A proposito di libri da leggere con i ragazzi più grandi, ma che piacciono anche agli adulti, ho ritrovato questo, che all’epoca – parlo del 2008 – era diventato uno dei preferiti dei miei figli. E anche mio, perché dietro questi racconti un po’ fantastici, ironici e divertenti, c’è tanto della vita reale. Diciamo che sono delle metafore. Come avverte il sottotitolo: “Sette casi che possono servire da monito agli ignari genitori“. Alla fine sembra volerci ammonire che può vivere felice solo chi accetta la diversità, chi non la teme e anzi la considera una ricchezza, chi, insomma, la integra nella sua vita cogliendone i lati positivi.

Storie raccapriccianti di bambini prodigio, di Linda Quilt, Einaudi 2007, traduzione di Alessandra Montrucchio, le bellissime illustrazioni sono di Michael Sowa

Gli eroi di queste storie non sono dei bambini prodigio nel senso convenzionale. Sono, piuttosto, dei casi speciali. Alla dolce Melinda, per esempio, spunta un rospo dalla bocca ogni volta che dice una bugia. Deve quindi impegnarsi parecchio quando si rivolge alle grasse zie che mangiano troppa torta alla crema, o con i ragazzetti foruncolosi che le fanno dichiarazioni d’amore.

 

Il timido Sparish, d’altra parte, un giorno si rende conto che può far sparire per sempre una persona semplicemente proferendo il proprio nome ad alta voce: è meglio non pensare quale sinistro destino attende alcuni dei suoi insegnanti. E che dire di Norm? Il poveretto è così irrimediabilmente normale che nessuno può ricordarselo, neppure i suoi genitori. Ogni giorno non riescono a identificarlo per riportarlo a casa da scuola.

C’è poi Balthazar che, nonostante sia cicciottello, ha un peso specifico ridotto ed è costretto a zavorrare scarpe e giubbotti; diventa un celebre restauratore (non ha bisogno di impalcature!), ma mentre amoreggia in un prato una folata di vento gli è fatale.

Questi sono soltanto alcuni dei bambini prodigio, e ognuna delle loro singolari storie mette un brivido. Ma cos’è esattamente che il rende così interessanti? Forse il fatto che le particolari “doti” di questi bambini entrano sempre in collisione con il mondo degli adulti e ne svelano ipocrisie e perbenismi.

Ma chi è l’autrice, questa Linda Quilt? Ecco cosa c’è scritto sul sito dell’editore alla voce biografia:

Quanto a Linda Quilt, la preghiamo, ovunque si trovi, di mettersi in contatto con noi: sarà un onore e un piacere fare la sua conoscenza.

In realtà è lo pseudonimo di Hans Magnus Enzensberger, si proprio quello deIl mago dei numeri“, altro libro da consigliare ai ragazzi.