È morto lo scrittore Paolo Maurensig, nato a Gorizia nel 1943. Autore di tanti libri di successo, tra cui “Canone Inverso”, ha raggiunto il successo negli anni ’90 con “La variante di Luneburg”, romanzo che narra di una partita fra due maestri di scacchi attraverso gli eventi storici della Seconda Guerra Mondiale. Ma il romanzo con cui l’ho scoperto e apprezzato, tanti anni fa, rimane:
Nella musica, un canone inverso è una composizione contrappuntistica che unisce a una melodia una o più imitazioni, che le si sovrappongono progressivamente e fa muovere la voce conseguente in moto contrario rispetto alla voce antecedente.
“Ma cosa è la perfezione? È il punto di fuga di una strada senza fine, è il miraggio che si sposta davanti a noi, è l’ultimo piolo di una scala circolare”.
A Londra, nel 1986, un distinto signore si aggiudica un antico violino ad un’asta da Christie’s. Lo strumento è un pezzo unico nel suo genere, prezioso ed elegante: uno Jakob Stainer, la cui maggiore particolarità è una testina antropomorfa intagliata sul cavigliere al posto della tradizionale chiocciola. Presto quest’uomo viene raggiunto in hotel da un secondo personaggio, un anonimo romanziere che chiede informazioni su quel misterioso violino: lo scrittore sostiene infatti che quello strumento sarebbe l’elemento chiave di un’oscura ed enigmatica esperienza vissuta qualche tempo prima nel quartiere di Grinzing a Vienna.
Comincia così un primo flashback narrato dallo scrittore, che riporta la narrazione indietro di un anno: è il 28 agosto 1985 e ed egli si trova nella capitale austriaca in occasione del trecentesimo anniversario della nascita di Bach. Di sera incontra in un’osteria di Grinzing un eccellente ed eccentrico violinista ambulante, che intrattiene i clienti in cambio di offerte, eseguendo con meravigliosa naturalezza la complicatissima Ciaccona di J.S. Bach. Qualche tempo dopo, incuriosito da un così strano personaggio, il romanziere riesce a incontrare nuovamente l’artista domandandogli come un così illustre talento si sia potuto ridurre a suonare in bettole e taverne a servizio di un pubblico spesso rozzo e ignorante. Comincia così una seconda analessi, nel quale il violinista, che afferma di chiamarsi Jenő Varga e di essere ungherese, racconta la propria vita, dall’infanzia nella casa della madre vedova, all’adolescenza nel Collegium Musicum fuori Vienna, sempre alla ricerca della perfezione nella musica e tentando di ritrovare l’amata violinista Sophie Hirschbaum. In collegio Jenő conosce Kuno Blau, un coetaneo aristocratico austriaco dalle grandissime doti musicali, anch’egli con la passione del violino.
Terminati gli studi, Jenő è invitato a trascorrere l’estate al castello dell’amico, a Hofstain in Tirolo, dove viene a conoscenza della leggenda di un membro della casata Blau, l’alchimista Gustav, zio di Kuno, il quale si dice sia morto e risuscitato. Durante la permanenza al castello Jenő conosce l’anziana baronessa, costretta in sedia a rotelle e affetta da demenza senile, il severo barone Blau e la bella moglie di questi, il dottor Egony, monsignor Ciliani e il borgomastro Klotz; ma soprattutto Jenő constata la fine dell’amicizia tra lui e Kuno. Fuggito dal castello, il giovane ungherese vive in prima persona l’Anschluss tedesco, viene arruolato nell’esercito e mandato in guerra. Alla fine, tornato dal fronte russo, afferma di aver seguito la divina Sophie Hirschbaum (nella morte?), morta nel 1946. Detto ciò, il violinista fa perdere le proprie tracce.
Fortemente colpito dall’ultima affermazione, il romanziere decide di raggiungere Nagyret, città natia di Jenő, dove scopre che costui era morto nel 1947. Solo alla fine del romanzo si scopre che il misterioso acquirente del violino è Gustav Blau, e che l’enigmatico violinista ambulante era suo nipote Kuno che, ormai anziano e affetto da schizofrenia, alternava la propria personalità con quella del vecchio amico Jenő.
Maurensig costruisce un’avventura in cui le sorprese, i trasalimenti, i colpi di scena non sono puri espedienti narrativi, ma simboli drammatici dello scontro tra le inquietudini, la delicatezza delle anime individuali e la ferocia della storia di questo secolo.
quanto amo questo libro! che notizia triste!! 😦
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Un altro grande che se ne va…. in questi giorni, quante brutte notizia…. quando lessi questo libro, me ne innamorai…
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Stiamo perdendo dei pilastri della cultura, purtroppo! Concordo.. lo amo con tutto il cuore, spesso rileggo pagine random. Da Stasera avró un buon motivo per gustarlo dall’inizio, ancora ❤
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Buona serata allora!!
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Grazie, anche a te 😊
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Le mie già magre finanze piangono l’imminente acquisto di questo libro. Mannaggia a te che racconti i libri così bene!
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È un buon investimento, vedrai 😉
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Certo che, doveva proprio lasciarci per farmi desiderare di rileggere libri che ho amato molto?
Forse dovrò attendere. Ora, mi sembra, erroneamente, che non sia più con noi.
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I suoi libri però lo saranno sempre….
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Variante di Lunemburg letto eoni fa, bellissimo
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Sì, molto bello. Maurensig oggi è poco letto ma mi piacerebbe che tornasse in auge. La sua è una scrittura di grande valore letterario.
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Sai che non ho mai letto niente di Maurensig? Mi toccherà rimediare!
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Si, dai, poi voglio sentire che ne pensi
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In un panorama letterario dominato dal giallo e dal colpo di scena, un autore che fa un uso simbolico di quest’ultimo elemento mi incuriosice assai
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Il suo “canone” si distacca dalle mode e dalle tendenze. Molto letterario
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Devo scoprirlo. Ahimè non lo conosco
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Rimane immortale🌷
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Sono quei libri che non tramonteranno mai
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