Il mestiere di leggere. Blog di Pina Bertoli

Letture, riflessioni sull'arte, sulla musica.

La terra d’ombra

INCIPIT

PROLOGO

La targa del governo sul pick up lo smascherava sempre, prima ancora del suo accento del Kansas. Dopo dieci anni al servizio della TVA, la Tennessee Valley Authority, aveva imparato che la migliore accoglienza in cui poteva sperare era un oscuro fatalismo. Lo avevano maledetto e gli avevano sputato addosso, gli avevano negato un posto dove mangiare e dormire, gli avevano squarciato le gomme e rotto gli specchietti e il parabrezza. Avevano estratto coltelli e pistole, brandito asce e forconi.
Ma lì era andata diversamente. Non c’era nessuno da sfrattare e, una volta che ebbe spiegato dove sarebbe comparso il lago, gli sguardi truci e i toni scontrosi cessarono. Quella valle non sarà mai abbastanza sepolta per me, disse un uomo anziano di nome Parton, e quelli con cui condivideva la panchina davanti al negozio gli diedero ragione con un movimento del capo. Quando gli chiese perché, il vecchio bofonchiò che succedevano solo brutte cose in quella valle. Si congedò dagli uomini seduti e tornò al pick up. Era abituato alle zone rurale, a chi ci viveva e alle loro superstizioni, alcune se le era anche appuntate per raccontarle ai colleghi della TVA.
Controllò il percorso e uscì da Mars Hill, passando davanti al college che aveva lo stesso nome insolito della città. Uno striscione appeso sopra il cancello principale dava il benvenuto alla classe del 1957. La strada saliva per poi scendere dolcemente prima di salire di nuovo. Parcheggiò dove due scudisciate di vernice blu rallegravano il tronco di una quercia che fungeva da segnale e proseguì a piedi per mezzo miglio su per un canalone scavato dalle piogge, fino alla fattoria abbandonata il cui unico abitante, almeno stando agli atti del tribunale di Marshall, era un certo Slidell Hampton. Non lontano da lì si ergeva un granaio in decadimento, con accanto un cimitero di famiglia posto abbastanza in alto da non dover spostare le tombe. Il tempo e le intemperie avevano cancellato nomi e date salvo quelli sulle due lapidi di marmo. Tirò fuori il fazzoletto e si asciugò il sudore che gli colava sul viso, rimpiangendo di non aver portato la borraccia rimasta sul pick up.

Ron Rash

Recensione