INCIPIT
Altre cose
A Georges Perec, che purtroppo ci ha lasciato
A malincuore, Olga Leonovna decise di vendere la casa di famiglia ereditata alla morte dei nonni. Dopo estenuanti trattative, Vladimir Vladimirovic prese in prestito da conoscenti una somma di denaro favolosa. Fu così che nell’estate del 1967 i genitori di Iulian acquistarono un piccolo appartamento di recente costruzione nel quartiere Riscanovca. Pagarono solo metà dell’importo: la somma restante dovevano estinguerla nel giro di dieci anni, cosa che costrinse i due a una fatica degna di Sisifo. Nonostante tutto si sentivano felici. Non erano membri del partito, funzionari pubblici, scrittori del popolo o ingegneri qualificati di Novosibirsk e Omsk, i quali avevano la certezza di ottenere, prima o poi, una casa a titolo gratuito. Date le circostanze, sapevano che ce l’avrebbero fatta solo grazie alla propria perseveranza.
Durante i primi mesi, quando dormivano su un decrepito letto pieghevole posizionato al centro di una camera vuota, pervasa dall’odore d’intonaco, l’appartamento sembrava addirittura spazioso. Il dubbio cominciò a insinuarsi il giorno del trasloco. Su una superficie totale di quarantuno metri quadrati, verificata un numero infinito di volte, la loro abitazione si componeva di un piccolo ingresso, una cucina minuscola, una camera da letto di medie dimensioni, una stanza multifunzione – soggiorno, camera degli ospiti – e un balcone che nel corso degli anni sarebbe divenuto un’estensione ammuffita della biblioteca. A poco a poco, il frigorifero, la televisione, i letti, le sedie, le poltrone, gli armadi, i comodini e la credenza – acquistati quasi tutti a credito – ridussero drasticamente lo spazio disponibile, limitando i movimenti. La verità che all’inizio non vollero riconoscere – un bilocale era il massimo cui potevano aspirare, e mai sarebbero riusciti a trasferirsi in un appartamento più grande – li rese irrimediabilmente prigionieri di un rituale inutile e logorante: almeno una volta ogni tre mesi riposizionavano i mobili, cercando di trovare la combinazione perfetta che gli avrebbe permesso di guadagnare due-tre metri quadrati di spazio vitale.
Iulian Ciocan