Lo scrittore Emmanuel Carrère è il vincitore della decima edizione del Premio Strega Europeo. Nato a Parigi nel 1957, Carrère ha vinto col romanzo, edito in Italia da Adelphi con la traduzione di Francesco Bergamasco, V13. Già vincitore del Prix Ajourd’hui, lo scrittore parigino ha avuto la meglio sugli altri quattro finalisti. Si tratta di:

Rombo di Esther Kinsky (Iperborea), tradotto da Silvia Albesano; 

L’orecchio di Kiev di Andrei Kurkov (Marsilio), tradotto da Claudia Zonghetti; 

Strega di Johanne Lykke Holm (NN Editore), tradotto da Andrea Stringhetti; 

Pietra e ombra di Burhan Sönmez (Nottetempo), tradotto da Nicola Verderame.

Nella stessa occasione riconosciuto un premio anche a Francesco Bergamasco, traduttore italiano del titolo vincitore.

Scandito in tre parti – « Le vittime », « Gli imputati », « La corte » –, V 13 raccoglie, rielaborati e accresciuti, gli articoli (apparsi a cadenza settimanale sui principali quotidiani europei) in cui Emmanuel Carrère ha riferito le udienze del processo ai complici e all’unico sopravvissuto fra gli autori degli attentati terroristici avvenuti a Parigi il 13 novembre 2015 – attentati che, tra il Bataclan, lo Stade de France e i bistrot presi di mira, hanno causato centotrenta morti e trecentocinquanta feriti. Ogni mattina, per quasi dieci mesi, Carrère si è seduto nell’enorme « scatola di legno chiaro » che era stata fatta costruire appositamente e ha ascoltato il resoconto implacabile di quelle « esperienze estreme di morte e di vita » – le testimonianze atroci di chi aveva perduto una persona cara o era sopravvissuto alla carneficina strisciando in mezzo ai cadaveri, i silenzi e i balbettii degli imputati, le parole dei magistrati e degli avvocati –, e lo ha magistralmente narrato, riuscendo a cogliere non solo l’umanità degli uni e degli altri (sconvolgente, ammirevole o abietta che fosse), ma anche la terribile ironia dei discorsi e delle situazioni. Da questa discesa agli inferi, da questo groviglio di orrore, di ideologia, di follia e di sofferenza, Carrère sa, sin dal primo giorno, che uscirà cambiato – così come uscirà cambiato, dalla lettura del suo libro, ciascuno di noi.

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