A volte, quando andiamo in un luogo sconosciuto pieni di aspettative, capita che tra tutti i volti nuovi ne scegliamo uno in particolare a conferma che tutti i nostri desideri saranno esauditi; ed è probabilmente per questa ragione che Arnold Nettle, in seguito, tornò più di una volta con il pensiero a Olivia che attraversava il villaggio vestita di bianco, quel suo primo giorno, e ricordava ogni dettaglio di lei così vividamente da crederla l’araldo di un futuro migliore per la sua salute, salute che costituiva l’unico motivo per il suo trasferimento. Quando, pochi giorni dopo, lei andò all’ufficio postale per spedire un telegramma, si sarebbe potuto persino dire che fosse eccitato.

Sonata d’inverno, pag.6

Sonata d’inverno, di Dorothy Edwards, Fazi editore 2022, traduzione dall’inglese di Francesca Frigerio, pagg. 176

Sonata d’inverno è l’unico romanzo scritto dall’autrice gallese: pubblicato per la prima volta nel 1928, è stato celebrato soprattutto per il suo espediente unico di strutturare l’opera imitando una forma musicale.

Il tema centrale del romanzo è la solitudine che viene espressa attraverso la difficoltà delle relazioni umane, l’apparente incapacità per gli uomini e le donne del romanzo di connettersi in modo profondo; tema che si rispecchia nella vita dell’autrice, nella sua difficoltà ad un approccio empatico verso gli altri. Solitudine che assume un risvolto sociale, allargandosi al tema dell’emarginazione delle donne e della lotta delle donne per condurre una vita indipendente, temi cari a Dorothy Edwards.

Sonata d’inverno è un romanzo delicato e sobrio, in cui poco accade,  ci sono più atmosfere che azione, tante descrizioni del paesaggio, delle condizioni atmosferiche che diventano un riflesso degli stati d’animo. C’è molta attenzione ai gesti, agli sguardi, al non detto. Quindi se amate narrazioni fortemente basate sulla trama, questo non è il libro che fa per voi.

L’ambientazione nella campagna inglese è resa con grande precisione e cura del dettaglio, sembra proprio di osservare delle scene reali e si ha la netta sensazione che nessuna parola sia stata scritta con noncuranza, che ogni frase abbia un suo preciso scopo. Come suggerisce il titolo, c’è anche una forma musicale nella strutturazione del romanzo, che è raccontato in quattro lunghi capitoli, come i movimenti della sonata (un allegro, un movimento lento, un movimento danzabile, un finale con andamento veloce). La musica era chiaramente una parte importante della vita di Edwards e sembra aver influenzato notevolmente la sua scrittura.

Photo by Maria Orlova on Pexels.com

Anche l’inverno è un elemento fondamentale: il romanzo inizia l’ultimo giorno d’estate quando Arnold Nettle, un giovane e timido impiegato del telegrafo, arriva in un villaggio della campagna inglese per lavorare nell’ufficio postale di suo zio. L’unica ambizione di Arnold al suo arrivo è quella di superare il prossimo inverno senza ammalarsi: ha una salute cagionevole e ritiene che l’inverno cittadino gli procuri più fastidi.

Non potendo essere ospitato a casa dello zio, Arnold ha preso alloggio nella casa della signora Clark. La signora Clark vive con l’esuberante figlia adolescente Pauline e il piccolo figlio Alexander. I Clark sono una famiglia della classe operaia e Arnold li trova piuttosto irritanti ed è felice di trascorrere del tempo fuori casa dopo la sua giornata all’ufficio postale. Pauline cerca di coinvolgerlo nei piccoli segreti che nasconde a sua madre, mentre la signora Clark, spesso furente con la figlia, le urla dietro e si lamenta di lei con Arnold.

Subito dopo il suo arrivo nel villaggio, Arnold vede per la prima volta Olivia Neran attraverso la finestra dell’ufficio postale. Pochi giorni dopo, la ragazza si presenta all’ufficio postale per inviare un telegramma. Per Arnold quella prima vista di lei sembrava annunciare almeno la possibilità di un periodo di buona salute. Da quel momento, è irrimediabilmente infatuato della ragazza, ma è troppo timido per fare qualcosa al riguardo. Olivia vive con la sorella minore Eleanor, la zia Mrs Curle e suo figlio George, che dice di studiare filosofia. Arnold Nettle si ritrova coinvolto in questa cerchia familiare quando viene invitato a suonare il suo violoncello per un pomeriggio di svago. Nasce così un’amicizia tra Arnold, George e le sorelle Neran.

Photo by Yan Krukov on Pexels.com

Arnold desidera ardentemente appartenere a questa cerchia sofisticata, a cui si unisce presto David Premiss, critico letterario e amico di famiglia che viene a soggiornare per l’inverno. David è un giovane particolarmente sicuro di sé, esercita un certo fascino ed è abituato ad avere l’ammirazione delle donne. Diventa una presenza inquietante. È Premiss che aiuta ad attirare Pauline Clark nelle loro piccole riunioni musicali: essendo una cantrice del coro della chiesa, è invitata a cantare nei loro pomeriggi. Pauline appartiene ad un ceto sociale considerato inferiore ma viene accolta con educazione nel circolo e gratificata con piccoli regali delle sorelle Neran: una scatola di cioccolatini, un vestito smesso, delle perline, tutto sta lì a ricordare il posto di Pauline nella società. La sua semplice gioia per questi doni, la sua ansia di nasconderli alla madre critica – e il timore reverenziale del suo fratellino nel vederli – sono descritti con minuzia e realismo, e forniscono una chiara visione delle differenze di comportamento tra le due sorelle Neran – sofisticate ed educate secondo la morale borghese – e la popolare Pauline, ruspante e diretta nelle sue reazioni.

Pauline Clark è molto diversa dalle sorelle Neran – c’è qualcosa di irrefrenabile, di esuberante in lei, è il personaggio più apertamente sensuale, le piace civettare con i ragazzi e ottenere le loro attenzioni: è il personaggio più espansivo del romanzo. Olivia è un po’ snob, molto convenzionale, esattamente il prodotto della sua rispettabile educazione e della classe media. I suoi grandi occhi tristi, descritti da Edwards in diverse occasioni, ci ricordano il suo nascente soffocamento. È solo Eleanor, la sorella minore, che forse comincia a percepire le disuguaglianze nei comportamenti e nelle aspettative di uomini e donne.

Il romanzo si conclude con l’avvicinarsi della primavera: il tempo è passato e non è successo molto, rimane la solitudine umana, protagonista di questa storia, tratteggiata con pochi tocchi delicati, simili a quelli che animano le corde del violoncello suonato nelle buie sere invernali.

Qui potete leggere l’incipit del romanzo.

Dorothy Edwards è stata una figura eccentrica rispetto all’establishment letterario dell’Inghilterra di inizio secolo: gallese, socialista e vegetariana, dopo la laurea in greco girò l’Europa impartendo lezioni di inglese. La sua raccolta di racconti Rhapsody (1927) la fece conoscere e apprezzare dalla critica e le aprì le porte del Bloomsbury Group, ma Londra non era il Galles e Dorothy tornò ben presto nella casa natia, dove si dedicò a tempo pieno alla scrittura. Morì suicida nel 1934. Sonata d’inverno è il suo unico romanzo.