Federico García Lorca nacque a Fuente Vaqueros, in Andalusia, nella provincia di Granada; la famiglia si trasferì presto a Granada e poi Lorca si spostò a Madrid, dove si stabilì nella Residencia de Estudiantes. Durante la sua vita e la sua attività letteraria gli capitò di viaggiare molto in Spagna: le conferenze, i viaggi itineranti della compagnia teatrale “La Barraca” da lui fondata, le letture pubbliche delle sue opere. In seguito, si recò anche all’estero: New York, Cuba, Argentina, Uruguay. Per tornare poi nella sua amata Andalusia, a Granada, dove si compì il suo tragico destino.
L’Andalusia è presente come sostanza unica e fondante della sua opera, attraverso gli anni, dalle composizioni giovanili fino a quelle della maturità. Ma la sua terra natia è presente sì come territorio e tradizioni specifiche, ma in un processo di allargamento, di comprensione del mondo, che lo faranno approdare ad un concetto di Andalusia “mondiale”. Lorca puntava ad una forma di evocazione globale, al centro della quale stava l’uomo, un uomo senza confini precisi, un uomo “trasversale” alle culture, al di sopra delle differenze geografiche, in quanto elemento universale. Questo concetto è ben spiegato dalle sue parole, che ho già citato in un precedente post.
I riferimenti geografici, nel senso di evocazione di un territorio coniugato agli umori e alle emozioni, sono tantissimi nella sua opera; l’Andalusia è una presenza vibrante e materica, quasi personificata nei suoi elementi naturali. La analizzerò in tre post.
Oggi parliamo dei fiumi, che si fanno metafora di stati interiori dell’uomo e di destini.
Nel “Poema del cante jondo” la presenza dei fiumi, dell’acqua, è costante. Il cante jondo (canto profondo) è uno stile vocale del flamenco, un’espressione artistica che mescola il ballo alle parole, alla musica, una tradizione tramandata da tempi remoti, molto viva e sentita specialmente in Andalusia. E in questa raccolta, sono proprio le due anime di Federico – quella del poeta e quella del musicologo maturata dallo scambio con Manuel De Falla – a mescolarsi e a produrre delle composizioni di grande potenza evocativa. Sono poesie composte in versi brevi, dall’andamento musicale, ritmico. Vi propongo questa:
Ballatella dei tre fiumi
Il fiume Guadalquivir
scorre tra aranci e olivi.
I due fiumi di Granada
scendono dalla neve al grano.
Ah, amore
che se ne andò senza tornare!
Il fiume Guadalquivir
ha la barba granata.
I due fiumi di Granada,
uno pianto e l’altro sangue.
Ah, amore,
che se ne andò nell’aria!
Per le barche a vela,
Siviglia ha una strada.
Sull’acqua di Granada
solo remano i sospiri.
Ah, amore,
che se ne andò senza tornare!
Guadalquivir, alta torre
e vento negli aranceti.
Dauro e Genil, torrette
morte sopra gli stagni.
Ah, amore,
che se ne andò nell’aria!
Chi dirà che l’acqua porta
un fuoco fatuo di gridi?
Ah, amore,
che se ne andò senza tornare!
Porta fiori d’arancio, porta olive,
Andalusia, ai tuoi mari.
Ah, amore,
che se ne andò nell’aria!
Dalle “Canciones”
“La mia ragazza se ne andò al mare”
La mia ragazza se ne andò al mare,
a contare onde e ciottoli
ma incontrò d’improvviso
il fiume di Siviglia.
Tra oleandri e campane
cinque barche dondolavano
con i remi nell’acqua
e le vele alla brezza.
Chi guarda dentro la torre
addobbata di Siviglia?
Cinque voci rispondevano
rotonde come anelli.
Il cielo scavalca gagliardo
di riva in riva il fiume.
E nell’aria arrossata,
cinque anelli dondolavano.
“Serenata”
(Omaggio a Lope De Vega)
Lungo le rive del fiume
la notte si sta bagnando
e sui seni di Lolita
muoiono d’amore i rami.
Muoiono d’amore i rami.
La notte canta nuda
sopra i ponti di marzo.
Lolita lava il suo corpo
con acqua salmastra e nardi.
Muoiono d’amore i rami.
La notte d’anice e argento
risplende sopra i tetti.
Argento di rivi e specchi.
Le tue cosce bianche d’anice.
Muoiono d’amore i rami.
Grande pagina! Grazie
"Mi piace"Piace a 1 persona
grazie a te!
"Mi piace""Mi piace"
Molto interessante cara Pina. Non sapevo dell’amicizia col musicologo De Falla. Scoprire e conoscere è sempre cosa bella. Grazie di cuore. Un caro abbraccio. Isabella
"Mi piace"Piace a 1 persona
Lorca era un grande conoscitore di musica. Aveva iniziato a studiarla fin da ragazzo, con il maestro Antonio Segura (che tra l’altro era stato allievo di Verdi). Ha continuato a studiarla per tutta la vita, andando anche a ricercare le origini delle musiche andaluse. L’amicizia con De Falla risale agli anni 20. E’ proprio con lui che approfondisce le radici del cante jondo. Il loro sodalizio artistico durò fino alla morte di Lorca e produsse molti esiti. Lorca scriveva di suo pugno le musiche delle sue rappresentazioni
"Mi piace"Piace a 1 persona
Mi piace conoscere cose nuove per questo ti ringrazio. Un abbraccio
"Mi piace"Piace a 1 persona
Bellissima idea :). Quando collaboravo con Cityteller mi sono ritrovata alle prese con un progetto simile. Adoro i viaggi letterari. Vado subito alla seconda parte ;).
"Mi piace"Piace a 1 persona
grazie!
"Mi piace"Piace a 1 persona
le immagini sfolgoranti di lORCA:
Lolita lava il suo corpo
con acqua salmastra e nardi.
Muoiono d’amore i rami.
in tre versi Garcìa racchiude e soffoca il Nabokov, padre ufficiale di Lolita…in salto temporale. ciaooo pina
"Mi piace"Piace a 1 persona
Questa serie di articoli è veramente interessante; prima o poi arriverò alla terza parte, non disperare… 😉
"Mi piace"Piace a 1 persona
ah ah ah !!! ;)))
"Mi piace"Piace a 1 persona