrittura: ha tenuto per venticinque anni un diario minuzioso – alcune parti le ha buttate o perse, ma ciò poco conta – nel quale ha cercato di registrare tutto, dai dettagli delle azioni quotidiane, ai fatti più significativi. Ma scrivere tutto è impossibile, si devono fare delle scelte:

Avevo ancora bisogno di annotare il momento presente prima di poter entrare in quello successivo, ma volevo anche capire come abitare il tempo senza inciampare in un difetto del carattere.

Andanza ripercorre la sua vita non per avvenimenti ma per riflessioni, formulando pensieri affilati come lame che in poche righe concentrano decine di parole che si potrebbero usare; uno sguardo all’indietro in cui elenca le domande che si è fatta e le risposte che ha provato a dare ai quesiti che la vita pone: cosa rimarrà di noi quando non ci saremo più, cosa diventano i ricordi?

Ho capito che ero diventata adulta quando, passando del tempo con i miei genitori, ho sentito non solo il peso dei miei ricordi ma anche dei loro, i ricordi di loro bambini.

 

Manguso andanza citazione 1

Un percorso di crescita personale, di esperienze, un condensato di vita insomma, che ti mette di fronte a fenomeni incontrollabili – come l’avanzare del tempo- e a scelte che puoi fare e che, facendole, cambieranno il corso della tua vita: cosa e come vogliamo ricordare tutto ciò? Attraverso la scrittura? E senza di essa, cosa rimarrà? Cosa sopravviverà di noi?

 

 

E poi penso che non ho bisogno di scrivere nient’altro, mai più. Non è svanito nulla, non del tutto. Tutto quello che è successo ha lasciato una piccola ferita. (..)

Poi ho capito che i momenti dimenticati sono il prezzo della partecipazione continua alla vita, una forza indifferente al tempo.

Ecco allora la fine del diario.

Ritroviamo in Andanza lo prosa affilata, elegante, essenziale e potente che abbiamo letto ne Il salto, l’elegia dolorosa dedicata all’amico Harris, morto suicida. Un incedere per sottrazione, per arrivare al nocciolo e fissare come solo i poeti sanno fare, il pensiero che si fa parola.

Qui trovate il link all’editore:

http://www.nneditore.it/libri/andanza/

e qui potete leggere l’incipit.

Manguso andanza macchia