Il giorno seguente gli abitanti del villaggio abbonati al Daily Courier furono sorpresi di vedere un articolo in prima pagina intitolato Villaggio Pazzo fornire una raccapricciante descrizione degli ultimi minuti di vita del macellaio, insieme a un’altra, non altrettanto spaventosa, della fine del mugnaio. L’articolo concludeva con le parole: Gli abitanti di questo remoto paesino si chiedono l’un l’altro: «Chi sarà il prossimo a cadere vittima della fatale pazzia?»
Chi è partito e chi è rimasto, di Barbara Comyns, Safarà editore 2018, ed. originale 1954, traduzione di Cristina Pascotto
Ho letto con grande piacere questo romanzo della scrittrice inglese Barbara Comyns; un romanzo che viene definito un piccolo capolavoro. E lo è. Lo è davvero. Appena 135 pagine che mi hanno tenuta in pugno finché non sono arrivata alla fine. Una scrittura di raro fascino, una grandissima capacità di costruire scene che da bucoliche iniziano pian piano a tingersi di nero, un crescendo di avvenimenti funesti che mettono il lettore nella posizione di non sapere come andrà a finire e cosa aspettarsi. Una galleria di personaggi eccentrici che l’autrice crea con penna sapiente, facendoli muovere sulla scena e mostrandoli con vivida lucidità in ogni loro aspetto: che sia cattiveria, o dolcezza, pazzia o egoismo, ogni tratto dei personaggi è un tassello opportunamente aggiunto al al momento giusto.

La storia è ambientata in un piccolo villaggio inglese di fine Ottocento e, nelle scene di vita quotidiana, se ne può cogliere appieno l’atmosfera, a tratti bucolica, in certi momenti cupa, quasi da dark novel. Accadono fatti strani, tragici: una serie di morti a cui non si riesce a dare una spiegazione. Ma non aspettatevi scene truci o splatter: il tutto è descritto in modo realistico, ma con la leggerezza e l’ironia tutta inglese.
I protagonisti sono gli abitanti del villaggio, ma l’attenzione si focalizza sulla famiglia Willoweed, tiranneggiata dalla dispotica nonna, a cui nessuno riesce a tenere testa. La vecchia possidente – egoista e meschina – si comporta in modo odioso con tutti e naturalmente è odiata da tutti. Il figlio Ebin, soggiogato e ricattato da lei per questioni economiche, cerca la sua rivalsa; i nipoti la rifuggono, e le domestiche la temono come la peste nera.
Il racconto si apre con l’inondazione del villaggio causata dal fiume che l’attraversa, con conseguenze disastrose soprattutto per gli animali, che soccombono tristemente all’acqua. Ma ben presto, per motivi tutti da indagare, saranno le persone a fare una brutta fine, e gli abitanti sbigottiti e impauriti iniziano a buttare lì le più disparate supposizioni. Il medico del villaggio si prodiga a curare e a cercare di accertare la verità, mentre i giornalisti accorrono nel villaggio, attirati dalla incredibile vicenda.
Non vi dico di più perché vi rovinerei la lettura di un romanzo tra i più originali e brillanti che mi siano capitati tra le mani in questi mesi.
Barbara Comyns è stata un’artista e scrittrice inglese. Nata nel 1907 a Warwickshire, a seguito di un infelice matrimonio giovanile sposa Richard Strettell Comyns Carr e la coppia decide di stabilirsi a Londra, dove la Comyns intraprende i prima passi come scrittrice. Negli anni ’50 si trasferisce con il marito in Spagna, dove soggiornerà per diciotto anni. È autrice di undici romanzi.
Qui potete leggere l’ncipit.
Dark novel? Mistero? Continui ad attentare alla mia wishlist! Vado a leggermi l’incipit.
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non è proprio una dark novel, ma ha dei risvolti cupi, e i morti ci sono!!
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deve essere molto bello! ottima segnalazione, grazie!
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è particolare, si distingue tra tanti
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Mi intriga…
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c’è una bella tensione
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L’ha ribloggato su Alessandria today.
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