Suor Emma aveva l’impressione di essersi dedicata per tutta la vita all’esercizio dell’accoglienza. Devota e costante, aveva messo al servizio del prossimo e di Dio il suo corpo la sua anima. Per questo era stato facile aprire la porta a quella giovane donna. D’altra parte, mettere a proprio agio gli altri, creare uno spazio di contenimento per la sofferenza altrui, erano perni fondanti di un lavoro che, non a caso, era arrivato a coincidere in maniera pressoché assoluta con il suo stare al mondo.

Ciò che nel silenzio non tace, di Martina Merletti, Einaudi 2021, pagg. 271, Candidato al Premio POP – Premio Opera Prima 2021

Agosto 1944. Una suora ribelle e coraggiosa sottrae un neonato da una cella del carcere Le Nuove di Torino facendolo scivolare nel carrello della biancheria: è il figlio di una deportata, destinato a morte certa. Si sa, la lavanderia non è affare dei tedeschi, e il piú delle volte i carrelli entrano ed escono dalle mura senza essere frugati. Ora il bambino dorme tranquillo, ma qualcuno dovrà prendersi cura di lui. Ottobre 1999. Una giovane donna sale in moto per cercare le tracce del fratello di cui fino a quel momento ha ignorato l’esistenza. La verità sul suo passato diventa una priorità che a lungo pare irraggiungibile. A unire questi due punti nel tempo è l’arco della vita di quel ragazzo sempre un po’ fuori posto, delle donne dure e forti che lo hanno salvato e accompagnato, legate dal medesimo segreto, e di un Paese lacerato e recalcitrante, che attraversa la guerra e il dopoguerra in perenne lotta con se stesso.

Dietro al libro c’è una storia vera: il bambino, figlio di una prigioniera politica in transito per Birkenau, venne messo in salvo da Suor Giuseppina De Muro, all’epoca madre superiora del carcere col coraggio di contrapporsi ai nazisti e usare qualunque sotterfugio per lenire le sofferenze dei prigionieri, a qualcuno salvando la vita. Prendendo spunto da questo fatto realmente accaduto, Martina Merletti intreccia documenti e finzione, rivelando uno straordinario talento narrativo. Questa giovanissima scrittrice disegna figure indimenticabili, silenziose e caparbie, ed evocando con la stessa forza espressiva il passato e il presente firma un romanzo che ci coinvolge e ci commuove a ogni pagina.

Lo scenario una Torino livida, sfregiata dai bombardamenti e dalla fame. E una manciata di paesini affacciati sui monti dove nasce il Po.

Vi segnalo questa recensione di Critica letteraria.

Martina Merletti, photo credits Eleonora Brutti