Come diceva una hit degli anni Ottanta, l’estate finendo. Te ne accorgi soprattutto la sera quando i colori sfumati del tramonto ti avvolgono prima, quando i temporali bagnano sempre più spesso i pomeriggi, e l’erba del giardino torna ad essere verde. Un’estate calda, a volte troppo, ma soprattutto secca: dove abito quando sto in Toscana non ha piovuto da Pasqua a Ferragosto. Ora la natura tira un sospiro di sollievo, e noi con lei. Presto tornerò a Milano, con un po’ di nodo in gola, come sempre quando lascio la Toscana. Anche se poi, dopo qualche giorno che sarò tornata, riprenderò i miei ritmi e ricomincerò ad apprezzare ciò che Milano offre.

Le mie letture di agosto sono state un viaggio stimolante, che mi ha portato nella campagna francese, in Germania, in Corea del sud, in Messico e in Italia. Ecco i libri che ho letto.

Cécile Coulon, Una bestia in Paradiso

Emanuele Trevi, Due vite

Jung-myung Lee, Buio in sala

Laia Jufresa, Umami

Philip Kerr, L’uno dall’altro

Ruska Jorjoliani, Tre vivi, tre morti

Alcune non sono state letture facili, mi hanno lasciato qualche perplessità. Il romanzo che più mi è piaciuto e quindi nomino libro del mese è:

Una bestia in Paradiso è quello che potremmo definire un noir rurale. Ma lo si scopre solo alla fine. All’inizio e per gran parte del romanzo si legge una storia familiare di passioni ambientata in campagna, in una proprietà agricola retta da Émilienne, la matriarca, vedova e nonna di Blanche di cinque anni e del suo fratellino Gabriel di tre, orfani di Marianne (sua figlia) ed Étienne, scomparsi in un incidente d’auto a poche curve da casa. “Siete arrivati in Paradiso” recita il cartello posto all’ingresso della proprietà agricola, ma la vita alla fattoria non sembra essere proprio un paradiso.

Cécile Coulon propone un romanzo oscuro, un noir rurale, come dicevo. Ogni capitolo porta il nome di un verbo, un’azione che dà il tono e scandisce il ritmo. “Far male”, “proteggere”, “costruire”, “scappare” ma anche “uccidere”, “vendicare”… Questo romanzo ci parla della terra, della vita in un ambiente rurale, delle radici, della passione, del tradimento, dell’attaccamento alla terra ma anche dell’esodo verso le città.

Nella scrittura diretta, sanguigna e precisa come una freccia che scocca e centra il bersaglio, c’è una verità sui corpi, sui sentimenti, una violenza nelle relazioni umane assolutamente incredibile. In ciò che accade appare chiaro quanto l’essere umano sia sopraffatto dalla sua stessa natura, per quanto civile possa essere; il libro appartiene al genere di romanzi affascinati dalla ferocia del legame appassionato e familiare.