Con il termine Generazione Z (o Centennials, Digitarians, Gen Z, iGen, Plurals, Post-Millennials, Zoomers) ci si riferisce alla generazione dei nati tra il 1997 e il 2012, e i cui membri sono generalmente figli della Generazione X (1965-1980) e degli ultimi baby boomers. Tale generazione è stata preceduta dai Millennials – generazione di transizione fra passato e futuro -, mentre la generazione successiva, che comprende i nati dai primi anni duemiladieci in poi, è stata chiamata Generazione Alpha.
Si tratta della prima generazione ad essersi sviluppata potendo godere dell’accesso ad Internet sin dall’infanzia, e perciò i suoi membri sono considerati come avvezzi all’uso della tecnologia e dei social media, anche se non incidono per una parte significativa sul loro processo di socializzazione. Pertanto essi sono stati definiti “nativi digitali”.

Gli appartenenti alla generazione Z si distinguono dai millennial per il fatto di essere “nati con uno smartphone in mano”. A differenza della generazione Y, la tecnologia digitale è sempre stata presente nelle loro vite già dall’infanzia e Internet rappresenta una parte integrante della quotidianità dei loro genitori.

Quello che distingue le due generazioni è che “le tecnologie del futuro”, che hanno travolto i millennial, sono già consolidate per la generazione Z. L’82% dei centennial è sicuro di essere esperto di nuove tecnologie. Da quando sono bambini, sentono parlare di realtà aumentata, assistenti IA, veicoli senza pilota, quindi è più difficile stupirli.
La generazione Y guarda i contenuti, la Z li crea: più del doppio dei post-millennial crea contenuti autonomamente. Secondo un sondaggio di CommScope, la professione più allettante per la generazione Z è quella di video blogger celebre. Il 37% degli intervistati sogna una carriera su YouTube. Questo approccio della generazione Z ha contribuito alla rapida e crescente diffusione dell’app TikTok in tutto il mondo: brevi video verticali, format di sfide, pratici strumenti per l’editing dei video, maschere, filtri e tracce di sottofondo gratuite: tutto questo risponde perfettamente alle esigenze dei centennial.
Secondo uno studio dell’agenzia di consulenza FutureCast, i millennial seguono l’approccio del “si vive una volta sola” e quindi cercano di trarre il massimo dalle loro vite. Vogliono godersi il viaggio e sono pronti a correre dei rischi per fare delle esperienze significative. Il 60% dei centennial e solo il 39% dei millennial vogliono cambiare il mondo e renderlo un posto migliore. La generazione Z non solo sogna di creare un mondo nuovo, ma crede anche di potercela fare. I giovani di questa generazione conoscono molto bene le tecnologie e sono abituati ad avere a disposizione qualsiasi informazione, quindi pensano di meritarsi più di quello che hanno. Hanno fiducia in loro stessi e si aspettano che gli altri li prendano sul serio e li aiutino a raggiungere i loro obiettivi.
I millennial viaggiano più di qualsiasi altra generazione: i viaggi risultano al primo posto nella lista degli interessi in quasi tutte le ricerche condotte. Tuttavia, è la generazione Z che può essere definita come la prima generazione globale. I centennial considerano i confini come un retaggio del passato. Ogni giorno “girano il mondo” grazie a Internet ed è da quando sono bambini che ne osservano le diversità, le varie culture e religioni nei social network, nei video e nella realtà che li circonda.
I centennial hanno un livello di tolleranza di genere superiore. Il 38% degli appartenenti alla generazione Z negli Stati Uniti ritiene che il sesso non definisca una persona, come si pensava in passato (generazione Y: 27%). Circa il 60% è convinto che nel mondo debbano esserci più opzioni di genere che “uomini” e “donne” (generazione Y: 50%).
Fare, creare e lasciare il segno riassume l’orientamento valoriale di questa generazione, completamente immersa nel digitale, dove la vita si svolge senza soluzione di continuità tra offline e online, ma prevalentemente online. I giovani della generazione Z utilizzano in media 5 dispositivi (contro i 3 dei Millennials), e per loro la dimensione visuale è molto più importante rispetto a quella testuale, ancora rilevante invece per i millennials. Hanno inoltre uno spiccato spirito di intraprendenza. Sono ancora più ecologisti dei millennials e desiderano provocare direttamente un impatto positivo sulla vita delle persone, lasciando in prima persona un segno innovativo nel mondo.

Che rapporto hanno i centennials con la lettura e la scrittura? La risposta si trova in rete. Sono milioni i contenuti social dedicati ai libri, all’editoria e alla letteratura. Basta un rapido giro su Instagram, ad esempio, per trovare una nutritissima comunità di lettori pronta a creare mode, dibattiti, preparata a spingere nuove uscite o riscoprire classici. E tutto questo senza che nessuno abbia imposto di farlo. Forse è questo uno dei migliori mondi (social) possibili. Gli insegnanti e le loro liste di titoli necessari sono stati sostituiti definitivamente da chi sa raccontare e argomentare sensazioni e impressioni, veri e propri influencer controcorrente, con numeri da capogiro. Ci sono anche Wattpad, Twitch, ma sono soprattutto i booktoker a far leggere i ragazzi della generazione Z, con le loro recensioni lampo, spinte dagli hashtag giusti, che fanno da moltiplicatore seriale.
Che il mezzo sia dirompente la ha dimostrato il fatto che al Salone del libro di Torino l’ascesa di BookTok è stata al centro di un dibattito promosso da IlLibraio.it, a cui hanno partecipato la filosofa Maura Gancitano, il prof Enrico Galiano, Antonio Prudenzano, il direttore editoriale di Magazzini Salani Marco Figini e due le booktoker italiane più seguite, Megi Bulla alias @labibliotecadidaphne e Valentina Ghetti alias @book.addicted.
Insomma, parliamo anche di Geek: la figura del Geek è cresciuta sulle spalle del nerd, con il quale condivide il forte entusiasmo per tutto ciò che riguarda la tecnologia e il digitale. Insieme ai caratteristici occhiali dalla montatura nera e spessa. Il Geek però ha un suo lato più chic, ed è quindi meno hacker e più social addicted. Ed è proprio a lui che si deve l’arrivo dei romanzi formato Sms e Instagram. Una moda che piano piano conquista tutti gli smartphone.

Attualmente, i blog, You Tube e i social sono diventati terreni di caccia per le case editrici, sempre alla ricerca di idee nuove, talenti nascosti o anche semplicemente di personaggi che con il loro seguito di follower assicurino già un bel numero di copie vendute senza troppa fatica.
Il risultato è che influencer, youtuber, blogger e yougamer sono oramai corteggiati dagli editori e le loro produzioni riempiono gli scaffali delle librerie. La tendenza più decisa, naturalmente, è quella di sfruttare la popolarità tra i giovanissimi nativi digitali delle star di YouTube oppure dei social. Ragazzi e ragazze under 18 o poco più adulti, che spopolano con il loro linguaggio informale, la sfrontata simpatia, la voglia di esserci a tutti i costi. Veri influencer, capaci di dettare gusti, abitudini e modi di dire dei loro coetanei raccontando semplicemente loro stessi, e le loro giornate.
Per quanto riguarda la produzione letteraria, mi rifaccio anche ad un esaustivo articolo a firma Sofia Gallo uscito Su L’Indice, Mignolo, che contiene molti riferimenti.



Giunti esce con una nuova collana: “Arya” (Autori romanzi young adult), un esperimento che fa riflettere. Scrittori per adulti che raccontano la generazione Z alla generazione Z. Prime autrici Antonella Cilento con Non leggerai e Sandra Petrignani con La persona giusta. Non nuova, ma declinata in modo originale, l’idea di Cilento di un futuro senza libri e senza lettori; coinvolgente il plot di Petrignani che centra dinamiche familiari e sentimenti forti che appartengono alla sfera dell’innamoramento giovane, assoluto e bellissimo. Sempre di Giunti, Il paese degli addii di Atia Abawi, giornalista di origini afghane che racconta con crudo realismo la fuga di Tariq, con padre e sorella, unici della famiglia sopravvissuti alle bombe siriane. Il libro si attiene meritoriamente ai fatti, senza edulcorarli e senza voler commuovere o costruire facili soluzioni di un dramma infinito. San Paolo propone Tutta colpa del bosco di Laura Bonalumi, libro che ci fa riscoprire la magia del linguaggio poetico con cui due adolescenti esprimono la preziosità del loro amore, intriso di reticenze, timori e tensioni che fluttuano in un dialogo muto che prelude all’incontro reale.



La ragazza invisibile di Blue Jeans, pseudonimo di Francisco de Paula Fernández González, offre un romanzo di suspence: un delitto sconvolge il mondo scolastico di Julia e lei è l’unica a cercare davvero la verità. Orangeboy, di Patrice Lawrence, storia di gang di quartiere, un giallo di raffinata introspezione.
Spazia invece tra cartelli della droga, guerra tra gang rivali e amicizie indelebili, al confine tra Messico e Stati Uniti, il thriller mozzafiato Santa Muerte di Marcus Sedgwick uscito per Pelledoca. Feltrinelli up presenta invece Genere: felicità di Riccardo Aldighieri che ci racconta, con fedele realismo, la sua ardua e coraggiosa lotta contro la malattia, a dispetto di ogni intolleranza, bullismo o spirito rinunciatario. Molti poi i titoli validi che sconfinano nella categoria middle grade: stilisticamente “adulti” possono essere letti da tutti con profitto. Segnalo: La ballata del naso rotto di Arne Svingen(La Nuova Frontiera), Il giro del ’44 di Nicola Cinquetti (Bompiani), AFK di Alice Keller (Camelozampa), La sfida di Anton di Gudrun Skretting (Beisler), E l’oceano era il nostro cielo di Patrick Ness (Mondadori), L’Aquila, keep on rollin’ di Luca Centi (Piemme) e Sette rose per Rachel di Marie-Christophe Ruata-Arn (Sinnos). In ultimo, di genere didascalico e interessanti per la modalità narrativa, meritano essere ricordati: Noi siamo tempesta di Michela Murgia (Salani) sugli eventi speciali, ma non eroici, che hanno cambiato il mondo; Lettere a una dodicenne sul fascismo di ieri e di oggi di Daniele Aristarco (Einaudi); In mezzo al mare di Mary Beth Leatherdale e Eleanor Shakespeare (il castoro), libro dalla fattura magistrale che inquadra storicamente il fenomeno migratorio con un’ottica inedita; e sempre di Castoro, Sicura di te di Katty Kay e Claire Shipman, un breviario per giovani ragazze per aver fiducia in sé stesse e vivere serene come meritano.
Tra gli autori nati sul web:



#ti amo di Francesco Sole, scrittore, attore, presentatore tv e youtuber. È il racconto di Luna, che concede a un giovane scrittore incontrato nel mezzo di una triste notte, i segreti dell’amore e le sue #poesie. Marco Cellucci, sedici anni, fra i “muser” più famosi d’Italia, idolo di Musical.ly (oggi tik tok). Ha deciso di raccontarsi anche su carta in Tutto si può ballare. Sofia Viscardi, diciassette anni e i capelli biondi più famosi del web, che è passata dai post filmati nella sua cameretta al romanzo Abbastanza. Eleonora Gaggero, star di Alex& Co, programma per ragazzi su Disney Channel. Eleonora non ha ancora diciassette anni, ha però un milione di follower su Instagram e ben due libri all’attivo, Dimmi che ci credi anche tu e Sul più bello.
Lyon è il nickname sotto cui si nasconde Ettore Canu, che con il suo canale YouTube è uno degli online gamer più seguiti in Italia, in particolare nell’universo dei fan di Minecraft. Nel 2018 ha pubblicato con Fabbri Editori A caccia di Herobrine, seguito da A caccia di Entity. Per Salani esce nel 2020 Il mistero della fondazione e nel 2021 Diario della fine del mondo. Del 2022 Le storie da brivido.
Pseudonimo di una giovane scrittrice italiana, Erin Doom ha esordito su Wattpad, la piattaforma di social reading più famosa al mondo, con il nickname DreamsEater. In poco tempo le sue storie hanno conquistato il cuore dei lettori. Per Salani Editore ha pubblicato Fabbricante di lacrime (2021) e Nel modo in cui cade la neve (2022).



Debora Omassi, in Libera uscita, con una scrittura che arriva diretta al cuore, cruda ma traboccante della freschezza di una giovane autrice, senza lasciare spazio all’immaginazione ci mette a parte di un mondo impenetrabile, attraverso gli occhi di una ragazza che prova e riprova in cerca della propria strada. Antonio Dikele Distefano ha all’attivo diversi libri tra cui Chi sta male non lo dice: la storia di due ragazzi. Di mancanze, assenze, abbandoni, di come è difficile credere nella vita quando questa ti toglie più di quanto ti dà. Non è però solo un pugno nello stomaco, è soprattutto la storia di come i fiori spuntano anche nel cemento. Di come c’è sempre un modo per salvarsi, l’importante è non rinunciare, non smettere mai di amare la vita. Con un stile che si muove liberamente dalla prosa alla poesia, Marzia Sicignano con Aria ci mostra che, quando incontri quel qualcuno, l’unica cosa da fare è tenerlo con te, prendendotene cura come si fa con i tesori più preziosi, perché quel primo respiro che ti ha rimesso al mondo duri il più a lungo possibile.
Alcuni account Instagram sono dedicati interamente alla pubblicazione di racconti che hanno una loro efficace strategia di marketing: ogni foto pubblicata è un nuovo capitolo, alla fine del quale lo scrittore promette il seguito solo se riceverà like e follower. Tra le diverse tipologie di App c’è anche Hooked, un’applicazione di narrativa che sull’App Store americano ha registrato oltre un milione di download solo nel mese di marzo. Creata nel 2015, Hooked tiene all’amo lettori e lettrici con diversi generi. Anche se quelli più apprezzati sono l’horror e il fantasy a tema vampiri, purché sia romantico. Il formato di questa nuova narrativa è quello dell’Sms: storie brevi come fossero chat, con un tempo di lettura che gira intorno ai 6 minuti. A leggerlo sono soprattutto le ragazze, di un’età compresa tra gli 11 e i 20 anni. Dal Giappone invece è arrivata la moda dei romanzi in formato Sms, diventati famosi come cell phone novel.

Ma la produzione letteraria che riguarda i centennials non è solo social.
Finalista del Premio John Fante Opera Prima 2021 – Libro incluso tra i dodici candidati al Premio Strega 2021 – Candidato al Premio POP – Premio Opera Prima 2021: Adorazione di Alice Urciuolo ha conquistato grande attenzione anche tra gli scrittori affermati:

Proposto da Daniele Mencarelli al Premio Strega 2021 con la seguente motivazione:
«Adorazione è un romanzo sulla complessità dell’adolescenza che attrae e respinge, esattamente come i caratteri dei ragazzi che danno vita alle vicende raccontate, come i luoghi dove tutto avviene, la provincia di Latina, Pontinia, terre nuove, paesi con una storia appena principiata. Alice Urciuolo intesse il suo esordio attorno a un’estate vissuta intensamente, la stagione che più si addice ai ragazzi e alla loro passione. Diana, Vera, Giorgio e Vanessa, sono gli attori di una vicenda che ha il suo nucleo piantato nel passato: l’omicidio di una loro amica, Elena, per mano del suo fidanzato. A distanza di un anno, il gruppo di amici tenta di uscire dalla tragedia e di gettarsi a capofitto in quel che più desidera: crescere. Sperimentarsi. Anche a costo di soffrire e far soffrire. Adorazione canta la fame di vita di un’intera generazione, che nella libertà sessuale tenta di dimenticare la sofferenza affettiva e il senso di vuoto, spesso lasciato da adulti che mancano di risposte e di coraggio. Coraggio, invece, incarnato dall’autrice, capace di utilizzare le diverse lingue e forme narrative del nostro squilibrato presente.»
Un’altra giovane autrice attiva su TikTok e Instagram, e che racconta la generazione Z è Sofia Nardi, nel suo A Jonestown con la generazione z.

La giovane autrice tenta di denunciare la precaria condizione dei ragazzi della sua generazione attraverso eventi vissuti in prima persona. Il lettore si ritrova a condividere dubbi e riflessioni attraverso le pagine del suo diario. Sofia si rivolge a chi non può comprendere come sia complicata la vita degli adolescenti della generazione Z. Ogni capitolo spiega un disagio, una serie di emozioni che partono tutte da un unico interrogativo: perché i nostri giovani sono così sofferenti?
Gli “Zedders”, la generazione cresciuta tra social e trap, sono raccontati anche in Chi sono? IO. Le altre. E gli altri, di Daniele Grassucci e Federico Taddia per DE Agostini con Skuola.Net. Più di cento domande fatte a oltre 30 mila ragazze e ragazzi. Per raccogliere idee, opinioni e punti di vista su amore e passioni, futuro e felicità, corpo e amicizia, rabbia e paura… e tutto quello che colora e coinvolge le vite di ognuno di loro. Il sorprendente selfie della Generazione Z, quella degli adolescenti contemporanei senza filtri e senza ritocchi. Uno specchio in cui potranno guardarsi, per scoprire se stessi e capire un po’ meglio le altre e gli altri.
La velocità delle ere tecnologiche rischia di accorciare sempre di più le generazioni e rendere i giovani già superati, se non vecchi, a soli sedici anni.
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Articolo molto interessante.
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Grazie 🤗
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Di questa generazione mi piacciano alcuni asoetti:
– La generazione Z non solo sogna di creare un mondo nuovo, ma crede anche di potercela fare. I giovani di questa generazione conoscono molto bene le tecnologie e sono abituati ad avere a disposizione qualsiasi informazione, quindi pensano di meritarsi più di quello che hanno. Hanno fiducia in loro stessi e si aspettano che gli altri li prendano sul serio e li aiutino a raggiungere i loro obiettivi.
– I millennial viaggiano più di qualsiasi altra generazione: i viaggi risultano al primo posto nella lista degli interessi in quasi tutte le ricerche condotte. Tuttavia, è la generazione Z che può essere definita come la prima generazione globale. I centennial considerano i confini come un retaggio del passato. Ogni giorno “girano il mondo” grazie a Internet ed è da quando sono bambini che ne osservano le diversità, le varie culture e religioni nei social network, nei video e nella realtà che li circonda.
– I centennial hanno un livello di tolleranza di genere superiore. Il 38% degli appartenenti alla generazione Z negli Stati Uniti ritiene che il sesso non definisca una persona, come si pensava in passato (generazione Y: 27%). Circa il 60% è convinto che nel mondo debbano esserci più opzioni di genere che “uomini” e “donne” (generazione Y: 50%).
-Fare, creare e lasciare il segno riassume l’orientamento valoriale di questa generazione, completamente immersa nel digitale, dove la vita si svolge senza soluzione di continuità tra offline e online, ma prevalentemente online. I giovani della generazione Z utilizzano in media 5 dispositivi (contro i 3 dei Millennials), e per loro la dimensione visuale è molto più importante rispetto a quella testuale, ancora rilevante invece per i millennials. Hanno inoltre uno spiccato spirito di intraprendenza. Sono ancora più ecologisti dei millennials e desiderano provocare direttamente un impatto positivo sulla vita delle persone, lasciando in prima persona un segno innovativo nel mondo.
Credo che il libro che possa più interessarmi è quello di Sofia Nardi, sui disagi di questa generazione molto ma molto fortunata 🍀.
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È una generazione che ha tutto a disposizione e forse proprio per questo viene spesso criticata e non capita. Invece io credo che siano portatori di energia sana e capace di sovvertire il vecchiume. Io faccio il tifo per loro, che sono la speranza per il futuro. 💪💪💪
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Speriamo che il fatto di avere tutto a disposizione non distolga loro dall’impegno fatto di sudore e che non si arrendano dinanzi a quello che non possono avere subito. Buona giornata, Pina
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Su questo, dico anch’io che potrebbe essere un rischio. Lo vedo da vicino, perché ho tre figli di questa generazione.
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