Tutti sappiamo quanto conta la copertina di un libro: quante volte ci siamo fatti conquistare dalla copertina per decidere l’acquisto? A volte confermando nel gradimento anche il libro, altre dandoci dei superficiali… Il fascino dell’immagine che fa da presentazione visiva del testo è innegabile, e lo sanno bene le case editrici che, in un’ottica di marketing, utilizzano questa carta come elemento per attirare l’attenzione.
Se negli anni Settanta nessuno osava mettere in discussione il fascino austero delle copertine bianche di Einaudi, oggi la maggior parte delle c.e. affida a disegnatori illustratori fotografi grafici la resa visiva del testo che va in stampa. La stessa Einaudi, soprattutto nella collana Stile libero, ha optato per le immagini evocative che fanno presa sul potenziale acquirente. E ogni c.e. conferisce un suo marchio di fabbrica alle copertine delle sue pubblicazioni, in modo da renderle immediatamente riconoscibili, alcune anche rafforzate dal formato, come nel caso di Sellerio, Iperborea, di NNE, o di Safarà, ad esempio.
Proprio Iperborea è una delle c.e. che più si affida ad illustratori professionisti, come Davide Bonazzi, Ryo Takemasa, Emiliano Ponzi (anche per Feltrinelli)….. E poi Feltrinelli che ha affidato ad illustratori del calibro appunto di Ponzi e Olimpia Zagnoli le sue copertine più recenti.



Gli illustratori italiani spiccano nel panorama editoriale con copertine affascinanti, come quelle disegnate da Lorenzo Mattotti, una per tutte la vedete qui sotto, ma Mattotti ha firmato anche diverse copertine del “New Yorker“.

Marcos y Marcos ha affidato alcune copertine ad un illustratore italiano, Lorenzo Lanzi; altre all’illustratrice Laura Fanelli e le vedete sotto.



Molto belle anche quelle di Garzanti si è spesso avvalsa delle immagini create da Franco Matticchio – sue molte illustrazioni anche de “L’indice dei libri del mese” – come per i libri di Scerbanenco.

E/O edizioni è una casa editrice molto sensibile all’impatto visivo suscitato dalle copertine, come dimostrano tutte le sue pubblicazioni, come la serie de L’amica geniale; giusto per fare qualche esempio, che ne pensate di queste?



Personalmente apprezzo molto anche le scelte di NN Editore, sia per l’utilizzo della N – più o meno sfumata, un marchio – che firma le sue copertine, sia per le scelte cromatiche e stilistiche, che spiccano maggiormente nei libri pubblicati in serie, come per Jesmyn Ward, Kent Haruf, Tom Drury ecc. Tra questi ci sono alcune delle mie copertine preferite degli ultimi anni, quelle di Daniel Woodrell, realizzate su opere del fotografo Brian K. Edwards:



Anche Minimum fax ha fatto delle scelte davvero affascinanti per le sue copertine, come ben dimostrano quelle dedicate a Richard Yates, che hanno esaltato i suoi capolavori – va da sé che non ne avrebbero avuto bisogno, ma le copertine impreziosiscono le opere. Eccone due, ispirate da opere dell’artista e fotografa Mabel Amber:


Molto d’impatto sono le copertine che Sur edizioni – nelle sue varie collane – sceglie per presentare i romanzi del suo nutrito catalogo, come quelle per Bernardine Evaristo, Colson Whitehead, Rebecca Kauffman, Julio Cortazar, Samanta Schweblin e Ali Smith, solo per citarne alcuni.


Una delle c.e. da cui spesso traggo letture ottime è Keller editore, che ha tre collane, tutte legate al concetto di confine. Personalmente amo molto il design delle sue copertine, sia che si tratti di romanzi che di saggi. Alcune mi piacciono per lo stile floreale, altre perché divertenti. Ecco qualche esempio:



Tra le case editrici facilmente riconoscibili per le sue copertine dall’identità precisa c’è anche Bottega Errante edizioni, altra c.e. di confine, che utilizza spesso immagini nitide, di design, evocative, come queste:



Un’altra c.e. giovane, che dedica un’attenzione particolare alle copertine dando loro un’identità stilistica facilmente riconoscibile e immediatamente riconducibile alla c.e. è 21lettere, che affida le sue copertine all’estro di Jacopo Starace, artista e autore di graphic novel.



Se sfogliamo il catalogo di Sellerio – anche qui tante collane, ciascuna con una sua precisa scelta di copertine – credo che potremmo innamorarci di decine di copertine… ne cito giusto alcune…



La c.e. Bompiani ha in catalogo molte belle copertine; ne cito una che mi piace tantissimo, che utilizza un’opera dell’artista iraniana Hadieh Shafie, per un romanzo di un’autrice anche lei iraniana.

La mia copertina preferita di Neri Pozza – tra le tante belle che impreziosiscono il catalogo – è quella di un romanzo che ho amato tantissimo, e che propone un’opera dell’artista Ben Giles, eccola:

Anche nel catalogo di Fazi editore potete trovare decine di copertine stupende; infatti, la c.e. pone un’attenzione particolare a questo aspetto, facendo scelte di qualità che rimangono indelebili nell’immaginario del lettore. Ogni collana ha una sua identità di copertina, come potete vedere nella serie dei Cazalet, o nei thriller. Difficile sceglierne alcune…. ci provo con queste quattro… ma ne avrei in mente molte altre:




Sul mercato non da molto tempo, La Nave di Teseo si avvale della decennale esperienza della sua fondatrice e sa quanto sia importante una copertina di richiamo. Giusto per citare qualche esempio vi mostro queste:



Molto ben riconoscibili sono le copertine di Voland Edizioni, con una grafica precisa che lega le pubblicazioni. Tra di esse anche quella del bellissimo libro che sto leggendo in questi giorni:



Potrei andare avanti ancora con tante altre proposte ma mi fermo qui, svelando le mie tre copertine preferite degli ultimi tempi, e curiosa di sapere quali sono le vostre preferite!! Scrivetelo nei commenti, facciamo una bella carrellata….



P.s. Anche la vincitrice del Premio Pulitzer Jhumpa Lahiri ha parlato dell’importanza della copertina; per lei “il processo di scrivere è un sogno, e la copertina del libro rappresenta il risveglio”. Ne parla nel suo libro Il vestito dei libri, edito da Guanda.
E quanto conta invece il tiolo di un libro? Ne parliamo in questo post.
Ciao Pina. Come stai?
Io preferisco Sellerio per formato e illustrazioni e anche le copertine di design di… Non ricordo! Sorry 😄
Buon 2022 e buona domenica!
P.s. Bottega Errante
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Ciao Cara Viky!! Due ottimi esempi di attenzione alla copertina…. un abbraccio e buona domenica anche a te. E un bacino a Benedetta !!
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Sarà fatto con piacere 😊
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Copertina e titolo sono calamite fondamentali.
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Lo hanno ben capito le case editrici.
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Fondamentali, spesso rendono vendibili libri che non lo sono
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Si, a chi non è capitato di farsi abbagliare….
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Bel post complimenti! Io ti segnalo le copertine di Blackie Books, casa editrice spagnola che da qualche anno publica anche in italiano.
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Grazie. Vado subito a cercarla 👍👍👍
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no, la copertina di un libro non mi ha mai spinto all’acquisto
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scelte razionali….. strano, per un poeta…..
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i 2/3 delle mie letture sono di poesia, dinque o la copertina fa schifo, oppure è bianca
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ecco spiegato l’arcano…..
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Il nuovo delle copertine viene dalle pagine stesse che piene di inchiostro tracimano immagini; una, forse scalmanata pur essendo tranquilla per ragioni interne, può/potrà essere la copertina. E c’entra l’intuizione, il momento … epifanico. Pinù, buona domenica.🌹👏😊
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sulla copertina ci si può scatenare con la fantasia… bello questo concetto che dici: dovrebbe essere epifanica, rivelatoria, perché no magari un indizio….
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… e farti rimanere in una sorta di sospensione da cui partono e arrivano stimoli per giungere a sè e a
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Da premettere che raramente compro libri a istinto, ma mi faccio spesso orientare da consigli, recensioni, o post/articoli. La copertina è di sicuro il primo impatto, ma non deve essere per forza bella, solo colpirmi per motivi che non saprei spiegare, come quando ti piace qualcuno e non sai dire perché; poi passo al titolo che ritengo più importante, o comunque credo vadano insieme. Se nessuno dei due mi piace raramente apro e leggo (a meno che non venga attratta dal nome dell’autore), in caso contrario lo faccio e, solo se trama e scrittura mi catturano, lo prendo. Tutto ciò per dire che non prenderei mai un libro solo per la copertina, ma il libro che compro andando a istinto mi ha sicuramente attratto per la copertina.
Ad esempio, non sono per nulla attratta da Iperborea: non mi piace quel formato, la ruvidezza del cartoncino e, a sensazione, nemmeno le storie; invece il mio sguardo cade facilmente sugli Einaudi, i Bompiani e La nave di Teseo
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Grazie Valeria per questa precisa testimonianza che, credo accomuni molte persone, me per prima, che mi ritrovo perfettamente in quello che dici sul metodo. Sul gradimento delle copertine, ovviamente dipende dal gusto personale, come per tutta l’arte e la vita in generale. Anche se la mia parte razionale mi spinge alle considerazioni di cui sopra, quella più emotiva e visiva – infatti ho anche una grande memoria visiva – mi tirano per la manica verso le copertine che mi colpiscono…. devo spesso trattenermi….
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A me penso non sia mai capitato, forse tanti anni fa… devo sempre aprirlo e leggere. Anzi, spesso ho notato che il rapporto è inversamente proporzionale (come se volessero sopperire alla mancanza di sostanza con la copertina bella), ma ovviamente è una generalizzazione. C’è poi da dire che anche col mio metodo mica sempre ci prendo 🙂
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in effetti le sorprese non mancano, in un senso e nell’altro….
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Sospetto che questa rinnovata attenzione per le copertine abbia molto a che vedere con Instagram. Però sono belle, niente da dire!🤷🏻♀️
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Ipotesi intrigante 😉
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Le copertine di Iperborea sono bellissime. A me piacciono molto anche quelle di Keller e di Exorma.
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Hai ragione, anche quelle di Exorma sono belle e con un’identità ben precisa, che le rende immediatamente riconoscibili.
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È vero, alcune sono bellissime. Manifesti artistici in piccolo. Di Iperborea mi piace il formato.
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Credo ti sia vicina anche nelle ambientazioni….
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😉😄
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