L’umami inizia in bocca. Inizia al centro della lingua, si attiva la salivazione. Si risvegliano i molari, vogliono mordere, hanno bisogno di movimento. Non poi così diverso, a dire il vero, anche se in proporzioni più modeste, dal movimento dei fianchi durante il sesso: in quel momento, l’unica cosa da fare è obbedire al proprio corpo, e il corpo sa cosa fare. Mordere è un piacere, e l’umami è la qualità di ciò che è mordibile.
Umami, pag. 165
Umami, di Laia Jufresa, Sur edizioni 2017, traduzione dallo spagnolo di Giulia Zavagna, pagg. 250
Umami è il quinto elemento del gusto, scoperto più di cento anni fa da un chimico giapponese; significa saporito, in grado di stimolare la salivazione e l’appetito, buono per un motivo biologico e ricco di gusto senza essere salato o grasso. Dopo dolce, salato, acido e amaro, ecco umami, che li contiene un po’ tutti e che, come la vita, li rivela e li esalta tutti.
Umami , di Laia Jufresa è un romanzo corale i cui personaggi sono vicini di casa che imparano a reinventarsi per affrontare le avversità e superare le loro perdite. Abitano in un comprensorio privato di Città del Messico che si chiama Villa Campanario.

Le abitazioni di Villa Campanario si identificano con “i cinque sapori che la lingua umana sa riconoscere”. Il comprensorio ha una forma che ricorda sia una lingua umana, sia una campana. La casa Salato è occupata dalla famiglia di Ana, figlia dei musicisti dell’Orchestra Sinfonica Nazionale Linda e Víctor. Ana (a.k.a. Agatha Christie) ha due fratelli, Theo e Olmo, poiché la sorella minore, la piccola Luz, è morta a sei anni annegando in un lago negli Stati Uniti. Nella casa Dolce si trova la loro Accademia di musica. Ana, ispirata dal vicino di casa Alfonso Semitiel– un antropologo specializzato in cibo preispanico – vuole piantare una milpa nel patio. La milpa è un sistema di coltura ecologica molto diffuso in America centrale, che prevede la coltivazione di tre piante sullo stesso terreno: il mais, la zucca e i fagioli.

Alfonso Semitiel abita in casa Umami, è vedovo e proprietario del comprensorio Villa Campanario. Lui stesso l’ha progettato sulla base di uno schema della lingua umana e ha dato alle case il nome di ciascuno dei cinque sapori che percepiamo: dolce, salato, amaro, acido e Umami. Alfonso trascorre le sue giornate a scrivere di sua moglie, Noelia, una cardiologa di Michoacán morta più o meno nello stesso periodo in cui la sorellina di Ana è annegata. Alfonso e sua moglie non hanno avuto figli, ma lei aveva voluto due bambole che ora lui veste e pettina, e porta in passeggino.
Ad Amaro vive Marina, una giovane pittrice e studentessa di design, molto sensibile ai colori, ma psicologicamente ed emotivamente fragile.
A casa Acido vivono Pina e suo padre Beto. La mamma, Chela, se n’è andata nel 2000 e ha lasciato una lettera che Beto ha nascosto e Pina passa la vita a cercare.
Le voci e i punti di vista, alternati su cinque anni diversi comprendono anche quella della bambina annegata, Luz, che racconta il presente prima del fatidico incidente del 2001.
Umami ruota attorno alla morte, alla perdita e al superamento. Il merito di Jufresa sta nella narrazione stessa, concetti e idee prendono corpo in quanto invitano a riflettere sull’assenza in tutte le sue forme: le implicazioni dell’essere una figlia abbandonata, una donna-figlia senza figli, la madre di una ragazza morta, la sorella sopravvissuta, un marito in lutto.
Jufresa, in varie interviste, chiarisce che il suo intento autoriale non è quello di rivelare segreti, ma piuttosto di riprodurre un fatto inerente alla vita da diverse prospettive. I personaggi di Umami sanno di essere vittime della loro stessa sventura, non cercano risposte, solo consolazioni. Ana con la milpa, Marina con i suoi corsi di inglese, Alfonso col suo progetto di mantenere viva la memoria di Noelia a forza di ricordarla e di scriverla.
Il pregio maggiore di questo romanzo è la configurazione strutturale della storia: Umami è un romanzo che racconta una storia “al contrario”. Il libro è suddiviso in quattro sezioni, che a loro volta sono raggruppate in diversi anni che vanno a ritroso dal 2004 al 2000. In questo periodo si verificano gli eventi che alimentano la trama: Chela abbandona la figlia Pina, Luz annega, Noelia muore di cancro, Marina arriva al comprensorio, Ana decide di piantare una milpa nel cortile di casa, Chela torna dopo tre anni per sparire di nuovo. Ma l’ordine in cui vengono mostrati gli eventi non segue una sequenza lineare, né sono narrati dallo stesso personaggio. Il narrato si configura dunque come una caleidoscopica composizione, con i suoi salti temporali e il dinamismo delle voci narrative.

Umami esplora il rapporto tra tragedia e speranza, morte e vita, perdita e consolazione. Prendere in giro la propria disgrazia può diventare una cura, poiché il tragico e l’umorismo si completano a vicenda e danno origine a una serie di contraddizioni in un atteggiamento che è, tra l’altro, molto messicano. Come il gusto umami, che può essere salato un momento, dolce l’altro, esattamente come la vita, il romanzo di Jufresa gioca con la versatilità e l’instabilità delle emozioni che evocano una sorta di tristezza e nostalgia che ha bisogno di una risata per sentirsi piena.

Laia Jufresa (1983) è una scrittrice messicana. I suoi racconti sono stati pubblicati in varie antologie e riviste come Letras Libres, Pen Atlas, Words Without Borders e McSweeney’s. Nel 2015 è stata selezionata tra i migliori venti scrittori messicani sotto i quarant’anni nell’ambito del progetto México20. È autrice della raccolta di racconti El esquinista (2014). Umami (2015) è il suo primo romanzo.

Sembra molto interessante, vuoi per i temi, vuoi per la struttura. Le tue recensioni solleticano sempre l’appetito (letterario) :).
"Mi piace"Piace a 1 persona
In qualche punto si avverte che è un’opera prima, ma è un romanzo originale e i personaggi hanno voci precise e identità personali. Una bella storia scritta bene.
Grazie Benny per la fiducia 🙏
"Mi piace"Piace a 1 persona
Altro libro che non conoscevo e che probabilmente non avrei conosciuto se non seguissi questo blog. Proponi sempre titoli interessanti e alternativi ai soliti libri strachiacchierati❤️
"Mi piace"Piace a 1 persona
Esatto, mi piace leggere e proporre anche cose che non sono mainstream…. Capita spesso che sorprendano positivamente 👍
"Mi piace""Mi piace"