Scrivere di una persona reale e scrivere di un personaggio immaginato alla fine dei conti è la stessa cosa: bisogna ottenere il massimo nell’immaginazione di chi legge utilizzando il poco che il linguaggio ci offre. Far divampare un fuoco psicologico da qualche fraschetta umida raccattata qua e là.
Due vite, di Emanuele Trevi, Neri Pozza Bloom 2020, pagg. 121, Libro vincitore del Premio Strega 2021
Leggo ora, a distanza di tempo, il libro di Trevi. Il libro, che mi è stato regalato prima della vincita allo Strega, era rimasto indietro, ma sapevo che prima o poi lo avrei ripescato. Una lettura che si compie ora, nello tempo lento dello svago estivo; un andamento perfetto per immergersi nel ritratto di una amicizia a tre che ha lasciato un segno indelebile nell’autore. Tratteggiando, con affetto, le vite dei due amici, Emanuele Trevi infatti, persegue una ricerca narrativa fondata sulla memoria e, al contempo, rende un sentito omaggio a due talentuosi scrittori italiani.
Emanuele Trevi racconta l’amicizia che l’ha legato a Rocco Carbone e Pia Pera. Lo fa attraverso un “romanzo” – definizione che gli va stretta – mescolando narrativa, autobiografia, biografia e critica con uno stile inconfondibile e affascinante. Un testo a tratti commovente, condotto con una scrittura raffinata e delicata, frutto di un sentimento di profonda amicizia e stima, nonché della capacità dell’autore.
Era una di quelle persone destinate ad assomigliare, sempre di più con l’andare del tempo, al proprio nome. Fenomeno inspiegabile, ma non così raro. Rocco Carbone suona, in effetti, come una perizia geologica. E molti lati del suo carattere per niente facile suggerivano un’ostinazione, una rigidità da regno animale. (..) Si fidava solo delle vocazioni capaci di risucchiarlo al loro interno in maniera totale. (..) Non era mai contento di nulla. Nella storia mondiale della letteratura, è difficile immaginare qualcuno che abbia preso ogni aspetto del lavoro di traverso come Rocco.
Rocco Carbone e Pia Pera sono scrittori prematuramente scomparsi qualche tempo fa (Carbone in un tragico incidente stradale e Per di sclerosi multipla) e legati, durante la loro breve esistenza, da profonda amicizia. Trevi ne delinea le differenti nature: incline a infliggere colpi quella di Rocco Carbone per le Furie che lo braccavano senza tregua; incline a riceverli quella di Pia Pera, per la sua anima prensile e sensibile, cosi propensa alle illusioni. Ne ridisegna i tratti: la fisionomia spigolosa, i lineamenti marcati del primo; l’aspetto da incantevole signorina inglese della seconda, così seducente da non suggerire alcun rimpianto per la bellezza che le mancava.
Nel fondo dell’anima di Pia (la “signorina inglese”; una specie di Mary Poppins all’incontrario), anche nei momenti più difficili e disperati, resisteva sempre una vocazione inestirpabile ad accudire, proteggere – esseri umani, animali, vegetali. E quel gesto protettivo catturato dalla foto le è così connaturato che assomiglia più al respiro e al battito del cuore che alle decisioni consapevoli.
Ne mostra anche le differenti condotte: l’ossessione della semplificazione di Rocco Carbone, impigliato nel groviglio di segni generato dalle sue Furie; la timida sfrontatezza di Pia Pera che, negli anni della malattia, si muta in coraggio e pulizia interiore. Tuttavia, la distanza giusta, lo stile dell’unicità di questo libro non stanno nell’impossibile tentativo di restituire esistenze che gli anni trasformano in muri scrostati dal tempo e dalle intemperie. Stanno attorno a uno di quegli eventi ineffabili attorno a cui ruota la letteratura: l’amicizia. Nutrendo ossessioni diverse e inconciliabili, Rocco Carbone e Pia Pera appaiono, in queste pagine, come uniti da un legame fino all’ultimo trasparente e felice, quel legame che accade quando «Eros, quell’ozioso infame, non ci mette lo zampino».
Questo è proprio ciò che definiamo lo spirito, ovvero la possibilità che la nostra esistenza, che trascorre tutta intera nella carne e nei suoi bisogni, possieda anche un’ombra, una quintessenza che la porti fuori da se stessa. Perché noi viviamo due vite, entrambe destinate a finire: la prima è la vita fisica, fatta di sangue e respiro, la seconda è quella che si svolge nella mente di chi ci ha voluto bene. E quando anche l’ultima persona che ci ha conosciuto da vicino muore, ebbene, allora davvero noi ci dissolviamo, evaporiamo, e inizia la grande e interminabile festa del Nulla, dove gli aculei della mancanza non possono più pungere nessuno.
Vi suggerisco di leggere l’articolo di Emanuele Trevi apparso su minima&moralia dedicato a Rocco Carbone. Così come quello dedicato a Pia Pera, uscito su Alias (inserto del Manifesto) e ripreso da minima&moralia.


Emanuele Trevi è uno dei critici più celebri della sua generazione oltre che premiato scrittore. Ha tradotto e curato edizioni di classici italiani e francesi: si ricordano testi dedicati a Leopardi, Salgari, e autori italiani del Novecento. Tra le sue collaborazioni citiamo: il «Manifesto» (Alias) e la trasmissione radiofonica Lucifero di Radio Tre, con una sezione dedicata alla poesia. Il suo libro Istruzioni per l’uso del lupo ha riscosso un notevole successo. Redattore di «Nuovi Argomenti», ha fatto parte della giuria del premio Calvino nel 2001, e del premio Alice 2002.
Nel 2012 esce per Ponte alle Grazie il libro Qualcosa di scritto.
È stato editor per Fazi e ha collaborato con la casa editrice Quiritta.
Tra le sue pubblicazioni: Istruzioni per l’uso del lupo (Castelvecchi 1994), Musica distante (Mondadori 1997), Figuracce (Einaudi 2014), Il popolo di legno (Einaudi Stile Libero 2015), Sogni e favole (Ponte alle Grazie 2019), Viaggi iniziatici (UTET 2021) e Due vite (Neri Pozza 2021) vincitore del Premio Strega nel 2021.
A me Due vite è piaciuto moltissimo
"Mi piace"Piace a 1 persona
Mi piace molto come scrive, il suo stile.
"Mi piace""Mi piace"
Di Pia Pera lessi Al giardino ancora non l’ho detto.
Intenso ed incantevole.
"Mi piace"Piace a 1 persona
Grazie per il tuo commento sul libro!
"Mi piace""Mi piace"
Un libro che non conoscevo ma che adesso ho una grandissima voglia di leggere. Hai scritto una recensione meravigliosa, molto toccante❤️
"Mi piace"Piace a 1 persona
E’ una grande attestazione di amicizia, di quelle che sanno accettare le persone per quello che sono, con luci ed ombre.
"Mi piace""Mi piace"