Passate le feste natalizie e di fine anno è tempo di curiosare tra le novità libresche che approderanno nelle librerie nel mese di gennaio. E le sorprese non mancano… cominciamo a guardarci intorno.

Troppo giovani per aver fatto il Sessantotto, troppo introversi per partecipare al Settantasette, Toppa, Caio, il Gipo e un pugno di altri adolescenti passano le serate fra lunghe camminate e piccoli teppismi, delle cui conseguenze faticano anche soltanto a rendersi conto. Fino al giorno in cui si mettono in testa di far nascere una radio nella cantina di Caputo, a cui da sempre viene riconosciuto un anomalo carisma fatto di spirito organizzativo, amore per la precisione e misteriose fragilità. La mancanza di fondi e di qualsiasi competenza tecnica non frenano il loro contagioso entusiasmo: raccogliendo ovunque dischi e idee, microfoni e pubblicità, animano quel sogno collettivo sotto la rassicurante guida del loro general manager, certi di avere trovato la chiave per esprimere tutte le proprie qualità, potenzialmente infinite come le onde elettromagnetiche che diffonderanno le loro voci e le loro scelte musicali nell’etere. Dentro e fuori le mura di quella vecchia cantina di Caputo, il futuro risplende come una promessa. Rievocando con ironia e leggerezza un periodo della nostra storia in cui tutto sembrava possibile e tutto era sul punto di cambiare, Valerio Aiolli attraversa in Radio Magia quella soglia tra immaginazione e realtà che ognuno di noi prima o poi è chiamato a varcare, offrendoci un racconto che ci diverte, ci commuove e dà finalmente voce alla parte meno rappresentata di una generazione, quella che alla fine rimase afona e schiacciata dagli eventi. E che pure compì, con la goffaggine dei dilettanti, il suo maldestro apprendistato alla vita.

Ridando vita a una figura femminile straordinaria per la sua modernità, una donna destinata a diventare madre di due re, Cecilia è un romanzo palpitante, dai toni ora elegiaci e delicati ora potenti e suggestivi; un’opera che mostra come la Storia, e i suoi capitoli decisivi, come la Guerra delle due rose, siano impensabili senza il ruolo decisivo delle donne.
La pira eretta sulla piazza di Rouen sembra già emanare il calore delle fiamme, quando la sedicenne Cecilia Neville, insieme al suo sposo Riccardo Plantageneto duca di York, vi giunge per assistere alla brutale esecuzione di una donna appena più grande di lei. Giovanna, meglio nota come Giovanna d’Arco.
La guerra con la Francia si trascina da cento anni tra alleanze e tradimenti che si susseguono senza sosta. Enrico VI, re d’Inghilterra e ora anche di Francia, è un bambino di dieci anni incline piú alla preghiera che alla guerra. Il corteo della nobiltà, e dei funzionari assetati di potere che l’accompagna, semina sospetti e dubbi su chiunque, soprattutto su chi, come Riccardo, avrebbe di che avanzare diritti di sangue su quel trono così assediato. Occorre essere guardinghi, allontanare per ora ogni vaga accusa di infedeltà, avere intuito politico. Facoltà che non mancano a Cecilia Neville. Decisa a salvare la sua famiglia, la giovane duchessa di York sa che, prima di armarsi, una donna deve essere ben sicura di vincere.

Nota al grande pubblico grazie ai casi risolto dall’ispettrice di Barcellona Petra Delicado. Alicia Giménez-Bartlett torna in libreria con due nuovi personaggi, le sorelle Miralles, Berta e Marta.
La trama: Vita Castellá giace cadavere nella stanza di un lussuoso albergo di Madrid, avvelenata con un caffè al cianuro. È stata la presidente della Comunità Valenciana. Amata e detestata, benefattrice e prepotente, ha dominato la città e la regione in una stagione segnata da una corruzione pervasiva e quasi proverbiale. La rete di potere che da lei si è estesa ha lasciato al suo ritiro una schiera di scheletri in moltissimi armadi. Della sua morte, le autorità, il capo della polizia, il ministro, vogliono far passare una versione ufficiale meno compromettente, un infarto che eviti «un casino di dimensioni stratosferiche». L’inchiesta di polizia è però inevitabile. L’idea brillante è di affidarla a degli investigatori inesperti e malleabili. Come Berta e Marta, due sorelle giovanissime appena uscite dall’Accademia di Polizia. Diverse l’una dall’altra come due fiocchi di neve, sono acute, ambiziose e sono donne, cioè con una emergente avversione per i maschi al potere. Vanno così per la loro strada di poliziotte determinate. Con un po’ di rimorso «tacendo e mentendo» ai loro capi come questi fanno con loro due. E s’inerpicano in un’inchiesta che si svolge in una fascinosa Valencia. Poteri e misteri, false apparenze, vendette e rancori, altri spietati omicidi debbono svelare a poco a poco, anche con l’aiuto dell’affezionato addetto stampa della presidente, «Boro» Badía, un giornalista a cui il «partito» ha spezzato la carriera e ferito la dignità a causa delle scelte sessuali.

A metà gennaio torna nelle librerie italiane, per e/o, Mieko Kawakami (autrice del bestseller Seni e Uova e di Heaven) con Gli amanti della notte (traduzione di Gianluca Coci). La prosa della giapponese Kawakami è nota per la qualità poetica e lo sguardo acuto sul corpo femminile, le questioni etiche e le contraddizioni della società moderna.
La protagonista del libro è Fuyuko, trentenne correttrice di bozze freelance. Vive da sola e trascorre la maggior parte del suo tempo in casa, le interazioni più frequenti che ha sono con la sua referente, Hijiri. Colta da un momento di crisi, decide di imparare a non essere più quella che è di solito ma, non appena inizia a provarci, eventi del passato cominciano a riaffiorare, e il suo isolamento appare sempre più irreversibile e completo. Gli amanti della notte è una porta spalancata sul peculiare mondo di Mieko Kawakami. Arguto, spesso divertente ed estremamente coinvolgente, Gli amanti della notte scava nella complessità dei rapporti umani raccontando la storia di una donna che non ne ha nessuno. È un libro sul mondo del lavoro, sulle sue vicissitudini e le sue gioie, e sui modi in cui il passato insiste nel dare forma al futuro. Irie Fuyuko è una protagonista indimenticabile, la cui difficile condizione apparirà familiare a molti.

Il nuovo romanzo dell’autrice de Il nostro riparo (mia recensione).
Francie e i suoi genitori sono in viaggio. È primavera, sono partiti dalla British Columbia, in Canada, diretti verso il Grand Canyon per un’escursione. Quando imboccano quella che dovrebbe essere una scorciatoia, succede il disastro: si rompe la coppa dell’olio e si ritrovano bloccati su una strada forestale in mezzo al nulla.
Per Francie è quasi impossibile nascondere l’eccitazione: ha spesso fantasticato su come sarebbero riusciti a cavarsela se fossero rimasti isolati nel bosco, e ora ecco l’occasione per mettersi alla prova.
Ma le sue abilità – accendere fuochi, costruire tepee e rifugi a tettoia, raccogliere aghi di abete per il tè – saranno sufficienti per sopravvivere quando le ore si trasformeranno in giorni e lei rimarrà da sola?
Frances Greenslade si conferma una narratrice dallo sguardo molto originale, perfettamente a suo agio nel ritrarre tutto ciò che riguarda la natura, la sopravvivenza nelle terre selvagge così come il mondo – altrettanto pieno di mistero e stupore – nel quale si muove la tredicenne Francie.

I destini di una donna, suo figlio, e un uomo in fuga si intrecciano per un gesto di fiducia, riscoprendo la speranza della felicità. Henry ha tredici anni e vive con la madre Adele, che dopo il divorzio si è chiusa in se stessa. Un giorno, al supermercato, un uomo dai vestiti sporchi di sangue gli chiede aiuto. Adele accetta di portare lo sconosciuto a casa. L’uomo si chiama Frank e rivela di essere evaso dal penitenziario. La madre rinasce grazie alle premure di Frank, e Henry in pochi giorni capisce cosa significa diventare uomo e a confrontarsi con le sue emozioni. Mentre la polizia dà la caccia a Frank, in casa il tempo sembra scorrere lento, racchiuso nell’intimità di una famiglia ritrovata. Con delicatezza e maestria, dopo “L’albero della nostra vita” Joyce Maynard ci consegna una trama perfetta, in cui le vite di tre persone cambiano in un unico, travolgente weekend.

La nuova avventura di Vince Corso, il biblioterapeuta. Lui che per mestiere cura la gente prescrivendo libri nella sua soffitta in via Merulana, a Roma, scrive una toccante lettera al padre, che non ha mai conosciuto. Dalla madre, in punto di morte, ha saputo del loro unico incontro, la notte a Nizza nell’albergo dove fu concepito. Da allora Vince ogni giorno invia una cartolina all’indirizzo dell’hotel senza il nome del destinatario… un’indagine che tocca le sue corde più sensibili e svela alcuni misteri della sua vita.

Ludovico riceve una richiesta di contatto su Facebook da parte di Febo, l’amico inseparabile della sua giovinezza. La cosa lo sconcerta: Febo, infatti, è morto da vent’anni. È uno scherzo di cattivo gusto? Un caso di omonimia? Per sciogliere l’enigma Ludovico ripercorre fin dalle radici la loro incancellabile amicizia. Università di Pavia, primi anni Ottanta. Febo è brillante, colto, tormentato, seduttore; Ludovico è un rustico e solitario figlio delle montagne, in perenne disagio. Condivideranno i giorni migliori della loro vita: le notti che sembrano eterne e gli amori che durano un attimo, la musica e le disquisizioni su Dio, la libertà conquistata e subito persa nell’eroina. Una storia di fratellanza che si legge d?un fiato, un’ode al tempo che scorre e ci cambia, un mistero che si dipana fino alla sorprendente conclusione.

Irlanda, seconda metà dell’Ottocento. L’infermiera Lib Wright, viene convocata da un comitato capeggiato dal dottor McBrearty, il medico della Contea. Il caso sottopostole è quanto mai insolito: Anna O’Donnell, una bambina in perfetta salute, afferma di non toccare cibo dal giorno del suo undicesimo compleanno, quattro mesi prima. Un vero e proprio «prodigio vivente», che non manca di attirare stuoli di fedeli da tutto il mondo, impazienti di vedere con i propri occhi la bambina che sostiene di nutrirsi soltanto di manna dal cielo. Non tutti, però, si sono lasciati impressionare dalle parole della piccola. Molti pensano che gli O’Donnell siano degli impostori che danno da mangiare alla figlia di nascosto, facendosi beffe del mondo e dello stesso dottor McBrearty. Per questo il comitato ha ritenuto opportuno ingaggiare due scrupolose sorveglianti che rimarranno a turno al fianco di Anna, giorno e notte, per due settimane. Nei primi giorni di vigilanza, la piccola non fornisce alcuna prova sul raggiro perpetrato, al di là di quella frottola gigantesca: la pretesa di poter vivere senza mangiare. Vivendo di privazioni al pari di una santa, mostra, anzi, una serenità e una padronanza di sé tali che Lib è spinta a chiedersi se per caso non stia affatto fingendo. Tuttavia, proprio quando le convinzioni di Lib cominciano a vacillare, Anna inizia a deperire rapidamente sotto i suoi occhi, ponendo l’infermiera di fronte a dilemmi ancora più grandi. Con una splendida prosa, capace di mantenere sempre alta la suspense, Emma Donoghue ci consegna un romanzo che parla di ignoranza, accanimento religioso e superstizioni nell’Irlanda dell’Ottocento, e della magnifica amicizia tra una donna scettica e una bambina terrorizzata.

Un romanzo su Thomas Mann che si legge come un romanzo di Thomas Mann. Una visione intima e insieme epica del grande scrittore tedesco, premio Nobel nel 1929. Un ritratto di elaborata sensibilità, in cui si riflette l’inquieto smarrimento del ventesimo secolo.
Cresciuto tra le comodità e i privilegi borghesi della Lubecca di inizio Novecento, il giovane Thomas Mann si avvia, non senza difficoltà, a intraprendere la sua carriera letteraria. La famiglia, infatti, lo vorrebbe impiegato in una compagnia di assicurazioni, non ravvisando in lui il talento che invece viene riconosciuto al fratello Heinrich. Per giunta la sensibilità artistica di Thomas si accompagna a un modo intenso e appassionato di vivere i rapporti familiari e sociali, con slanci tuttavia non sempre compresi o corrisposti. Il matrimonio con Katia Pringsheim – rampolla di una facoltosa famiglia ebrea di Monaco nel cui salotto si incontra l’élite culturale del Paese, e gemella del conturbante Klaus – sembra capace di disciplinare le energie emotive e creative di Thomas, portandogli in dono la paternità di sei figli e una cornice di normalità entro cui poter esprimere la propria urgenza narrativa e scongiurare lo stigma che altrimenti la sua omosessualità gli attirerebbe. Intorno alla quotidianità di casa Mann si muovono familiari e conoscenti, figure tratteggiate per ciò che sono e per ciò che suscitano nella mente, nel corpo e nell’animo del Mago – come i figli si divertono a chiamarlo – e che spesso si traducono nei personaggi degli acclamati romanzi che Thomas continua a scrivere seguendo una metodica ed eremitica routine. Gli anni della fama letteraria di Mann, prima e dopo il premio Nobel per la Letteratura del ’29, coincidono tuttavia con l’ascesa di Hitler al potere e con la sua trasformazione da potenziale minaccia a carnefice. L’anticamera della Seconda guerra mondiale e delle persecuzioni naziste è per la famiglia Mann l’inizio di un esilio che li porterà dalla Germania agli Stati Uniti, passando per Svizzera, Francia e Svezia. La loro vita intrinsecamente romanzesca – gioie e tragedie, nascite e morti, passione e disperazione – si intreccia con i grandi stravolgimenti e i grandi personaggi della storia del Novecento, da Mahler a Einstein, creando coincidenze e collegamenti che amplificano la biografia personale in una biografia «totale», mentre il protagonista continua a interrogarsi sulla natura, l’autenticità e l’adeguatezza delle proprie idee ed emozioni, anche quando – ricongiungendosi con la sua patria – la troverà sfigurata dall’irreparabile orrore della guerra.
Buone letture a tutti!

Di Valerio Aiolli ho letto diverse cose… Lo stesso vento, una storia curiosa ma un po’ forzata che narra eventi relativi alle vicende di una famiglia e alla storia dell’Italia prendendo a pretesto un ventilatore (quello che produce lo stesso vento…) che passa di casa in casa e di mano in mano. Carino, ma un po’ troppo costruito. Invece mi sono piaciuti Nero ananas, che fa riferimento alla strage di Piazza Fontana, e Il carteggio Bellosguardo, un piccolo gioiello uscito per Italosvevo edizioni. Per il resto posso solo dire: gasp! Troppi suggerimenti, troppi libri da leggere, una sola vita… Grazie Pina per aggiornarci con tanta cura.
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Anch’io avevo letto Nero ananas, un libro interessante.
Anch’io penso sempre che mi servirebbero dieci vite per leggere tutto quello che vorrei…. 🤗🤷♀️
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Attendo gli Amanti della notte🖤
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A me i suoi precedenti sono piaciuti, soprattutto Seni e uova. Speriamo che questo sia all’altezza delle aspettative.
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Seni e uova è bellissimo! Speriamo poi ci confrontiamo
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Siii 👍👍👍
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Molto interessanti! Ne ho trovati alcuni che mi interessano…
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Felice di sentirlo.. 🤗😊
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Cecilia ha una copertina molto bella.
Buon anno^^
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Si, vero! Buon anno anche a te
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Come al solito mi hai fatto venir voglia di leggerli tutti! Credo che inizierò dal primo. Grazie e buon anno
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😁😁😁. 5anti auguri, buon anno di pace e felicità
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Mi ispirano soprattutto “Radio Magia” e “Un giorno di festa”.
Di Fovanna ho letto tempo fa “Il pesce elettrico” e mi era piaciuto tantissimo, probabilmente darò una possibilità anche a questo “Lunedì mi innamoro” anche se a leggere sommariamente la trama ho qualche riserva…
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Il pesce elettrico mi ispira un sacco, grazie per la dritta 👍👍👍
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Se lo leggi fammi sapere cosa ne pensi 🙂
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Sarà fatto! 👍👍
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Link Pina, grazie1 Juan
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Gracias Juan y buen día 🤗
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😊
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