Sentì la rabbia accendersi nel petto, quella rabbia che viveva dentro di lui da quando aveva tredici anni, la compagna costante e ribelle che aveva riempito il vuoto causato dall’assassina di sua sorella. Nel corso degli anni l’aveva nutrita e amata, poi domata e repressa. Aveva rinunciato ai facili sfoghi della gioventù, a quei giorni di aperta ostilità ai margini della società civile. Lo aveva fatto perché era stanco e perché gli era stato insegnato, nonostante tutto, di aspettarsi delle ricompense per il duro lavoro e una vita pulita e onesta. (..) Non ci aveva pensato, ma la rabbia era ancora lì, c’era stata sin dall’inizio. Shawn non era mai riuscito a lasciarla andare, né lo aveva mai voluto davvero. (pag.391-392)

La tua casa pagherà, di Steph Cha, 21lettere Editore 2021, traduzione di Andrea Russo, pagg.413, illustrazione di copertina di Jacopo Starace

Steph Cha è autrice di un romanzo che posso, senza ombra di dubbio, definire un milestone della letteratura di questi anni. Il mio modesto parere può contare poco, ma i riconoscimenti che gli sono stati attribuiti, parlano chiaro. Vincitore del California Book Award e del Los Angeles Times Book Prize, Libro dell’anno per il Wall Street Journal e il Chicago Tribune, questo bellissimo romanzo ritrae in maniera emblematica e profonda una realtà che, a partire dagli anni Novanta, infiamma ancora oggi, ogni giorno, la società americana, e pone tanti di quei quesiti morali che non basterebbero mille parole per nominarli.

Un romanzo che, oltre a fornire una lucida rappresentazione di cosa siano le “tensioni razziali” che ogni giorno campeggiano su tv e giornali, scava a fondo nei sentimenti, nella psicologia dei personaggi, senza mai scivolare in giudizi preconfezionati o ipocriti, ma sforzandosi di mettere in luce l’aspetto più umano e intimo delle sofferenze che si scatenano a valle di situazioni così violente e irreversibili, da segnare in modo indelebile le vite che ne sono coinvolte.

Faccio un inciso. Quando ci si riferisce alle tensioni e alle violenze che si scatenano nei quartieri delle città in cui un episodio, o più episodi, sono la scintilla che fa scattare i disordini, si parla di tensioni razziali. Ecco, personalmente credo che questa espressione dovrebbe essere bandita, e guardate non è questione di politically correct, o di buonismo; è questione che la razza è una sola, quella umana, e allora forse dovremmo parlare di tensioni tra comunità, tra schieramenti, tra quello che volete, ma non tra razze, perché già in questa espressione è contenuto il nucleo dell’odio.

Cha scrive un racconto teso e romanzato dell’uccisione di Latasha Harlins nel 1991 a South Los Angeles. La quindicenne fu colpita a morte, con un colpo di pistola alla nuca, dalla proprietaria di un minimarket coreano appena due settimane dopo il pestaggio dell’automobilista Rodney King da parte della polizia (gli agenti coinvolti furono assolti, scatenando una sommossa). La proprietaria del negozio fu successivamente processata e condannata a libertà vigilata e ad un’ammenda.

Il romanzo è ambientato a Los Angeles, nell’estate del 2019 dove le tensioni sono all’apice dai disordini del ’92. Tensioni mai sopite, a causa di episodi che si ripetono e che, questa volta, sono legati ad una sparatoria della polizia che ha coinvolto un adolescente nero di nome Alfonso Curiel e che ha infiammato la rabbia ribollente. Voi direte: ma questa è storia dei nostri giorni! Lo è, infatti, una lunga storia, una lunga scia di violenze e ingiustizie che rendono il clima infuocato. Nel romanzo, a seguito dell’omicidio del ragazzo e dell’assoluzione del poliziotto che l’ha ucciso, le proteste scoppiano in tutta la città.

In questo contesto, i destini di due famiglie – una afroamericana e l’altra coreana americana – si scontrano nel racconto di una città sconvolta dal razzismo, dalla violenza e dall’ingiustizia sociale.

Il romanzo è un thriller psicologico, che, a capitoli alterni, mostra le esistenze dei due protagonisti principali e di tutti quelli che hanno accanto. In primis, conosciamo Shawn Matthews, un ex carcerato nero che vive a Palmdale, che è ancora traumatizzato dalla morte di sua sorella adolescente, Ava, avvenuta negli anni Novanta. Come dicevo sopra, Cha si è ispirata al caso di Latasha Harlins, che nel romanzo è Ava, uccisa dalla proprietaria coreana di un negozio che sosteneva che la ragazza stesse rubando una bottiglia di latte dal suo minimarket. La donna ha sparato alla nuca alla ragazzina, che non era affatto intenzionata a rubare, ma che ha reagito in modo duro all’accusa della donna. La donna è stata processata, condannata alla libertà vigilata, ma non ha scontato un giorno di carcere, poiché la giuria ha considerato la sua reazione legittima difesa. Una giuria in cui nemmeno uno dei dodici membri era nero. Dopo la sentenza, la rabbia popolare è scoppiata in modo violento, producendo ritorsioni contro la comunità coreana, con incendi e distruzioni, e molti morti. Alla donna coreana è stato bruciato il negozio; lei, con la famiglia, si è trasferita in un’altra parte della città, cambiando nome per iniziare una nuova vita. Ma a distanza di ventotto anni, sotto gli occhi di sua figlia, viene colpita con una pistola nel parcheggio del centro commerciale in cui gestisce una farmacia.

Specularmente a Shawn, l’altro protagonista del libro è quindi Grace Park, una giovane donna coreana di seconda generazione che lavora nella farmacia di famiglia nella San Fernando Valley. Vive una vita protetta a casa con i suoi genitori, ignara dei segreti della sua famiglia. La madre, Yvonne, una donna schiva e meticolosa, gestisce con suo marito Paul una farmacia. Hanno due figlie: Miriam, che ha rotto i ponti con la madre, e Grace, appunto, che diligentemente aiuta nell’attività di famiglia. La sua vita tranquilla viene presto distrutta quando assiste alla sparatoria in cui viene colpita la madre.

Grace pensò a sua madre, criminale e vittima; al proiettile sparato e al proiettile ricevuto, a quell’arco che li univa ed era stato un rifugio che aveva protetto Grace per tutta la sua vita. Pensò ad Ava Matthews e poi ad Alfonso Curiel, entrambi adolescenti, morti senza motivo. Quanti altri erano morti tra loro due? (pag. 341)

L’azione centrale del libro ruota attorno a Grace, che, con l’aiuto della sorella maggiore, Miriam, fa i conti con il ruolo della sua famiglia nella sparatoria dell’imboscata, mentre Shawn affronta la sua rabbia ribollente per la morte della sorella. I percorsi delle due famiglie si intersecano durante il dramma cittadino che circonda l’uccisione dell’adolescente Alfonso Curiel.

Shawn Matthews, che vive in un tranquillo quartiere di periferia, ha da tempo abbandonato la sua vita come membro di una banda e ora lavora in una ditta di traslochi, ha una relazione stabile con Jazz e si è calato nel ruolo di padre della figlioletta della compagna. Rimasto orfano da piccolo, è stato cresciuto dalla zia Sheila, madre del cugino Ray che, all’inizio del romanzo, è appena uscito al carcere dove è stato rinchiuso per dieci anni. In tutto quel tempo, Shawn si è preso cura della moglie e dei figli, offrendo alla famiglia supporto e affetto, ma generando in Ray un senso di estraniamento e di gelosia nei suoi confronti.

La tensione tra Ray e Shawn e quella che si sviluppa all’interno delle due famiglie – di Shawn e di Grace – dopo che Yvonne Park è stata colpita e ferita gravemente fuori dalla sua farmacia e la sua vera identità viene rivelata online, inizia a salire. Tensione che monta anche nella comunità nera, che, all’improvviso è di nuovo percorsa dalla stessa energia distruttiva che ha scatenato le rivolte nel ’92.

Steph Cha padroneggia con grande precisione e bravura una trama elegante, introducendo nuove rivelazioni nella narrazione con precisione esplosiva. È la sua comprensione profonda della natura umana e la capacità di analizzarla nei più intimi risvolti la sua cifra più distintiva, che eleva questo libro ben oltre un semplice racconto di un fatto di cronaca. Cha sa interpretare e rendere i modi corrosivi in ​​cui l’orgoglio maschile a volte può indurre uomini altrimenti razionali a prendere decisioni terribili; mostra il modo in cui le persone, anche profondamente morali, a volte possono piegare e adattare i loro codici morali per giustificare le azioni dei loro cari; e lavora, soprattutto, sulle relazioni intricate e intime che possono svilupparsi tra coloro che cercano l’assoluzione per i crimini passati e coloro che sono in grado di concederla.

“Ma allora cosa vuol dire pentirsi? Puoi rendere il mondo un posto peggiore e poi ti basta sistemare le cose con Dio? E le persone che hai ferito? A loro cosa importa delle tue scuse a Gesù? Zio Joseph scosse la testa, con fare lento e triste, come se Grace fosse ancora una bambina e non volesse deluderla. “Non puoi sempre farti perdonare dalle persone. A volte sistemare le cose con Dio è l’unica cosa che puoi fare”. (pag. 227)

La tua casa pagherà è un’immersione profonda nel ventre e nelle tensioni di Los Angeles. È un libro tempestivo e attuale, che mostra due culture e due famiglie costrette ad affrontare l’ingiustizia, sopportare la rabbia e una profonda perdita.

Cha Steph foto

Editor e critica letteraria di origine coreana, Steph Cha scrive sul Los Angeles Times, su USA Today e sulla Los Angeles Review of Book, per cui cura l’antologia Best American Mystery & Suspense. Nata e cresciuta a Los Angeles, ci vive col marito, il figlio e due basset hound.

Qui potete leggere l’incipit.