Il mestiere di leggere. Blog di Pina Bertoli

Letture, riflessioni sull'arte, sulla musica.

Segreti di famiglia

INCIPIT

Non so perché quel venerdì pomeriggio, al ritorno dal lavoro, mi sono affannata a fare i bagagli, infilando vestiti alla rinfusa nella valigia che era rimasta sotto la finestra ad accumulare polvere dal mio ultimo viaggio a Vienna. Non so perché mi sono finalmente decisa a prendere il treno, quello che da anni, tutti i giorni alle cinque e cinque, lascia il primo binario della stazione di Zagabria diretto a Osijek. Fino a un’ora e mezzo prima mi trovavo in una chiesa nella regione dello Zagorje, intenta a incollare la sottile pelle dorata di un paffuto angioletto barocco che, scrostatasi in più punti, aveva messo a nudo il legno sottostante, le cui venature ricordavano i muscoli rinsecchiti di una mummia. Nemmeno per un istante, mentre levigavo quelle natiche tonde e grassocce, avevo pensato a mia madre o a Osijek. Davvero, non so perché ho preso quel treno. Come non so perché dieci anni prima mi ero cacciata in bocca una manciata di sonniferi. Ricordo però che il dottor Risjak, un uomo mite e pacato e dall’aspetto quasi femmineo, ripeteva che potevo confidarmi liberamente con lui, dirgli cosa non andava, come fossi un ragazzino che ha combinato un guaio. “Niente” avevo risposto scostandomi. Mi puzzava il fiato, non volevo alitargli in faccia. Mi vergognavo e avrei voluto gridare che la lavanda gastrica non era servita a niente. Ma lui si ostinava a starmi addosso, come se quel suo naso enorme fosse del tutto privo di olfatto, e a ripetere che “niente” non era un buon motivo per andarmene per sempre. Alla fine lo avevo guardato dritto negli occhi e avevo detto: “Mi annoiavo”.

Ivana Sojat

Recensione

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