Franco Matticchio (Varese 1957) ha esordito come illustratore sulle pagine del “Corriere della Sera”, per poi diventare nel 1986 anche autore di fumetti, collaborando con numerose testate – tra cui “Linus” e il “New Yorker” – e ottenendo numerosi riconoscimenti.
Dopo prestigiose collaborazioni «l’incontro con Linus ha segnato una svolta. In quel periodo era una testata molto importante ed è stato il mio tempo “a fumetti”, una decina d’anni a partire dall’84, ’85, con le avventure di Mr.Jones: il gatto con la benda, che viveva storie strampalate, “senza senso”. Gli succedevano tante cose diverse e lui non capiva mai bene come comportarsi…».
“Linus” è uno storico mensile italiano dedicato esclusivamente ai fumetti, nato nel 1962. Ha pubblicato, oltre alle strisce di Peanuts del grande Charles Schultz – che è all’origine del nome – anche gli eroi di carta di Hugo Pratt, Guido Crepax, Dino Battaglia, Enzo Lunari, Altan, Jacovitti, Andrea Pazienza e tante altre splendide immagini, serie e racconti.
L’amore per il fumetto viene da lontano: infatti, come lui stesso ha sempre dichiarato, da piccolo era un fanatico di “Topolino” e passava ore a ridisegnare le strisce.
Nel 1994 ha realizzato la sequenza animata per i titoli di testa de “Il Mostro” di Roberto Benigni. Suoi sono i disegni e lo “story board”.
Matticchio ha realizzato anche le copertine di diverse opere, come quelle di Carlo Emilio Gadda.
«Ho letto tutti i suoi libri, a partire da “La cognizione del dolore”, e mi è venuta l’idea di fare ogni copertina con uno sfondo colorato diverso, con cartoncini che ho riempito con i particolari che trovavo nel libro, segnandomi ogni cosa che mi sembrava divertente.»
Copertina realizzata da Franco Matticchio.
Matticchio disegna copertine per la casa editrice Garzanti: sono sue tutte le copertine per i romanzi di Scerbanenco, e collabora a “L’Indice”, “Internazionale”, “Vivimilano” e “Ventiquattro”. Ha realizzato per Feltrinelli Universale Economica le copertine dei volumi di Paul Watzlawick.

Tra gli artisti amati da Matticchio ci sono Magritte, Hopper e gli astrattisti, l’artista francese Roland Topor.
Nel 2011 un suo dipinto è stato esposto alla Biennale di Venezia e a Milano, a Palazzo Reale, era visibile il suo “Nascondino” che, dice l’artista, «forse è la mia opera che mi piace di più, che più mi rappresenta. E’ personale… mi sa che questa donna scappa proprio da me!».
Vi segnalo la mostra “Donne – Women“: https://www.frizzifrizzi.it/2019/07/12/save-the-date-franco-matticchio-donne/