L’uomo ha fatto della Terra un inferno per gli animali. Arthur Schopenhauer

Puoi conoscere il cuore di un uomo già dal modo in cui egli tratta gli animali. Immanuel Kant

Parto da queste due riflessioni sul rapporto tra l’uomo e gli animali, e poi lo allargo all’ambiente, al pianeta che abitiamo e che ci stiamo impegnando a distruggere. Alle risorse che dissipiamo in mezzo all’indifferenza. Non tutti, per fortuna.

Non l’autrice di questa raccolta di racconti – nella vita reale – né i suoi personaggi, nella finzione narrativa.

Paradisi minori, di Megan Mayhew Bergman, NNEditore 2017, traduzione di Gioia Guerzoni, illustrazione in copertina “Jewel” di Anita Inverarity

Bergman copertina 3Chi sono i protagonisti di questa raccolta di racconti appena pubblicati da NN Editore? Sono di due tipi: essere umani e animali ed entrambi riempiono le storie con la loro presenza, spesso compenetrandosi a tal punto da umanizzare gli animali o da tirare fuori l’animale che abita in ciascuno degli esseri umani.

Gli esseri umani che incontriamo tra le pagine sono molti e diversi tra loro, ma tutti fanno emergere domande esistenziali che toccano il senso della vita, nel suo arco completo: da una presenza ancora embrionale che si deve decidere se fare nascere o che viene scrutata attraverso l’ecografia, a un fragile bambino, ad un adulto che vorrebbe riprovare le stesse sensazioni di quando era figlio, a un genitore anziano da accudire o appena scomparso.

Ci sono le domande sulla sopravvivenza su questo pianeta, il rapporto dell’uomo con l’ambiente, gli stili di vita. C’è la natura selvaggia appena fuori dal cancello di casa che spaventa e al tempo stesso protegge, facendoti sentire parte integrante di essa.

Ci sono quesiti etici sulla conservazione delle specie minacciate e l’impegno dei volontari dei rifugi per gli animali che fanno di questa attività una missione.

C’è tanto amore, raccontato con gentilezza e onestà, senza cercare grandi storie ma sezionando la vita ordinaria di esseri imperfetti, indecisi, ma al tempo stesso capaci di fare delle scelte quando in gioco ci sono i valori in cui credono e per i quali lottano, anche a costo di rimanere da soli.

Bergman apertoGli animali che popolano questi racconti non sono uno sfondo o una cornice: essi sono protagonisti, quando amano l’umano che li accudisce o quando lo feriscono, in un rapporto di mutua necessità, di interdipendenza. Sono a volte la scoperta, altre la cartina al tornasole delle fragilità umane.

Il baricentro dei racconti della Bergman sono i rapporti tra essere umani: l’asse predominante è tra madri e figli, “quella solida linea di donne forti, con le idee chiare e le ricette tramandate di madre in figlia, e così innamorate del mondo, le unghie sporche di terra e la bocca piena di frasi copiate dai parenti o tratte da vecchie canzoni”; un sistema di rapporti non sempre facile, ma senza il quale non saremmo ciò che siamo:

Le madri ci intossicano. le idolatriamo, le diamo per scontate, le odiamo, biasimandole ed esaltandole più di chiunque altro faccia parte della nostra vita. Setacciamo le prove del loro amore, per rassicurarci del loro affetto, della sua origine biologica. Possiamo rubare e mentire e scappare, loro ci ameranno comunque.

Ci sono le ansie di una madre single che conosce le difficoltà della vita e che vorrebbe spianarle per suo figlio:

Voglio sistemare tutto. Voglio che mio figlio abbia solo atterraggi facili. Non voglio che sappia che esiste gente come la mamma di Louis, che le persone cadono in trappole di dolore e non riescono più a uscirne.

E tra padri e figlie, come nell’ultimo racconto, ambientato in un ipotetico quanto possibile futuro, in cui una figlia cerca di tenere in vita il padre con tutto l’amore di cui è capace:

Mio padre aveva novantun anni e la demenza senile, ma continuava testardamente a cercare l’amore. L’agenzia di incontri lo aveva abbinato a Susan – una femminista ottuagenaria che aveva messo “flipper” e “piante in vaso” come hobby. Aveva un principio di Alzheimer e parlava masticando gomme alla nicotina. Si vedevano da un mese e nei momenti di lucidità papà era innamorato. (..) L’amore li tiene nel presente, una relazione è uno slancio verso il futuro.

Ma non solo, perché le persone sono anche mogli e mariti, compagni di vita, e dunque presenti con le dinamiche di relazione, con gli scontri su scelte che o dividono o uniscono, senza vie di mezzo. Ci sono coniugi che hanno vissuto una vita intera insieme e coppie che hanno provato a tenersi unite ma non ci sono riuscite: insomma, l’umana galleria delle vite imperfette, quelle che ciascuno di noi ha vissuto nella sua storia personale.

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Megan Mayhew Bergman vive nel Vermont, in una fattoria popolata da molti animali, con suo marito, veterinario, e due figlie. È cresciuta nel North Carolina e vi dico tutto questo perché lo ritroverete nei racconti, perché parla di una realtà che ben conosce e ama e dunque ne sa cogliere sfumature e ed essenza. Questa è la sua prima raccolta di racconti: naturalmente, non svelerò quale è il mio preferito… non vedo l’ora di leggere altro di suo!

L’incipit lo trovate qui.