Ti ricorderai sempre di questa visita guidata di Henri e del tuo imbarazzo. Perché la generazione dei tuoi genitori e dei tuoi nonni ha parlato così poco della guerra? Probabilmente perché non hanno mai aderito alla Résistance e hanno aspettato, rassegnati e terrorizzati, che quei brutti tempi passassero. E tu perché non hai mai fatto domande? Questo passato recente, finito appena vent’anni prima, era per te distante quasi quanto la decapitazione di Luigi XVI. Ora Johann lo ami ancora di più. Immagini i tormenti che lo turbano, in Francia, ogni volta che passa davanti a una lapide commemorativa.

Veloce la vita, di Sylvie Schenk, Keller editore 2018, traduzione di Franco Filice

E veloce come la vita, che ci sfugge tra le mani senza poterla fermare, scorre questo breve ma intenso romanzo. Uno scritto in seconda persona singolare, dove il narratore (ma è l’autrice?) si rivolge alla protagonista in un gioco di riflessi che si inseguono, si guarda e la guarda muoversi nel dipanarsi accidentato di una vita che deve fare i conti con questioni pesanti, quelle che assillano almeno tre generazioni di sopravvissuti o nati dopo un conflitto bellico che ha devastato l’Europa, lasciando cicatrici difficili a guarire.

Alte Alpi Les_Orres

La protagonista è Louise, una ragazza nata e cresciuta nelle Alpi francesi, in uno scenario montano che lascerà un’impronta indelebile nel suo cuore. Come i dissidi familiari, che si manifestano nello scontro tra le famiglie dei genitori, attorno ad una rivelazione che divide, e a stili di vita molto diversi. E per Louise cominciano le domande, i perché, che spesso restano senza risposta lasciandole una sensazione di estraniamento che aumenta quando si separa dalle sue montagne per recarsi a Lione, dove frequenta l’università.

Quella in cui giunge è la Lione degli anni Cinquanta, che a fatica si sta rimettendo in piedi dopo la guerra, che deve trovare la pacificazione necessaria a voltare pagina e avviare la ripresa.

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A Lione, Louise fa amicizia con una compagna, Francine, anticonformista e leale, e con lei approda ad un locale frequentato dagli studenti, “Les deux Pianos”. È qui che conosce Henri, il pianista jazz; un ragazzo francese affascinante e tormentato, alla ricerca della verità sui crimini nazisti e collaborazionisti, a causa dei quali ha tragicamente perso entrambi i genitori. Tra loro c’è attrazione ma i tormenti di Henri lo tengono attaccato al passato, mentre Louise cerca di guardare al futuro, convinta che la loro generazione non abbia colpe da scontare per quanto è accaduto durante la guerra, e che ora vinti e vincitori debbano provare a costruire insieme un’Europa diversa. Con loro c’è anche Johann, uno studente tedesco che si trova a Lione grazie al programma di scambi tra gli atenei, che fa parte degli accordi siglati dai presidenti delle rispettive nazioni, volti a favorire la riconciliazione. Ed è proprio quello lo spirito che anima i cuori di Louise e Johann, facendoli battere all’unisono e dando vita ad un sentimento d’amore che li porterà ad unire le loro vite. Louise deciderà di lasciare la Francia per andare a vivere in Germania; decisione osteggiata dalla sua famiglia ma soprattutto da Henri, che la legge come un tradimento.

Ma davvero vorresti vivere in Germania? Cosa ne sai della famiglia di Johann? (..) E sai cosa ha fatto suo padre durante la guerra? No, di preciso non lo so, so soltanto che era un soldato della Wehrmacht, come la maggior parte della sua generazione.E questo non ti preoccupa? No, non mi preoccupa, Johann è nato nel 1940 e non può essere ritenuto responsabile dei crimini commessi dai nazisti.

Oltre a loro, c’è Soon, uno studente filippino, delicato e visionario, anche lui affascinato da Henri, dal suo carattere schivo e scontroso, e dal suo impegno politico.

L’autrice ci racconta la storia di una donna che cresce nelle sue consapevolezze, che affronta la vita e le scelte che impone, sullo sfondo di un contesto post-bellico e di tutte le complessità ad esso connesse, e poi negli anni del boom economico, fino ad arrivare ai giorni nostri. È un romanzo che mette sul piatto domande scomode, dubbi: sull’amore, sul matrimonio e sulla possibilità di continuare ad essere se stessi, anche quando la vita ci cambia, o le persone non sono esattamente ciò che sembrano. Dubbi sulle scelte, sulla concreta possibilità di voltare pagina, di ignorare che certe cose siano accadute; sospetti che quando vengono confermati, scavano una voragine, che può inghiottire tutto, se non si riesce ad aggirarla.

Una scrittura serrata, asciutta, che dall’utilizzo della seconda persona singolare trae la forza di coinvolgere il lettore, che quasi riesce ad immedesimarsi nei pensieri e nelle azioni della protagonista, che vede con i suoi occhi e sente sulla sua pelle i disagi, le gioie e le rivelazioni. Un libro che parla di libri, quell’universo letterario attraverso cui Louise costruisce la sua identità intellettuale, passando dalle letture giovanili imposte, a quelle universitarie, per approdare alle libere scelte della maturità.

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Sylvie Schenk è nata nel 1944 a Chambéry, in Francia. Ha studiato a Lione e si è trasferita in Germania nel 1966. Ha pubblicato poesie in francese e, dal 1992, ha iniziato a scrivere in tedesco. Vive vicino a Aachen (Aquisgrana) e a La Roche-de-Rame, nelle Alte Alpi francesi.
Quando “Veloce la vita” è stato pubblicato in Germania nel 2016, i librai lo hanno scelto come uno dei cinque libri più belli dell’anno.

Potete leggere l’incipit qui.