Ultimo appuntamento con gli approfondimenti dedicati ai dodici romanzi candidati al Premio Strega 2020.
Remo Rapino, Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio (Minimum Fax), proposto da Maria Ida Gaeta
Liborio Bonfiglio è una cocciamatte, il pazzo che tutti scherniscono e che si aggira strambo e irregolare sui lastroni di basalto di un paese che non viene mai nominato. Eppure nella sua voce sgarbugliata il Novecento torna a sfilare davanti ai nostri occhi con il ritmo travolgente e festoso di una processione con banda musicale al seguito.
Perché tutto in Liborio si fa racconto, parola, capriola e ricordo: la scuola, l’apprendistato in una barberia, le case chiuse, la guerra e la Resistenza, il lavoro in fabbrica, il sindacato, il manicomio, la solitudine della vecchiaia.
A popolare la sua memoria, una galleria di personaggi indimenticabili: il maestro Romeo Cianfarra, donn’Assunta la maitressa, l’amore di gioventù Teresa Giordani, gli amici operai della Ducati, il dottore Alvise Mattolini, Teté e la Sordicchia… Dal 1926, anno in cui viene al mondo, al 2010, anno in cui si appresta a uscire di scena, Liborio celebrerà, in una cronaca esilarante e malinconica di fallimenti e rivincite, il carnevale di questo secolo, i suoi segni neri, ma anche tutta la sua follia e il suo coraggio.
Attraverso il miracolo di una lingua imprevedibile, storta e circolare, a metà tra tradizione e funambolismo, Remo Rapino ha scritto un romanzo che diverte e commuove, e pulsa in ogni rigo di una fragile ma ostinata umanità, quella che soltanto un matto come Liborio, vissuto ai margini, tra tanti sogni andati al macero e parole perdute, poteva conservare.
Le recensioni:
Sandro Veronesi, Il colibrì (La nave di Teseo), proposto dall’Accademia degli Scrausi
Marco Carrera, il protagonista del nuovo romanzo di Sandro Veronesi, è il colibrì. La sua è una vita di continue sospensioni ma anche di coincidenze fatali, di perdite atroci e amori assoluti. Non precipita mai fino in fondo: il suo è un movimento incessante per rimanere fermo, saldo, e quando questo non è possibile, per trovare il punto d’arresto della caduta – perché sopravvivere non significhi vivere di meno.
Intorno a lui, Veronesi costruisce altri personaggi indimenticabili, che abitano un’architettura romanzesca perfetta. Un mondo intero, in un tempo liquido che si estende dai primi anni settanta fino a un cupo futuro prossimo, quando all’improvviso splenderà il frutto della resilienza di Marco Carrera: è una bambina, si chiama Miraijin, e sarà l’uomo nuovo.
Un romanzo potentissimo, che incanta e commuove, sulla forza struggente della vita.
Ecco alcune recensioni:
https://www.doppiozero.com/materiali/sandro-veronesi-il-colibri
http://www.mangialibri.com/libri/il-colibr%C3%AC
Gian Mario Villalta, L’apprendista (SEM), proposto da Franco Buffoni.
Fuori piove, fa freddo. Dentro la chiesa, in un piccolo paese del Nord-Est, fa ancora più freddo. È quasi buio, la luce del mattino non riesce a imporsi. Un uomo, Tilio, sta portando via i moccoli dai candelieri, raschia la cera colata, mette candele nuove. Sistema tutto seguendo l’ordine che gli hanno insegnato, perché si deve mettere ogni cosa al suo posto nella giusta successione. Parla con se stesso, intanto, in attesa che sulla scena compaia Fredi, il sacrestano. Tra una messa e l’altra i due sorseggiano caffè corretto alla vodka. Così inizia il teatro di una coppia di personaggi indimenticabile, che intesse nei pensieri, nei dialoghi e nei racconti un intreccio vertiginoso di vicende personali, desideri, rimpianti e paure che convocano la vita di tutto un paese, in una lingua che fa parlare la realtà vissuta.
Proposto per il Premio Strega 2020 da Franco Buffoni: «Personaggi autentici della provincia friulana animano questo nuovo romanzo di Gian Mario Villalta in modo nitido e poetico. “L’apprendista” – mentre pare raccontare la storia di due “umili” – Tilio e Fredi, riesce in realtà a fare esplodere universi di discorsi storici, sociali e profondamente umani, grazie a uno stile di scrittura elegante e intenso, intimamente sentito. Mentre la trama intesse nei pensieri, nei dialoghi e nei racconti un furibondo intrico di paure e desideri, rimpianti e speranze, capaci di coinvolgere le esistenze degli altri abitanti della piccola comunità. Scolpendo un microcosmo di realtà vissuta con notevole sapienza stilistica, Gian Mario Villalta, già molto noto e accreditato per i romanzi precedenti editi dalla stessa Sem e da Mondadori (ricordiamo “Tuo figlio”), consegna al pubblico dei critici e dei lettori – con “L’apprendista” – una delle opere più significative della nuova stagione.»
Ecco le recensioni:
http://www.minimaetmoralia.it/wp/la-societa-cassetti-vista-un-sagrestano-lapprendista-villalta/
https://www.criticaletteraria.org/2020/03/gian-mario-villalta-l-apprendista.html
http://www.mangialibri.com/libri/l%E2%80%99apprendista
Gli altri approfondimenti:
Vorrei leggere Il Colibrì
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Di Veronesi ho letto solo Caos calmo. Non mi è piaciuto al cento per cento. Su questo, i pareri in generale sono molto positivi. Magari gli dó un’altra chance….
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ti dirò che di questi non impazzisco d’amore e mi fa bene finalmente nessuno in lista qui!!!!
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E così mi sento meno in colpa….
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😊sei forte!! Buona serat!
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Buona serata!
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