Federico García Lorca è senza dubbio uno dei poeti più conosciuti al mondo. E’ stato anche un grande autore teatrale, forse meno valorizzato di altri. Conosceva molto bene la musica e collaborò con musicisti, e il suo orecchio musicale plasma i suoi versi. Non sono del tutto sicura che la sua poetica sia compresa fino in fondo, spesso è identificato con la Spagna andalusa, con i gitani, in modo riduttivo: mondi che gli appartengono, certo, ma non nella accezione folkloristica. Il suo essere andaluso viene dalle regioni remote di un passato che affonda le radici nella dominazione araba, di cui riprende forme poetiche (consiglio di leggere la raccolta “Divan del Tamarit“), espressioni e temi, innestato sullo spirito spagnolo. Temi come l’amore sofferente, il destino, la morte provengono da questo retaggio; così come dalle sue radici provengono l’identificarsi con i deboli, con gli emarginati, della sua terra ma anche di una terra straniera come gli Stati Uniti, che visitò e conobbe, e di cui scrisse nella raccolta “Poeta en Nueva York“.
Ma non sono qui, oggi, per fare una lezione sul poeta che tanto amo: certo, vi invito a leggere le sue opere e a conoscerlo (qui sul blog trovate una sezione interamente dedicata a lui), se già non lo avete fatto, ma oggi vorrei riportare un suo intervento, che risale agli anni Venti ma che è oggi più attuale che mai. Eccolo:
“Sono uno spagnolo integrale e mi sarebbe impossibile vivere fuori dei miei limiti geografici, ma odio chi è spagnolo per essere soltanto spagnolo. Sono fratello di tutti ed esecro l’uomo che si sacrifica per un’idea nazionalista astratta, per il solo fatto che ama la propria patria con gli occhi bendati. Il cinese buono mi è più vicino dello spagnolo cattivo. Canto la Spagna e la sento fin dentro le midolla: ma – prima di questo – sono uomo del mondo e fratello di tutti. Tanto per cominciare, non credo alle frontiere politiche.”
Che dire?
Vi lascio una piccola poesia, di quelle meno note – le altre le trovate dappertutto, penso sia uno dei poeti più citati nel web – ma densa di sentimento.
“Il Ritorno”
Ritorno
con le mie ali.
Lasciatemi tornare!
Voglio morire essendo
l’alba!
Voglio morire essendo
ieri!
Torno
Con le mie ali.
Lasciatemi tornare!
Voglio morire essendo
sorgente.
Voglio morire fuori
del mare.
Non la conoscevo. Bellissima! Grazie
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Sì, anche a me piace moltissimo. E’ nelle “Suites”, la “Suite del regreso”, “Suite del ritorno”, dedicata a Luis Buñuel
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molto bella e intensa … ciao Marina
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Splendida poesia, blog molto interessante, torno con calma, grazie per essere passata a trovarmi e avermi così permesso di scoprirlo. Buona serata e a presto!
Alexandra
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Grazie, l’interesse è reciproco, come avrai capito! A ri-leggerci! 🙂
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