Quando tutto va male ci si consola al pensiero che peggio di così non può andare. E invece può. Mentre il fuoco divorava il capannone di Aadam Rymättylä, una violenta raffica estiva spinse le fiamme infernali dall’altra parte della strada: la sua auto si incendiò. Per miracolo il proprietario era appena uscito. I copertoni si sciolsero sull’asfalto, i vetri andarono in frantumi, gli interni bruciarono come cerini, la plastica del cruscotto si trasformò in una massa liquida colante che si portò via, tra il fumo e il fetore, anche il portafoglio di cuoio di Aadam, lasciato nel vano portaoggetti. Dal capannone si udì l’esplosione in serie delle bombole del gas. (pag. 45)
Aadam ed Eeva, di Arto Paasilinna, Iperborea editore 2019, edizione originale 1993, traduzione di Marcello Ganassini, pagg. 243
Il romanzo di cui vi parlo oggi fu scritto da Paasilinna nel lontano 1993 e viene oggi pubblicato da Iperborea, casa editrice grazie alla quale possiamo leggere i romanzi di questo prolifico, dissacrante e divertente autore cult finlandese. Un romanzo dunque che risale ai primi anni Novanta ma che si dimostra di grande attualità, perché l’ “umorismo ecologico” di Paasilinna – che caratterizza la sua opera in generale – qui esplode in una vicenda ai limiti del surreale, attraverso un intreccio che rivela tutta la sua irriverenza creativa, toccando uno dei perni dell’economia mondiale. A partire dal simbolico nome dei suoi protagonisti, impegnati qui in effetti a dare una ripartenza al progetto umano, creando le premesse per una svolta epocale nella vita di tutti, Paasilinna architetta una storia che trascina il lettore ai quattro angoli del mondo e che sbeffeggia con audacia – e in modo politicamente scorretto – il cartello mondiale dei petrolieri.
Dunque conosciamo il novello Aadam, che di mestiere fa il piccolo imprenditore con una formazione da elettrotecnico e una passione smisurata per gli esperimenti esplosivi, intento a mettere a punto un’invenzione che dovrebbe rivoluzionare il settore energetico, anzi il destino dell’intera umanità: una batteria ultraleggera. In realtà, Aadam non se la passa molto bene: gli affari sono in calo, è sommerso dai debiti, ha uno stuolo di figli da mantenere e un ufficiale giudiziario alle calcagna. A seguito di uno dei suoi esperimenti ed essendo andato distrutto il capannone, viene accusato di dolo e di truffa ai danni dell’assicurazione, e si ritrova a passare qualche notte in prigione.
Quand’ecco che si affaccia sulla scena una donna, Eeva, a trarlo d’impiccio. Eeva Kontupohja è un’avvocatessa intraprendente, con un gran fiuto per gli affari e un debole per l’alcol; appena Aadam le spiega il suo progetto, il suo istinto le ordina di fidarsi del geniale inventore e di pianificare meticolosamente la scaletta del successo. Affrancato dalle impellenze economiche grazie all’aiuto di Eeva, Aadam si dedica a perfezionare il suo prototipo, riuscendo con successo a metterlo a punto.
Alzarono i calici e gustarono le tartine. Dal terrazzo del laboratorio Aadam guardò il traffico sulla circonvallazione. Che spettacolo! Altro che gli angoli bui e maleodoranti di Tattarisuo. In quel posto tra Tapiola e Otaniemi gli uccelli cantavano nei verdi parchi, a Tattarisuo i topi correvano da una fogna all’altra facendo o slalom tra i rottami. (pag. 83)
La potenza dirompente della batteria innovativa viene immediatamente compresa dall’imprenditoria giapponese, che è pronta a sborsare milioni pur di ottenerne l’esclusiva. Così come dai signori del petrolio – che fanno di tutto per sabotare la realizzazione e soprattutto la messa in commercio del rivoluzionario progetto. Aadam, spalleggiato dall’agguerrita Eeva e da tutto il suo entourage di amici – qualcuno non proprio disinteressato … – inizia la sua scalata economica, arrivando a guadagnare cifre stratosferiche e schivando inconsapevolmente i tentativi di metterlo definitivamente a riposo da parte dei signori del petrolio, non ultimo ricorrendo ai servigi di un metodico quanto sfortunato sicario siciliano. Per Aadam il successo personale ed economico sono aspetti secondari rispetto alla portata epocale della sua invenzione; infatti utilizza gran parte dei proventi a fini di beneficenza, a trecentosessanta gradi, aiutando i popoli oppressi, i disoccupati e chiunque chieda il suo aiuto.
Ma quanto potrà resistere la sua parabola virtuosa? Quanto riuscirà a tenere testa ai tentativi di sabotaggio messi in atto dal potente cartello internazionale?
Tra scene esilaranti e ritratti centrati (la riunione tra i delegati dei paesi produttori dopo l’intervento di Aadam alla conferenza è spassosa e credibile), Paasilinna ci conduce con ironia attraverso le avventure del suo protagonista, stimolando sempre considerazioni su temi di attualità e legati ai poteri occulti – neanche troppo – che dominano il pianeta, perché la sua ironia non è mai fine a se stessa, ma piuttosto va a puntare il dito laddove l’ipocrisia e gli interessi economici hanno il sopravvento sul bene comune.
Il fervore di Aadam e l’intraprendenza di Eeva trascinano il lettore ai quattro angoli del pianeta, dalla Lapponia (terra natale di Paasilinna) alle steppe siberiane (con un esilarante capitolo “ferroviario”…), all’Australia. In una continua girandola di gag mixate a trovate degne di un manuale di marketing, non c’è spazio per annoiarsi, ma solo l’impellente e divoratrice necessità di sapere come andrà a finire.
Come sempre, Paasilinna si riconferma il grande affabulatore di tutta la sua produzione letteraria, ironico, dissacrante, irriverente ma estremamente attento ai grandi temi della nostra società.
E’ sulla mia lista, poiche’ non lo conosco ancora. Grazie dei consigli, come sempre, Pina!
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A me piace molto il suo stile ironico, anche irriverente coniugato con l’affrontare temi invece molto seri. Buona giornata
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Paasilinna è un genio e il suo (o i suoi) traduttore/i ne ha colto l’essenza in pieno (ma questo fa parte dello stile impeccabile di Iprborea, probabilmente).
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Credo anch’io che i traduttori abbiamo un grande merito perché non è facile rendere l’ironia, certe allusioni, basta magari una parola sbagliata e si perde tutto il senso.
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Prima o poi mi deciderò a leggere qualcosa di Paasilinna, che a pelle mi sa di un autore che possa piacermi davvero tanto!
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Se ti piace lo stile ironico, dissacrante, una sorta di “umorismo ecologico”, direi di sì. Paasilinna mette nelle sue storie temi seri, ma li sa proporre con levità, ti strappa un sorriso, a volte amaro.
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