Tra i tanti premi letterari che ogni anno vengono attribuiti nel nostro Paese, il premio John Fante Opera Prima è uno di quelli che seguo con piacere per le sue finalità e che, a mio parere, ha saputo riconoscere talenti quando appunto erano ancora alla prima pubblicazione.
Inaugurato nel 2008, ha visto tra i partecipanti autori che oggi rientrano nel panorama editoriale, prima fra tutti Donatella Di Pietrantonio (vincitrice del premio Campiello grazie all’Arminuta) con il romanzo d’esordio Mia madre è un fiume, nel 2012; nel 2013 è la volta di Simona Baldelli, col suo bellissimo Evelina e le fate (qui la mia recensione); nel 2017 Giacomo Mazzariol con Mio fratello rincorre i dinosauri; nel 2018 Peppe Millanta con il suo bel romanzo di formazione Vinpeel degli orizzonti (qui la mia recensione); e tanti altri nomi interessanti, anche tra i finalisti.

La manifestazione fa parte di un festival letterario intitolato “Il dio di mio padre”, riconosciuto a livello internazionale e dedicato allo scrittore italoamericano John Fante. Si tiene ogni estate nel paese di Torricella Peligna, in Abruzzo, paese d’origine della famiglia Fante, in particolare del padre Nick (muratore che emigra all’inizio del Novecento negli Stati Uniti).
L’intento del premio è quello di rendere omaggio allo scrittore italo-americano tramite la valorizzazione e la promozione letteraria e artistica della diversità culturale in ogni sua forma, rivolgendosi in particolare agli scrittori esordienti nel panorama nazionale. La scelta di dedicare un premio letterario a un’opera prima e a un autore emergente non è casuale, ma ispirata al celebre personaggio fantiano Arturo Bandini, protagonista di alcuni dei suoi romanzi più noti, l’aspirante scrittore di origini italiane che tenta di farsi strada nella Los Angeles degli anni Trenta.
Il festival è una proposta culturale di ampio respiro che si sviluppa in sezioni parallele dedicate ad autori, tematiche particolari, letture e incontri stimolanti con una prospettiva transnazionale e interculturale. Oltre alla divulgazione dell’opera e della biografia di John Fante, l’evento vuole essere prima di tutto un’occasione per riflettere sulla contaminazione e l’incontro di mondi diversi.
La premiazione si terrà, alla presenza dei tre finalisti, durante la XVII edizione del John Fante Festival “Il dio di mio padre”, a Torricella Peligna nei giorni 19/20/21 agosto 2022.

I semifinalisti che hanno superato la fase di preselezione del Premio Letterario John Fante Opera Prima 2022 sono:
- Cantagallo Anna, Arazzo familiare, Castelvecchi Editore.
- Ferracchiati Liv, Sarà solo la fine del mondo, Marsilio Editori.
- Gargiullo Valeria, Mai stati innocenti, Adriano Salani Editore.
- Mattei Francesca, Il giorno in cui diedi fuoco alla mia casa, Pidgin Edizioni.
- Piemonte Manuela, Le amazzoni, Rizzoli.
- Pierini Elisabetta, La casa capovolta, Hacca Edizioni. (qui la mia recensione)
- Verna Nicoletta, Il valore affettivo, Giulio Einaudi Editore.
- Vicario Stefano, Il re degli stracci, La Nave di Teseo.
- Zannoni Bernardo, I miei stupidi intenti, Sellerio Editore.
La preselezione è stata curata da quattro gruppi di lettura universitari:
- il Dipartimento di Lettere, Arti e Scienze Sociali dell’Università degli Studi “Gabriele d’Annunzio” Chieti/Pescara, coordinato dal dott. Simone Pettine;
- la Biblioteca Vilfredo Pareto della Facoltà di Economia dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, coordinato dalla direttrice Paola Coppola e dal professore Rocco Ciciretti;
- la Biblioteca dell’area di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, coordinato dalla direttrice Paola Vinattieri;
- la Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università degli Studi di Teramo, coordinato dalla professoressa Raffaella Morselli.
La sintesi dei giudizi è stata a cura della Dott.ssa Giovanna Di Lello.
La Giuria dei letterati, che sceglie i tre finalisti, è composta da:
- Maria Ida Gaeta (presidente)
- Mario Cimini
- Tommaso D’Amico
- Claudia Durastanti
- Maria Rosaria La Morgia
- Nadia Terranova

Oh, ho Liv Ferracchiati nel mio “radar di lettrice”: ho adorato la sua rilettura di “Platonov”! Grazie per l’approfondimento!
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Allora spero che le dedicherai un post!
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Ho letto tutti i libri di John Fante(in uno dei libri edito da Marcos, se ricordo bene, c’è un introduzione-scoperta di Charles Bukowski davvero bellissima)e venne un momento in cui volevo andare negli Stati Uniti a passeggiare sotto casa di Fante e chiamarlo a gran voce per parlarci un po’. E qualche anno prima mi era capitata la stessa voglia con Dostoevskij, però lui era già morto da tanto. E così mi rimaneva San Pietroburgo. Ma poi avevo delle cose da fare e ci fu chi mi disse che lì faceva un freddo pazzesco e che le strade erano piene di fango. E mi dissero pure di non andare con le scarpe di camoscio o con le sneachers o addirittura con gli stivaletti di capretto. E poi mi dissero che i russi vanno matti per le scarpe italiane. Però per non perdere del tutto l’aria delle origini di entrambi andai in Abruzzo per Fante e poi a casa dell’amico Carmine che abitava in un palazzo antico di Napoli alla Ferrovia che quando entravi e ti sedevi pareva in tutto la casa di Fedor però per fortuna Carmine non soffriva del piccolo male come l’ex carcerato Dostoevskij. E così di tanto in tanto risfogliavo i loro romanzi.
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Grazie infinite per questo racconto! Mi hai ricordato Salinger…. Buona domenica 🤗
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😊
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I libri di John Fante sono tragici ed esilaranti insieme. Il più bello per me è Aspetta primavera, Bandini; ma mi piacque anche Full of life, dove il protagonista e sua moglie avevano quattro figli e ogni volta che uno lasciava il nido lui andava da sua moglie e le diceva: fuori uno, dentro tre; fuori due, dentro due… siccome anch’io ho quattro figli, mi ci immedesimavo molto…
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I suoi personaggi sono così ben centrati e umani che viene facile immedesimarsi con loro.
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È vero
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