Non le ho mai chiesto di parlarmi dei soggetti nelle fotografie, membri della famiglia morti e sepolti da tempo. Al contrario, potevo stare ore seduta accanto a nonna ad ascoltare i suoi racconti, con cui era capace di trasformare quegli esseri bidimensionali in persone in carne e ossa, di resuscitarli.
Segreti di famiglia, pag. 163
Segreti di famiglia, di Ivana Šojat, Voland editore 2021, collana Amazzoni, traduzione dal croato di Valentina Marconi, pagg.400
In copertina illustrazione di Wieslaw Rosocha, disegnata nel 1994 per lo spettacolo teatrale Evita e già utilizzata nell’edizione croata del romanzo, da Fraktura, rilaborata da Alberto Lecaldano.
Il romanzo di Ivana Šojat è una saga familiare scritta con un sapiente e coinvolgente piglio narrativo, che alternando il presente della protagonista alle vicende passate delle famiglie di origine – soprattutto materna, ripresa in quattro generazioni – fornisce un racconto-testimonianza di un periodo storico travagliato per la Croazia, che va dai primi del Novecento fino ai giorni nostri. Questo è un libro che riporta a galla un passato doloroso, e con esso però anche i tanti momenti felici, le piccole gioie, come accade in tutte le famiglie. Momenti vissuti sperando che non venissero inghiottiti dalla follia della guerra, come invece purtroppo accadde.

Si racconta la storia di una famiglia di origini tedesche a Osijek (nella Slavonia) soprattutto attraverso la prospettiva femminile della famiglia, dove le loro illusioni infrante, l’educazione dei figli e gli eventi storici si intrecciano, a volte creando delle fratture insanabili persino all’interno della stessa famiglia. In questo articolato romanzo si offre al lettore un mondo pieno di dettagli e sfumature, i personaggi principali e secondari sono vividi, pieni di difetti e di virtù, complessi e multidimensionali come la vita stessa. Attraverso i personaggi delle donne in famiglia e il conflitto tra generazioni, l’autrice dipinge un mondo in cui spesso accadono le cose peggiori o migliori possibili grazie a crudeli giochi del destino e decisioni prese per pararne i colpi. È una storia di fede e di libero arbitrio dei protagonisti che hanno testimoniato i cambiamenti politici sul territorio dell’ex Jugoslavia, dalla prima guerra mondiale fino ai primi decenni del XXI secolo. Hanno fatto le loro scelte giuste o sbagliate, hanno reso i loro percorsi di vita diversi, impraticabili o addirittura pericolosi. Ma il tema di fondo che attraversa tutte le generazioni e tutti i personaggi è nascondersi dal passato, dagli eventi, il loro silenzio che porta inevitabilmente a traumi e incomprensioni.
È un romanzo sulla famiglia e sulla città in cui i fatti si sono svolti, con tutti i capovolgimenti legati alle guerre che vi si sono scatenate, scritto alla maniera dei migliori e più grandi romanzi modernisti. Nella storia di una famiglia, racconta il Novecento in una città multietnica, le dittature, le scelte sbagliate dei partiti, un destino a cui è difficile opporre resistenza. Il romanzo ha vinto i premi Vladimir Nazor, Ksaver Šandor Gjalski, Fran Galović e i premi Josip e Ivan Kozarac.

Il romanzo si apre sul presente in cui la protagonista Katarina – la più giovane della famiglia – dopo diciotto anni durante i quali non ha mai fatto ritorno a casa, né dato sue notizia alla madre vedova, decide di tornare a casa, partendo in treno da Zagabria per recarsi nella lontana Osijek (città natale dell’autrice) per rivedere la madre ormai malata. Proprio mentre Katarina è in treno, la madre muore e ad aspettarla sono soltanto una casa vuota di presenze umane ma piena di ricordi del passato, e Jozefina, un’anziana amica di famiglia da sempre.
Quando mi sono resa conto che le fotografie erano state buttate nelle scatole a casaccio, senza alcun ordine, ho deciso di rovesciarle tutte sul pavimento di legno, sotto la finestra. Ho avuto la strana sensazione di essermi avventurata nell’oscurità, di aver attraversato un varco nel tempo ed essere tornata a quando avevo cinque o sei anni.
Segreti di famiglia, pag. 163
Sopraffatta dall’atmosfera claustrofobica della casa a cui la legano soltanto ricordi dolorosi, a Katarina non resta che frugare tra le scatole nascoste sotto i letti, in cui sua madre ha seppellito il passato. In queste scatole, guidata da Jozefina, ultima custode dei segreti di famiglia, Katarina ripercorre i destini della sua famiglia, esplorando un passato pieno di speranze e di tragedie, di cui lei era completamente all’oscuro. Infatti i suoi genitori, ma anche la nonna Klara, hanno sepolto il passato sotto una coltre di silenzio, hanno preferito cancellare ciò che è stato per potere sopravvivere, per non dare seguito alla spirale di violenze e vergogna che ha definitivamente annientato la storia della famiglia.
Riportando alla luce tutto ciò, Katarina inizia a capire il perché di certi comportamenti dei genitori, i motivi per cui era maltrattata dalla maestra e dai compagni; per lei si tratta di rimettere tutto in discussione, anche le sue scelte personali, talvolta dolorose, alle quali avrebbe in seguito voluto porre rimedio ma che invece hanno segnato in modo indelebile la sua vita. Rimestare nel passato diventa quindi un’esigenza vibrante, quasi fisica, per potere pensare di affrontare il futuro con un progetto di vita, con la speranza di realizzare una ripartenza.
Non avevo capito e avevo continuato a vergognarmi delle mie origini. Come se avessi fatto qualcosa di male, come se fosse colpa mia. Mi ci è voluto moltissimo tempo per liberarmi di quella sensazione. Grazie a Dio ci sono riuscita. Perché ci sono cose di cui non ci liberiamo mai.
Segreti ddi famiglia, pag. 230
Dunque, come dicevo in apertura, un bel romanzo di famiglia, una saga attraverso le generazioni che hanno vissuto sulla propria pelle i capovolgimenti della Storia, quel tumulto che ha travolto e cambiato per sempre i destini. E come spesso accade nelle storie delle famiglie, andando a rimestare si rischia di scoperchiare uno scrigno che nasconde segreti che si pensava fossero stati sepolti per sempre. Eppure, l’atto di riportarli alla luce è la sola catarsi che permette di rimettersi in cammino verso la speranza.

Nata a Osijek (Croazia) nel 1971, Ivana Šojat si è laureata in Belgio in Lingua e letteratura francese. Scrittrice e traduttrice dal francese e dall’inglese – ha tradotto fra gli altri Roland Barthes, Raymond Carver, Alice Sebold e Paul Auster – ha all’attivo cinque libri di poesie, due raccolte di racconti e diversi romanzi. Ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti per il suo contributo alla letteratura croata.