Alla fine Knute si svegliò e decise di tornare a casa. Dapprima si rizzò a sedere sulle zolle d’erba azzurrognola e osservò i segni che gli steli avevano impresso sulle sue gambe nude e poi si chiese, È meglio cercare di capirla, la vita, o è meglio di no? Quale delle due cose ti rende più felice? Le venne in mente un libro di Dory nel quale si diceva che il mistero della vita è anche la sua chiarezza, e pensò, Sì, è vero, la cosa ha un senso. Non è detto che per un litigio o uno scatto d’ira si debba per forza piantar tutto. E non è detto che per amore o amicizia ci si debba per forza trattenere dal farlo. Aveva S.F. ma stava perdendo Max. Sapeva che alla fine sarebbe andata così. Lo sapeva e basta. pag. 293
Un tipo a posto, di Miriam Toews, Marcos y Marcos editore 2013, traduzione di Daniele Benati e Paola Lasagni, copertina di Lorenzo Lanzi

Prosegue il mio avvincente viaggio nella narrativa di Miriam Toews, questa volta con il divertente romanzo “Un tipo a posto”. Come in tutte le sue opere, Toews ci regala alcuni indimenticabili ritratti di protagonisti originali, una via di mezzo tra strampalati e seducenti sognatori, e fantasiosi cercatori di felicità. I suoi personaggi non sono mai banali e sono tutti distinguibili nella loro unicità. Così accade anche in questa opera leggera e divertente; una leggerezza calviniana, che nasconde dietro alla sua voluta levità molti pensieri profondi, sul senso della vita, sul raggiungimento della felicità e sui sentimenti che tengono unite le persone.
L’autrice ci conduce attraverso questi pensieri facendoci camminare accanto a Knute, la giovane mamma che da Winnipeg torna alla sua cittadina natale Algren per assistere il padre malato e la madre che ha bisogno di un sostegno, a Hosea, il sindaco con una storia particolare alle spalle, Max, il ragazzo padre della figlia di Knute che si era volatilizzato e che ora fa ritorno ad Algren. Intorno a loro un nutrito stuolo di coprotagonisti: Tom e Dory, genitori di Knute, Lorna, la fidanzata di Hosea, Summer Feelin’, la figlia di Knute e Max, Combine Jo, la madre di Max, Euphemia, la madre di Hosea, e il cane randagio Bill Quinn. E poi tanti altri…. tra i millecinquecento che popolano la cittadina di Algren, la più piccola città del Canada, conferendo al romanzo una dimensione corale, dove a risaltare è proprio la componente “comunità”. Il sindaco Hosea cerca di tenere sotto controllo questo numero fatidico perché per potere essere considerata la più piccola, Algren deve mantenersi esattamente su quella cifra, e il premio nel raggiungere il numero esatto è la visita del Primo Ministro nel giorno della festa nazionale. Hosea ha un bel daffare a mantenere in equilibrio il bilancio, perché la vita ad Algren è come un’onda che sale e scende, tra nuove nascite, morti, arrivi e partenze, e il povero sindaco suda freddo ogni volta che il conteggio balza in avanti o indietro. E lui ci tiene molto a quella visita, per lustro ma anche per motivi personali. Motivi che riesce a confidare solo alla sua compagna e all’amico d’infanzia Tom che, ciascuno a suo modo, cercano di aiutarlo nell’impresa.

Lo sguardo di Toews si focalizza su una finestra temporale ristretta, della quale ci mostra ogni avvenimento, ci fa intuire gli stati d’animo dei protagonisti, le loro speranze e i loro dubbi. Arrampicandosi sulla torre dell’acquedotto lo sguardo si allontana ed ecco apparire la cittadina che si estende pacifica, ne immaginiamo la topografia, ne avvertiamo i rumori, scorgiamo i volti e percepiamo il vento che spettina i campi coltivati.
La sua bravura sta proprio nello scendere nel quotidiano, in quel susseguirsi di piccoli episodi che, collegati tra loro, restituiscono un’atmosfera precisa, attirandoci e facendoci sorridere, grazie alla leggerezza che aleggia tra i capitoli; con la sua scrittura precisa e ironica ogni scena diventa unica e necessaria.
Vi consiglio questo romanzo specialmente in due occasioni particolari: le vacanze, per portarsi dietro una lettura divertente e rilassante; i momenti in cui siete un po’ mogi, perché vi risolleverà il morale. E poi, in fondo, un po’ maniaci del controllo come Hosea lo siamo tutti noi!
Sì la tua bella recensione è la conferma che aspettavo: devo metterlo in wishlist ;). Prima o poi riuscirò a leggerlo. Buone letture estive 🙂
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Buone letture anche a te!
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Grazie per tutti i like che mi lasci. Buona domenica 🙂
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Mi piace seguire tu e tutti quelli che collaborano con te: gli argomenti sono sempre vari e stimolanti, c’è molto talento diffuso!! Poesie, racconti, foto…. insomma, non ci annoia!! Buona domenica
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Grazie mille 🙂
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Che ti devo dire? Io non ho un gran feeling con questa autrice. Non dico che non sia brava. Ma non è per me. Ho letto I miei piccoli dispiaceri, qualche anno fa, e Donne che parlano, in questi giorni. La trovo un po’ manierosa, un po’ stucchevole… forse sono io che sono storta! 😀
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Beh, non è detto che a tutti piacciano le stesse cose; anch’io mi trovo a volte delusa di fronte ad autori/autrici osannati. Per fortuna, la scelta non manca! Buone letture e buone presentazioni del tuo libro!!!
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Grazie!
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