Tra le case editrici che seguo con attenzione, c’è Keller, capace di offrire un bel catalogo comprendente narrativa e saggistica. Vediamo le ultime novità.

 

novi-vete

 

La piccola protagonista di questo magico romanzo è figlia di artisti circensi, la sua vera casa sono il tendone di un circo e le tante roulotte che cambiano di paese in paese. Suo padre è clown, acrobata e bandito, ma avrebbe voluto essere una star del cinema mentre sua madre, ogni notte, rimane appesa per i capelli sopra il pubblico e cammina nell’aria. È allora che lei ha paura e teme che alla madre possa accadere qualcosa di brutto.
Solo la sorella maggiore riesce a distrarla da questo pensiero spaventoso, raccontandole un’antica favola romena, quella del bambino che cuoce nella polenta.
Attorno alla paura della ragazzina si alternano i viaggi, le avventure, le emozioni e lo scintillio festoso della vita circense, ma nei pensieri innocenti e colmi di poesia che riempiono le pagine di questo libro la realtà è ben diversa, tra padri che scompaiono, sogni di una casa fatta di mattoni e senza ruote, fughe e il desiderio di un benessere finalmente raggiunto.
Aglaja Veteranyi ci regala un libro toccante, pieno di suoni e frasi memorabili, un incanto in cui il lettore, come la protagonista, si muove tra candore e ironia, tra stupore e senso di una tragedia imminente e possibile. Un grande romanzo sull’infanzia, sulle famiglie, sui sogni e su ciò che sempre portiamo con noi.

Aglaja Veteranyi è ormai un’autrice di culto per i lettori nei paesi di lingua tedesca e in Francia. Figlia di circensi fuggiti dalla Romania e approdati in Svizzera dopo una vita di spettacoli in vari continenti si è presto dedicata alla scrittura con testi caratterizzati da uno stile unico e poetico, pieni di immagini e frasi memorabili.
Il 3 febbraio 2002 si tolse la vita in riva al Lago di Zurigo a soli quarant’anni.

 

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Una famiglia di artisti della Repubblica Ceca viaggia per l’Europa esibendosi in festival teatrali. Di fronte al crescente risentimento verso gli stranieri, il padre, la madre e i due figli decidono di ritornare in patria e stabilirvisi. Ma il viaggio si rivela ben più complicato del previsto e prima di raggiungere le agognate rive del fiume Sázava si imbattono in una serie di disavventure tra le quali la guerra russo-ucraina di Crimea.
Talvolta però casa non fa rima con pace e questo vale soprattutto per il capofamiglia che viene accusato di aver ucciso il suocero. Inizia così un’altra fuga, questa volta attraverso la regione, che li catapulterà tra prostitute, strozzini, zingari, teppisti, ubriachi, delatori… Il tutto coronato da un esplosivo finale con tanto di matrimonio, bordello, polizia e carro armato russo.
Jáchym Topol si rivela ancora una volta uno degli scrittori più originali e dotati d’Europa capace di catturare – come già aveva fatto con Lavoro notturno – lo spirito del nostro tempo riflettendo su amore e morte, religione, famiglia, amicizia, sopravvivenza, politica, minaccia russa e populismo.
Un romanzo di viaggio, picaresco, grottesco e selvaggio che si muove tra momenti di grande comicità, descrizioni poetiche, personaggi brutali e ruvidi ma sempre capaci di trasmettere un senso di umanità che resiste ai tempi bui.

Jáchym Topol è nato nel 1962 a Praga. Figlio del drammaturgo dissidente Josef Topol, è oggi uno degli autori cechi più conosciuti in patria e nel mondo. A sedici anni ha firmato la Charta 77, nel 1985 ha fondato la rivista underground «Revolver Revue». Non potendo frequentare l’università a causa della sua attività di dissidente ha svolto diversi lavori manuali, dal magazziniere al muratore. Più volte è stato arrestato per la sua collaborazione alle pubblicazioni samizdat. Ha scritto testi di canzoni, poesie e romanzi.
Ha ottenuto premi letterari in tutto il mondo.

 

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Nell’autunno del 2015 Raphaël Krafft si trova sul confine franco-italiano delle Alpi Marittime nella zona tra Mentone e Ventimiglia. Ha raggiunto la costa ligure per realizzare un servizio sui migranti che, bloccati alla frontiera, sperano di riuscire a entrare clandestinamente in Francia – dove fare richiesta di asilo politico – o di proseguire il viaggio verso un altro Paese europeo.
Incontra migranti, volontari, gente comune, ex insegnanti e viaggiatori, così come uomini di Stato, di Chiesa, ex pompieri che ancora salvano vite, e anche Satellite e Adeel arrivati in Italia dal Sudan. Con loro decide di attraversare la frontiera e di raccontare tutto in un reportage. Intraprendono così l’ascesa al Colle di Finestra lungo il sentiero che sale da San Giacomo di Entracque, in Italia, e scende nella valle Vésubie, in Francia. L’itinerario scelto ha un profondo valore simbolico: da quel valico sono transitate tantissime persone che fuggivano attraverso l’Europa in cerca di speranza.
Su quelle pietre rese lisce dal passaggio di pellegrini, eserciti, mercanti, fuggitivi, perseguitati, Krafft – giornalista ed ex soldato – ci regala un reportage in cui racconto e testimonianza si mescolano a molti interrogativi, storie, alla memoria del Novecento e alle contraddizioni del nostro presente. Un testo pieno di umanità.

Raphaël Krafft
Nato nel 1974 Raphaël Krafft alterna reportage per stazioni radio pubbliche di lingua francese a lunghi viaggi in bicicletta (Nord e Sud America, Vicino Oriente, Francia) da cui trae documentari e libri.

Photo credits: in copertina, Libreria Judd; foto dei libri dal sito dell’editore