Continuo a perlustrare i cataloghi degli editori per suggerirvi titoli che mi intrigano, naturalmente sperando che vi facciano lo stesso effetto… Questi primi mesi dell’anno sono forse i più forieri di novità: gli editori si preparano per i maggiori eventi letterari rinforzando i cataloghi e ampliando l’offerta per tutti i tipi di gusti.

Il 3X3 di oggi ci porta in tre case che hanno sfornato e continuano a sfornare libri di qualità, rendendo felici molti lettori. Partiamo con Nutrimenti, che pubblica sia narrativa che saggistica e ha un’intera sezione dedicata alle radici marine della CE, Nutrimenti mare. Al Salone di Torino li trovate al Padiglione 3, Stand Q124.
Nutrimenti nasce nell’autunno del 2001 strutturandosi su narrativa, saggistica, il mare e la vela. La saggistica è rivolta soprattutto all’attualità, dalla politica, alla cronaca, ai temi ambientali.
Il 2007 segna un impegno più forte della casa editrice nella narrativa. Nasce Greenwich, collana dedicata all’inizio alla letteratura americana contemporanea, ad autori che si distinguono per innovazione e creatività. Come Percival Everett, con la sua scrittura colta, ricercata, ma prepotentemente vitale, tradotto per la prima volta in Italia da Nutrimenti.
La stessa collana dal 2011 diventa l’unico contenitore per la narrativa, ospitando anche autori italiani ed europei, senza tradire la sua vocazione per la scrittura “alta” e di qualità.

Per la saggistica vi segnalo questo libro:

La democrazia sta fallendo?, di Niheer Dasandi, traduzione di Dea Merlini, pp. 144

Mentre il populismo si diffonde, quali sono i requisiti di una democrazia e quali i rischi a cui andiamo incontro? Una domanda che oggi ha profonde implicazioni per il destino di tutti noi.
Perché, con tutti i suoi limiti, nessun sistema di governo nella storia ha assicurato più libertà, prosperità, pace e stabilità della democrazia. Eppure, anche se solo quattro paesi nel mondo oggi non si definiscono democrazie, molti altri non soddisfano i quattro requisiti fondamentali della democrazia. E dal 2015, i politici populisti sono in aumento anche in Occidente. Il populismo è il nuovo volto della democrazia? La democrazia è semplicemente la volontà del popolo? Quando un governo esistente può affermare di essere veramente democratico?
Tutte questioni che si ripropongono puntualmente anche a ogni proposta di riforma costituzionale e che per questo sono più che mai attuali. Specie con la fine dei partiti di massa del Novecento, l’avvento delle nuove forme di comunicazione via web e la nascita dei partiti ‘personali’ guidati da tycoon, grandi industriali che spesso controllano larghi settori dell’informazione.
La democrazia sta fallendo? analizza l’evoluzione delle forme di democrazia adottate nel mondo, ma anche come funziona una sistema democratico, quali sono i suoi limiti, le sfide che deve affrontare oggi, a cominciare proprio dal populismo, e infine si chiede se le forme contemporanee di democrazia siano ancora adatte allo scopo.

Per la narrativa vi segnalo due titoli. Ecco il primo:

Questo sangue masticato, di Francesco Aloia, pp. 224

O sang se mazzeca ma nun se sputa, il sangue si mastica ma non si sputa. Nel suo romanzo d’esordio Francesco Aloia fa i conti con il passato e la famiglia, tenendo bene a mente l’insegnamento di sua nonna Ada. Dopo essere volato altrove e aver trovato la sua strada, lungo un’estate nei luoghi della sua infanzia fa i conti in particolare con un nonno “ingombrante”, Tanino ’e Bastimento, uomo d’onore che, dopo un paio di omicidi e molti anni di galera, dopo aver sfidato un boss di camorra, ora deve affrontare “in assenza” un ultimo duello, quello con suo nipote. Una storia intensa e complessa che, senza scorciatoie e banalizzazioni, disegna il ritratto di un mondo e di una cultura di relazioni umane.  

Tanino ’e Bastimento, all’anagrafe Carlo Gaetano Orlando, è nato nel 1930 a Napoli, ma è vissuto per lo più a Marano, paese della provincia napoletana sconosciuto ai più fatta eccezione per il pane e per la chiesa di San Castrese.
Figlio di Angelo Orlando, sindaco di Marano e meglio noto come il Mastrone, e di Elena Insegna, ’a Valencia, Tanino ha passato buona parte dei suoi sessantotto anni di vita tra il carcere di Poggioreale e i più disparati penitenziari d’Italia: da Forte Longone a Viterbo, da Benevento a Valdastico. Negli anni di libertà, tra una condanna e l’altra, è stato anche un marito devoto alla sua Ada, padre di sette figli, nonno di svariati nipoti e, soprattutto, non ha mai smesso di essere fedele al suo credo: «Di ordini ne prendeva solo dal destino e da nessun altro».
Ed è il destino a decidere sempre per lui. Fin dalla traiettoria deviata di un proiettile nel 1949, e di un altro ancora nel 1955.

Francesco Aloia è uno dei nipoti di Tanino e suo nonno non l’ha mai conosciuto. A più di vent’anni dalla morte di ’e Bastimento, ha sentito però la necessità di ricostruirne la vicenda con lucidità e precisione, inserendola nella più complessa e intricata storia di famiglia e in quella di un paese, Marano, che non ha mai dimenticato.

Adelaida Gigli è stata una delle figure femminili più sorprendenti dell’Argentina del secolo scorso. Pronta a nascondere armi e dissidenti nella sua casa, a ridere in faccia al potere, a ribellarsi alle convenzioni, a mostrarsi esuberante e dissacrante, Adelaida ha espresso sempre sé stessa fino in fondo e ha dovuto pagare sulla propria pelle l’orrore della censura, della dittatura e della perdita. Il ritratto che ne fa Adrián N. Bravi è appassionato e vivo, irrinunciabile.
Libro presentato da Romana Petri nell’ambito dei titoli proposti dagli Amici della domenica al Premio Strega 2024, semifinalista nella Dozzina.

Nata a Recanati nel 1927 – figlia del pittore Lorenzo Gigli che, con la sua famiglia, durante il fascismo, decise di lasciarsi l’Italia alle spalle alla volta dell’Argentina – Adelaida Gigli è stata un’artista anticonformista e brillante, divertente e ironica nonostante il suo passato drammatico e doloroso.

Affascinante come Jeanne Moreau, piena di spirito come Wisława Szymborska e appassionata delle sigarette come Ingeborg Bachmann, Ade­laida alla fine degli anni Quaranta è a Buenos Aires e si tuffa nella vita politica e letteraria della città.
Insieme al marito David Viñas e ad altri intellettuali, fonda la rivista Contorno, destinata a diventare un punto di riferimento per l’Argentina degli anni Cinquanta, una esperienza dal basso e politicamente schierata con le classi più indigenti, in contrasto con la ricca e altolocata Sur di Victoria Ocampo. In quegli anni Adelaida ha due figli, Mini e Lorenzo, militanti del gruppo rivoluzionario montoneros. Entrambi ‘desaparecidos’, lei nel 1976, lui nel 1980.  Subito dopo il colpo di stato del 1976 e la straziante perdita dei figli, Adelaida è costretta a lasciare l’Argentina per recarsi a Recanati, suo paese natale, dove comincia una nuova vita artistica e personale. Sempre nella città di Leopardi, muore nel 2010, in un ricovero, nel quale trascorre gli ultimi nove anni, in solitudine.

Adrián N. Bravi ripercorre con amicizia e grazia le tappe della vita di una donna d’eccezione, che ha potuto conoscere e di cui è stato confidente, e mentre lo fa ci racconta gli anni della dittatura, l’impegno politico dei più giovani, il fermento culturale, la forza della letteratura argentina. Come si può rimanere al mondo dopo la perdita dei propri figli? Come ha vissuto chi si è salvato scappando dalla persecuzione politica? In questo romanzo biografico l’umanità formidabile di una donna e di un’artista emerge e commuove, mentre la scrittura racconta la potenza della memoria, dell’affetto e della resistenza contro ogni tentativo di cancellazione e oblio.

La prossima casa editrice di cui andiamo a sfogliare il catalogo è 66thand2nd. 66thand2nd è stata fondata a Roma nel 2008. Il nome è un omaggio a New York. Sixtysixthandsecond infatti è l’incrocio tra la Sessantaseiesima Strada e la Seconda Avenue, a Manhattan, dove gli editori hanno creato il primo nucleo del progetto editoriale di 66thand2nd – un progetto, come suggerisce il logo ispirato alla segnaletica delle freeway, che guarda con attenzione ai fermenti della narrativa angloamericana, ma anche aperto alle letterature altre e ai talenti italiani.
Distribuita dal gruppo Messaggerie, 66thand2nd si è affacciata sul mercato nel 2009 con due collane, Attese e Bazar, a cui si sono aggiunte Bookclub nel 2011 e B-Polar nel 2012. Nel 2013 invece esordirà Vite inattese, un’apertura in direzione del memoir.
Al Salone di Torino li trovate al Padiglione 3, Stand N102.

Personalmente amo molto le due collane Bazar e Bookclub. Bazar è una collana che fa viaggiare il lettore in tutto il mondo; qui ho trovato tanti titoli attinenti all’Africa, quando ancora pochi se ne trovavano in giro. Proprio qui ho scoperto Yewande Omotoso, Alain Mabanckou, A. Igoni Barrett, Madeleine Thien.
Bookclub è come un circolo letterario, ha un’anima molto anglosassone, e vi si trovano libri che contengono storie ma anche riflessioni sulla società attuale, sulle sfide che ci attendono.
Il libro che sto leggendo in questi giorni e chi consiglio è proprio inserito in questa collana.

Libro finalista del Premio Strega Europeo 2024
Libro vincitore del Booker Prize 2023.
Con una scrittura rapida e senza pause, il romanzo ricrea l’atmosfera carica di tensione di una dittatura in ascesa e segue le vicende della protagonista, che dovrà capire fino a che punto può spingersi per salvare sé stessa e le persone che ama.

A Dublino, in una sera buia e piovosa, la scienziata Eilish Stack apre la porta di casa e si trova di fronte due agenti della polizia segreta. Sono lì per interrogare suo marito, un sindacalista. In questa inquietante distopia, Paul Lynch immagina una Repubblica d’Irlanda che scivola nel totalitarismo dopo l’ascesa del partito di destra National Alliance, che ha preso il potere in risposta alle pressioni dei sindacati per l’aumento dei salari degli insegnanti.

Sempre nella collana Bookclub si trova il secondo libro che vi propongo:

«Ero triste, di una tristezza vischiosa e pervasiva, come melassa o incenso. E soprattutto, era cosi che volevo descrivermi».
A vent’anni Sara Marzullo non sa spiegare la sua malinconia, così se la tatua addosso, si veste di nero e legge solo poetesse. All’improvviso la confusione e lo spaesamento della giovinezza si condensano in un’identità che è anche, indissolubilmente, un’estetica, quella della sad girl. In mezzo a Sylvia Plath e Anne Sexton, Le vergini suicide, Tumblr e innumerevoli altre testimonianze raccolte online di ragazze interrotte, scopre di essere meno sola, ma soprattutto che le ragazze, perfino quelle tristi, sono irresistibili oggetti del desiderio.
Oggi, dieci anni dopo, Marzullo si interroga su cosa si nasconda dietro l’ossessione sociale e culturale verso le giovani donne. Dal capitale erotico al business sempre rinnovato delle pop star, dall’industria della prima persona al tema dominante della ragazza scomparsa, questo libro indaga e smonta gli archetipi e gli stereotipi che plasmano le ragazze condizionandone i comportamenti e l’educazione sentimentale e sessuale. Lucido e viscerale, intimo e pubblico, Sad girl ci domanda, e ci racconta, cosa significa davvero essere una ragazza oggi.

Il terzo libro invece è compreso nella collana Attese: è dedicata a tutti quei libri in cui lo sport, la competizione – non solo l’agonismo o la tecnica, ma anche il sogno e l’attesa che sempre accompagnano le gare e i fatti legati allo sport – offrono lo spunto per una narrazione più ampia e costituiscono le scintille che innescano il desiderio e il gioco della scrittura. 

Ayrton Senna e Alain Prost hanno portato in pista quello che è ancora oggi il duello più drammatico nella storia della Formula 1. Non si sono mai presi a pugni, ma si sono presi a «sportellate» con le loro auto, rischiando il tutto per tutto. Due campioni, ma soprattutto due uomini molto diversi per come interpretavano la vita e il loro sport.
La complessità di Ayrton contro la furbizia di Alain. La velocità assoluta del brasiliano contro i calcoli perfetti del francese. Qualcuno ha provato a metterli nella stessa squadra alla McLaren, ma ha dovuto lasciar perdere perché i due sono arrivati a non rivolgersi più la parola e a mancarsi di rispetto in gara e fuori.
Ma questa rivalità li ha spinti a superare i propri limiti. A tentare di dare sempre il meglio sia in corsa sia quando c’era da diventare abili politici per manipolare chi in quegli anni gestiva la Formula 1. Si sono odiati e ostacolati, hanno suscitato polemiche e rancori, ma alla fine, quando Prost si è ritirato, Senna continuava a cercarlo perché senza quella rivalità si sentiva vuoto, tanto che l’ultima frase pronunciata via radio prima di morire a Imola è stata: «Alain mi manchi».

Eccoci arrivati alla terza casa editrice di cui vi parlo oggi: minimum fax.
Nel 1994 escono i primi libri, i Segreti d’autore di Luigi Amendola e Scrivere è un tic di Francesco Piccolo, e altri a venire sul mestiere dello scrittore e su tutto ciò che sta attorno ai processi della scrittura: lavoro tuttora in corso, nella collana Filigrana.
Nel 1995 l’uscita del primo libro della collana Sotterranei, che ha aperto il fronte di ricerca sulla letteratura americana. Era una raccolta di poesie, Scene Italiane di Lawrence Ferlinghetti. Da allora tanti scrittori contemporanei – come Jonathan LethemRick MoodyJennifer Egan e David Foster Wallace, tradotto da minimum fax per la prima volta nel mondo fuori dagli Stati Uniti – e i padri letterari della generazione precedente, come BukowskiVonnegutCarver. La CE si è poi dedicata a valorizzare l’opera di Richard Yates, John BarthBernard MalamudWalter Tevis, fra gli altri, nel percorso di minimum classics.
Nel 2000 la nascita di Nichel, la collana dedicata alla narrativa italiana, otto la direzione di Nicola Lagioia. Vi sono inoltre le collane minimum fax cinema minimum fax musica.
Al Salone di Torino li trovate al Padiglione 3, Stand Q102.

Francesco Lentini nasce con tre gambe, quattro piedi, sedici dita e due genitali, in una Sicilia di fine Ottocento dove la sua vita si prospetta misera e inevitabilmente destinata alla vergogna. Finché a nove anni l’incontro con un impresario gli cambia la vita: Francesco diventa Frank e si trasferisce negli Stati Uniti, dove la sua «mostruosità» diventa una «meraviglia» per tutti gli avventori dei circhi, delle fiere e dei freak show.
È l’inizio di una carriera straordinaria, che l’autore ci racconta partendo da interviste, documenti originali e ricerche negli archivi dei giornali americani degli ultimi centotrent’anni. È una storia di immigrazione e di riscatto ma anche di diversità, che si intreccia con l’ascesa e il declino dei controversi spettacoli in cui venivano esibite persone dall’aspetto insolito o con disabilità fisiche. Sullo sfondo, tra le grandi città e l’immensa provincia, scorre mezzo secolo di storia americana.
Storia incredibile dell’uomo con tre gambe è una biografia sotto forma di romanzo e un inno di affascinante leggerezza alle vite storte e laterali che, proprio perché perennemente sospinte verso i margini, hanno il potere di donarci una prospettiva inedita sul mondo.

Era il 1974 quando Gianni Minà incontrò per la prima volta faccia a faccia Fidel Castro, in occasione di un match di boxe all’Avana. Nel tunnel che conduceva agli spogliatoi dei pugili gli rivolse alcune domande, alle quali il líder máximo replicò: «Dovremmo vederci in ufficio, per rispondere a tutto. Siamo in piedi, qui». Qualunque altro giornalista avrebbe considerato quella di Fidel una risposta di cortesia, ma non Minà, che da quel giorno lavorò incessantemente per dare seguito all’invito, fino a ottenere, nel 1987 e di nuovo nel 1990, le due interviste più lunghe mai rilasciate da Castro a un giornalista occidentale. Due autentici scoop, seguiti da altri due incontri, l’ultimo dei quali, nel 2015, un anno prima che Fidel morisse, in occasione della visita di papa Francesco a Cuba.

Proposte per la prima volta assieme, queste quattro interviste rappresentano un’occasione unica per riflettere su una Rivoluzione tra le più longeve della storia, al netto sia delle mitizzazioni che delle condanne a priori. Dagli anni della rivolta contro il regime di Fulgencio Batista all’amicizia e al sodalizio con Che Guevara; dall’embargo statunitense e il disastro della Baia dei Porci alla crisi missilistica; dai rapporti con l’Unione Sovietica alla lunga stagione delle riforme economiche; dalla questione dei diritti umani agli scenari post-guerra fredda e al ruolo della Chiesa cattolica come facilitatrice di nuove forme di dialogo, Fidel non si sottrae al confronto, né Minà al compito di porre domande scomode.

Ne emerge il ritratto di un uomo complesso e di grande spessore, in grado di far coesistere luci e ombre, e di intuire con grande anticipo i problemi del nuovo millennio.

Il terzo libro che vi propongo è un romanzo di Richard Yates, uno dei miei scrittori preferiti (lo trovate recensito qui sul blog):

Easter Parade, uscito originariamente nel 1976, è un romanzo esemplare della sensibilità di Yates: una saga familiare senza concessioni al romanticismo, un limpido ritratto di esistenze borghesi in bilico tra la mediocrità e le aspirazioni. Le protagoniste sono due sorelle, dal carattere diverso – Sarah più solare e convenzionale, Emily più chiusa e indipendente – ma sempre unite da un legame che a tratti si trasforma in rivalità; i loro destini si dipanano per quasi cinquant’anni, sullo sfondo di un’America che man mano perde la sua innocenza gioiosa (quella immortalata in un’istantanea della parata di Pasqua a cui si riferisce il titolo), alla ricerca di una «felicità» difficile tanto da identificare quanto da ottenere.

Alla prossima!