Quando si scrive, la cosa più difficile è entrarci tutti igiorni, rompere la membrana. La seconda cosa più difficile è uscirne. A volte vado troppo in fondo e risalgo troppo in fretta. Dopo mi sento aperta e senza pelle. Il mondo intero mi sembra umido e malleabile. Quando mi alzo dalla scrivania, raddrizzo tutto. Il tappeto deve essere perfettamente allineato con le assi del pavimento. Lo spazzolino da denti deve essere perpendicolare al bordo della mensola. I vestiti non devono rimanere alla rovescia. Lo zaffiro di mia madre deve essere centrato sul dito. (pag. 91)

Scrittori e amanti, di Lily King, Fazi editore 2021, traduzione di Mariagrazia Gini, pagg. 334

Fazi porta in libreria un romanzo che ha riscosso grandi consensi negli Stati Uniti, mettendo d’accordo pubblico e critica: sostenuto da un ritmo travolgente e punteggiato di un umorismo fine, è un romanzo introspettivo di rara intensità in cui ciascun lettore sarà in grado di rintracciare una parte della propria esperienza. La protagonista racconta se stessa e la propria storia, che si intreccia e si trascina con quella di altri personaggi in un saliscendi emotivo tra scrittura e amori. Scrittori e amanti è il ritratto di una generazione alle prese con la ricerca della propria realizzazione, con rapporti amorosi in bilico e con il dolore della perdita.

Ho fatto un patto con me stessa: non pensare ai soldi la mattina. Sembro un’adolescente che si sforza di non pensare al sesso. Ma cerco anche di non pensare al sesso. E nemmeno a Luke. E nemmeno alla morte. Che vuol dire non pensare a mia madre, morta in vacanza lo scorso inverno. Ho una marea di cose a cui non posso pensare, se la mattina voglio scrivere.

Casey è una ragazza di trent’anni che, dopo avere girato svariati posti – e fidanzati -, vive a Cambridge, Massachusetts; ha fatto un patto con se stessa: non pensare ai soldi e al sesso, almeno al mattino. Appassionata di letteratura e aspirante scrittrice, si è indebitata pesantemente per pagarsi gli studi e ora si ritrova a vivere in una piccola stanza ammuffita – un ex capanno da giardinaggio – di proprietà di un amico di suo fratello, a cui fa anche da dog-sitter, e a lavorare come cameriera nel ristorante di un circolo.

cambridge MA

Rimane aggrappata al sogno di diventare una scrittrice, ogni mattina scrive e lavora a un romanzo – Love and Revolution – da sei anni. Scrivere per lei è una necessità emotiva – Non è che scrivo perché penso di avere qualcosa da dire. Scrivo perché se non scrivo mi sento addirittura peggio di così.”; il suo punto di vista, le sue lotte e le sue ambizioni risultano deliziosamente sincere. Rispetto agli amici che aveva conosciuto durante un work-shop di scrittura creativa, lei è l’unica a perseverare nel suo sogno: gli altri, osserva con una certa amarezza, hanno messo da parte i sogni per passare ad attività più remunerative e ordinarie.

Suo padre era un insegnante che si è rivelato essere un guardone, licenziato per aver spiato negli spogliatoi delle ragazze. Il suo padrone di casa è sgradevole, scostante e alla disperata ricerca di ammirazione. Di recente ha perso la madre, con la quale aveva un rapporto di confidenza profonda e che rappresentava, sebbene vivesse dall’altra parte del paese, la sua unica ancora affettiva; ripensa spesso con grande nostalgia al loro rapporto, dovendo fare i conti con un’assenza che pesa tanto e che rischia di alterare il suo equilibrio.

La vita era lieve e co­stava poco, e quando non costava poco usavo la carta di credito. I miei debiti venivano venduti e rivenduti, pagavo i minimi e non pensavo al conto che lievitava. A quel pun­to mia madre era tornata a Phoenix e mi pagava i voli per andarla a trovare due volte l’anno. Per il resto parlavamo al telefono, a volte per ore. (..) Le raccontavo di quelli della libreria e lei dei suoi colleghi alla sede del governo dello Stato, a Phoenix – al­lora lavorava per il governatore. Le facevo raccontare per l’ennesima volta qualcuna delle sue storie di quand’era a Santiago de Cuba, dov’era cresciuta coi genitori americani espatriati. (..) Ripenso a quei momenti e mi sembra un ben di Dio aver avuto tanto tempo, tanto amore, tanta vita davanti, niente api nel corpo e mia madre al telefono. (pag.24)

La sua migliore amica Muriel, scrittrice anche lei, è il suo contatto con la vita sociale ed è lei che crea occasioni di incontro con gli scrittori con cui Casey avrà delle storie. Muriel è anche colei che aiuterà Casey a trovare la sua strada per affermarsi come scrittrice; la sostiene senza controllarla, né manipolarla. E infine, gli uomini: reduce dall’ennesima relazione fallita in maniera inspiegabile, girovagando per librerie e happening letterari, Casey incontra due scrittori che cambieranno le cose. Da una parte c’è Silas, giovane poeta vagabondo come lei, gentile e sognatore spiantato quanto lei; dall’altra, c’è Oscar Kolton, un vecchio romanziere vedovo, un padre di famiglia, autore affermato prigioniero del proprio successo che cerca di attirarla nella sua vita già costruita.

Gli amanti di Casey sono scrittori, come già il titolo ci dice ma al centro della storia c’è comunque lei, la sua creatività in fieri, il lento progresso del lavoro – umile, emotivo e letterario -, il non mollare mai, lottando e soffrendo, il volere trovare il proprio posto nel mondo. Scrittori e amanti descrive il mood della fine degli anni ’90, una stagione d’oro per chi intendeva dare sfogo alla sua creatività; infatti Casey è totalmente immersa nel suo lavoro creativo e in quello necessario alla sopravvivenza. Non ha un profilo Instagram da costruire e alimentare, nessun marchio da mantenere con tweet e sponsor da acquisire. Il suo focus è il processo creativo connesso in modo inscindibile col processo di vivere, di provare emozioni, di lanciarsi in relazioni, al di là del loro esito. E la prosa di King, semplice, chiara e accattivante, imita nella forma ciò che lei sta trasmettendo: che l’arte è un accumulo di dettagli e di esperienza.

Sargent

C’è un passaggio molto poetico quando, in visita al Museo delle Belle Arti con Silas, guardando il ritratto di Sargent, “Le figlie di Edward Darley Boit,- in cui tre ragazzine in graziosi abiti d’epoca fissano lo spettatore con uno sguardo assente, mentre una quarta si volta verso l’ombra, con aria riservata e un po’ truculenta – Casey rimane colpita da un dettaglio:

«Se riuscissi a scrivere qualcosa di bello come quel punto, il punto dove la cintura le stringe il grembiule». Non riesco a staccare gli occhi da lì. Non so perché mi colpisca così; non saprei mai spiegarlo. La bellezza ha una sua follia quando ti si presenta così. (pag. 160)

Scrittori e amanti è un romanzo bello e sconcertante sulla scrittura e sull’amore. La sua bellezza sta nelle sue precise osservazioni e nel velo di ironia sottile che pervade la scrittura. La cosa sconcertante del romanzo è la rapidità e intensità con cui la sua tranquilla eroina cattura la tua attenzione. Casey è una figura esile e sfuggente, una “late bloomer” in cerca della sua strada, bagnata dalla pioggia mentre percorre strade solitarie o si allontana da un bullo al lavoro. C’è un forte pathos per la scarsità delle sue risorse e un’ostinata ingenuità nel suo impegno a scrivere in circostanze così misere. King fa sentire le sue lotte monumentali, terribilmente desolate. Eppure, in qualche modo, Casey si impadronisce del tuo cuore con una presa simile a un’ossessione. King scrive un libro su la passione, il desiderio, il dolore, la determinazione e il trovare la propria strada. Anche il desiderio di amore, famiglia e successo. E di imparare a smettere di preoccuparsi così tanto di come gli uomini “ti percepiscono, a scapito di ciò che tu stessa provi per loro“.

E poi colpisce l’acutezza con cui l’autrice, attraverso il suo personaggio, scrive di scrittori. Di quelli che si sentono investiti da una grazia divina, di quelli tormentati che “credevano di dovere essere già famosi, credevano che la grandezza fosse il loro destino“. Nelle aspirazioni di Casey ci sono dignità e grazia, nonostante il suo odioso padrone di casa che la prende in giro, e nonostante tutto ciò che le è avverso. In un capitolo sui rapporti di famosi scrittori con le loro madri morte, Casey ci dice che quando la madre di Edith Wharton, che aveva scoraggiato la scrittura (e persino la lettura) di sua figlia, morì, Wharton “mandò suo marito al funerale. Lei rimase a casa a scrivere.

Con un tocco leggero ed elegante, Lily King ha dato vita a un personaggio indimenticabile, che rappresenta una generazione e uno stato d’animo: quello di chi cerca il proprio posto nel mondo.

Qui potete leggere l’incipit.

King Lily

«Splendido!».
Elizabeth Strout

«Lily King è uno dei nostri grandi tesori letterari e Scrittori e amanti è pervaso della sua genialità. È accattivante, potente, incisivo, saggio, una storia commovente sul lutto e la sua elaborazione, e su una giovane donna che trova il coraggio per vivere».
Madeline Miller

«Scrittori e amanti mi ha resa felice. È un romanzo soffuso di speranza e gentilezza. Lily King scrive con una grande generosità di spirito».
Ann Patchett

«King ha dato vita a una donna a un passo dalla realizzazione personale, forte abbastanza da stare in piedi da sola: un personaggio simile alla Frances di Parlarne tra amici di Sally Rooney».
«The Boston Globe»

«Delizioso. Un manifesto inequivocabile contro l’infatuazione letteraria per i maschi prodigio, anche – o soprattutto – quando il loro machismo è coperto da strati di lirismo e tenerezza. Un romanzo di una forza emotiva notevole».
«The New York Times Book Review»