Abbiamo lavorato tantissimo per il successo della rivoluzione, ma il nostro lavoro si è disperso nel vento. Quando è iniziato l’assedio, avevamo avviato piccoli progetti di produzione artigianale rivolti alle donne, in modo da metterle in condizione di contare su se stesse. Le donne di Barza erano forti, lavoravano come uomini, tenevano i negozi aperti, insegnavano nelle scuole e gestivano gli asili d’infanzia. Per tutte il lavoro più complicato era quello nell’ospedale civile. Da loro ho imparato la forza e la semplicità: non sapevano granché di diritti della donna e per questo ho organizzato corsi e incontri di sensibilizzazione su questi temi specifici. Possedevano differenti gradi di consapevolezza, cosa abbastanza comune in tutta la società siriana, ma di sicuro tra le donne c’era il rifiuto unanime a portare armi. (pag. 252)

Diciannove donne, di Samar Yazbek, Sellerio editore 2019, traduzione di Antonella Fallerini

Diciannove storie dedicate alle protagoniste silenti della rivoluzione siriana. Presenti numerosissime sul campo, spesso in prima fila, le donne siriane hanno dovuto combattere non solo il Regime, l’Isis e i ribelli islamici ma l’intera società patriarcale.

In questo libro-testimonianza si parla di Siria, attraverso le voci delle donne: dall’autrice, alle tante che lei ha incontrato e intervistato; un lungo lavoro di raccolta che ha poi condensato in quest’opera che si focalizza sulle testimonianze di diciannove donne rifugiate in svariati paesi: Turchia, Francia, Germania, Canada, Libano, Gran Bretagna, Olanda, oltre a quelle che sono rimaste in Siria.

Un libro che offre al lettore un pathos e un senso di vicinanza molto drammatici, perché raccoglie in presa diretta esperienze di vita raccontate dalle voci di donne che parlano di sé e dei loro familiari e amici, vicini di casa, colleghi, insomma di quel mondo variegato che costituiva il loro ambiente di vita e che la guerra e le successive ingerenze hanno distrutto. Un mondo che loro vorrebbero ricostruire, armate di pazienza, di spirito di sacrificio e di fiducia, in quel modo speciale che solo le donne sanno coltivare, perché la prima cosa che sta nella loro lista di priorità è la vita.

Sono storie drammatiche, anche tragiche, ma che contengono il seme della speranza, perché nessuna di queste donne sembra volersi rassegnare ad accettare la fine del loro paese, delle tradizioni, delle speranze e della giustizia. Un grande mosaico di voci da ascoltare col cuore aperto, per entrare in sintonia con un’umanità che ha diritto alla pace e alla possibilità di vivere in sicurezza e serenità con le proprie famiglie.

La mia regola fondamentale era di non piegarmi all’autorità di militari, dittatori e despoti, ma di continuare a credere nel cambiamento e nella spinta rivoluzionaria sotto il cui segno avevamo iniziato la nostra rivolta pacifica. Oggi, in particolare, Ho concluso una campagna sugli svantaggi dei matrimoni precoci per le ragazze. Quando vedo che tutto questo in qualche modo agisce sulle donne, sento di nuovo la forza di andare avanti, solo la morte potrà fermarmi.

E la speranza, anche la nostra, è che queste donne, e non da sole, riescano a ricostruire un tessuto sociale che favorisca la libertà, la tolleranza e la pace.

 

Samar YazbekSamar Yazbek, nata in Siria nel 1970, è una delle intellettuali più impegnate ed esposte nella lotta contro il regime siriano. Dopo aver subito minacce, intimidazioni e torture piscologiche è stata costretta a fuggire dal suo paese. È arrivata in Francia con la figlia nel luglio 2011. Un suo articolo pubblicato su The Guardian e ripreso da Libération e da Repubblica ha ricevuto molta attenzione da parte dei media internazionali. In Italia sono stati pubblicati da Castelvecchi due suoi precedenti romanzi, Il profumo della cannella (2010) e Lo specchio del mio segreto (2011).

Sellerio ha pubblicato anche “Passaggi in Siria“, il suo reportage autobiografico che l’ha fatta conoscere al mondo.