Blanche aveva ereditato il buon senso della nonna: imparare veloci o morire. Imparare veloci o restare in fondo al gregge, e restare in fondo al gregge, per una ragazza senza genitori e che aveva solo una fattoria e un bracciante innamorato ad aspettarla, significava perdere in partenza. Blanche non era gentile o cortese, né tantomeno educata, ma incredibilmente sveglia, rapida, di una grande vivacità di spirito e di parola.

Una bestia in Paradiso, pag. 48

Una bestia in Paradiso, di Cécile Coulon, E/O Edizioni 2021, traduzione dal francese di Silvia Turato, pagg. 192

Una bestia in Paradiso è quello che potremmo definire un noir rurale. Ma lo si scopre solo alla fine. All’inizio e per gran parte del romanzo si legge una storia familiare di passioni ambientata in campagna, in una proprietà agricola retta da Émilienne, la matriarca, vedova e nonna di Blanche di cinque anni e del suo fratellino Gabriel di tre, orfani di Marianne (sua figlia) ed Étienne, scomparsi in un incidente d’auto a poche curve da casa.

Siete arrivati in Paradiso” recita il cartello posto all’ingresso della proprietà agricola, ma la vita alla fattoria non sembra essere proprio un paradiso. Il Paradiso è la fattoria, con gli animali da accudire, le faccende quotidiane, la fatica, la vita dura della campagna, ruvida proprio come Émilienne che però, quando serve, sa anche avere un cuore tenero. Rimasta vedova, gestisce la sua fattoria grazie a Louis, il bracciante che ha accolto da piccolo, quando fuggì da un padre violento che lo picchiava duramente.

Il tempo passa scandito dai ritmi naturali e Émilienne cerca di riempire il vuoto lasciato dalla morte dei genitori al meglio delle sue possibilità; aiutata da Louis e da Blanche che lavorano instancabilmente al suo fianco, la donna gestisce con saggezza contadina quella particolare famiglia. Blanche cresce forte e volitiva, mentre il fratello Gabriel accusa la perdita dei genitori: chiuso nella sua malinconia, magro e pallido, sembra sempre fuori posto in quella vita rude che richiede molte energie, proprio ciò che a lui manca.

Blanche è la prima della classe a scuola; nella sua classe c’è Alexandre, un ragazzo del paese, figlio di una coppia triste, la mamma addetta alle pulizie del municipio e il padre impiegato delle ferrovie. Hanno una vita mediocre, non sono poveri ma non possono permettersi molto, vivono in una casa angusta. Alexandre è bello, il suo sorriso accattivante e i modi educati conquistano tutti; ma, si capirà più avanti, il suo volto può diventare una maschera che nasconde abilmente i veri sentimenti.

I due ragazzi crescono insieme, condividendo i giochi e aiutandosi a scuola fino a quando, a sedici anni, tra loro nasce un amore adolescenziale che culmina nel primo rapporto sessuale per entrambi. Nascosti nella camera di Blanche, si amano il giorno della macellazione del maiale, momento clou della fattoria, sotto l’occhio geloso di Louis, poco più grande di loro e segretamente innamorato di Blanche.

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Blanche è convinta che Alexandre sia l’amore della sua vita e che, come lei, sia attaccato alla terra, alla loro campagna, pensa che potranno vivere insieme alla fattoria e condurla come la nonna ha fatto fino a quel momento; ma lui non prova lo stesso attaccamento. Anzi, spinto dai brillanti risultati scolastici del liceo e da una irrefrenabile ambizione e desiderio di riscatto sociale, Alexandre parte per la città per studiare economia all’università. La città però, nutrirà ancora di più la sua ambizione, e le sue capacità lo porteranno su una strada ambigua.

Di fronte al suo proposito di lasciare il paese Blanche è devastata, ferita profondamente ma è una combattente, una guerriera come sua nonna, non ammette la sconfitta, lotterà per trasformare il suo Paradiso, per andare avanti contro le difficoltà.

Dodici anni dopo, questo equilibrio finalmente ritrovato rischia di ribaltarsi, quando Alexandre torna al paese e va a cercare Blanche. Di più non dico sulla trama perché è giusto scoprire cosa succede leggendo il romanzo che, dopo un avvio che pare scontato, alza invece il tiro, coinvolgendo il lettore facendogli capire che deve aspettarsi un turning point, facendo sentire la tensione aumentare pagina dopo pagina.

Il triangolo tra Blanche, Alexandre e Louis è come una polveriera sul punto di esplodere, nonostante il ruolo di Émilienne che funge da baricentro: la nonna cerca di tenere in equilibrio e smorzare gli attriti ma le relazioni tra i tre sono così umanamente violente e tese, che è difficile governarle. L’unico che riesce a tenersi al di fuori da questo turbine emotivo è il fratello Gabriel, che decide di andare a vivere fuori dalla fattoria e che riesce a costruire un rapporto d’amore con una ragazza del paese.

Cécile Coulon propone un romanzo oscuro, un noir rurale, come dicevo. Ogni capitolo porta il nome di un verbo, un’azione che dà il tono e scandisce il ritmo. “Far male”, “proteggere”, “costruire”, “scappare” ma anche “uccidere”, “vendicare”… Questo romanzo ci parla della terra, della vita in un ambiente rurale, delle radici, della passione, del tradimento, dell’attaccamento alla terra ma anche dell’esodo verso le città. L’autrice costruisce personaggi estremamente compiuti psicologicamente, persone che vogliono vivere, realizzarsi, amare; ma mostra anche come l’amore può diventare odio, vendetta.

Nella scrittura diretta, sanguigna e precisa come una freccia che scocca e centra il bersaglio, c’è una verità sui corpi, sui sentimenti, una violenza nelle relazioni umane assolutamente incredibile. In ciò che accade appare chiaro quanto l’essere umano sia sopraffatto dalla sua stessa natura, per quanto civile possa essere; il libro appartiene al genere di romanzi affascinati dalla ferocia del legame appassionato e familiare. Come avevo già letto nel suo precedente Tre stagioni di tempesta.

Cécile Coulon scrive un dramma in cui follia e furia finiscono per portare via tutto; un romanzo potente che trasmette nel suo linguaggio poetico tutta la forza dei personaggi, un romanzo in cui desiderio e libertà si scontrano. La fattoria diventa un’arena in cui le donne forti devono lottare per non soccombere.

Succede, talvolta, che le cose avanzino alla loro velocità, senza preoccuparsi di chi rimane ferito, o di chi presto lo sarà.

Qui potete leggere l’incipit.

Cécile Coulon è nata nel 1990. È autrice di sei romanzi, tra i quali Trois saisons d’orage (Tre stagioni di tempesta), vincitore del Premio dei Librai, e di una raccolta di poesie, Les Ronces, vincitrice del Premio Apollinaire. Una bestia in Paradiso è vincitore del Prix littéraire del giornale Le Monde nel 2019.

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