Eccoci qua, l’estate si è ripresentata anche quest’anno, con la sua veste allegra e rassicurante, che fa lievitare la voglia di lasciare la città e di dedicarsi alle letture che durante l’anno non si è riusciti ad affrontare.
Personalmente, mi sfrego le mani e ho anche l’acquolina in bocca, al pensiero delle ore che non dovrò più trascorrere nel traffico cittadino, ma comodamente spaparanzata con un libro in mano …
Naturalmente non potevo non lanciarvi qualche proposta per le vacanze! Sul blog sapete già come trovare le recensioni, però ho deciso di fare una short list di titoli che caldamente vi consiglio.
Per chi ama i racconti: l’ideale, sotto l’ombrellone o al fresco sotto larici e pini in montagna. Ti concedi quella mezz’oretta per leggere, inizi e finisci una storia e poi via, ti riaggangi alla comitiva. Per questo genere, il mio consiglio è:
A est dell’Occidente, di Miroslav Penkov : otto quadri perfettamente realizzati dallo scrittore bulgaro Miroslav Penkov, che raccontano la Bulgaria attuale e quella passata. Penkov scrive storie ambientate nell’attualità ma attraverso i ricordi dei protagonisti, ci mostra pezzi importanti della storia del suo paese: la lotta partigiana contro i turchi per l’indipendenza ottenuta nei primi anni del Novecento, il secondo conflitto mondiale in cui la Bulgaria si alleò con la Germania, e l’assetto post bellico che ha sancito l’inclusione della Bulgaria nello schieramento sovietico, dando il via a decenni di comunismo, fino al 1990 quando è divenuta una democrazia con una economia di mercato.
Per chi ama i reportage e l’attualità: uno sguardo su un altro paese e uno sul nostro. Per questa categoria vi propongo due letture.
I diari della Kolyma, di Jacek Hugo-Bader: Hugo-Bader parte ben sapendo cosa lo aspetta, conosce la Russia perfettamente, l’ha girata in lungo e largo, parla la lingua, ha letto libri su libri, da Solženicyn a Šalamov, con i suoi “I racconti della Kolyma”. Ce la racconta in questo avventuroso diario di viaggio.
Volgograd, Storie di ordinaria periferia, di Luigi de Pascalis: la sua Volgograd sta intorno alla città eterna, alla Roma “di preti, turisti e politici”, tutta “gente di fuori”, mentre i romani si sono sparpagliati in “un enorme, labirintico, anonimo non-luogo, micidiale mistura di mancanza di onestà dei palazzinari, di mancanza di idee di architetti e ingegneri, e di mancanza di scrupoli dei politici”. Una città tentacolare, cresciuta in modo caotico attorno all’Urbe, sciatta, sporca, alienante: De Pascalis scrive dodici storie dei suoi abitanti.
Per chi ama i romanzi, le storie che quando inizi a leggere, non metteresti giù il libro se non in caso di calamità naturale, quelli che quando arrivi alla fine, vorresti che non fosse finito.
Hotel silence, di Auður Ava Ólafsdóttir: se una persona non crede più alla sua vita, se è talmente disillusa e delusa da non trovare alcuno stimolo ad andare avanti, se decide di farla finita, che cosa può succedere per fargli cambiare idea? È questo il quesito esistenziale di Jónas, il perno att:orno a cui ruota il suo ritorno verso la vita; attraverso un percorso che sceglie lui stesso pensando di andare in una direzione, ma che, invece, inaspettatamente, lo porta a rigenerarsi, a capire che cosa può avere un significato nelle nostre esistenze e che, per poco o banale ci possa sembrare, basta a conciliarci con noi stessi e il vivere.
Damasco, di Suad Amiry: il romanzo, oltre alle vicende personali dei protagonisti, offre una panoramica affascinante sulle tradizioni e sulle usanze: dai rituali legati ai matrimoni, alla preparazione dei cibi, al modo di arredare e vivere la casa. Una porta aperta sul Medio Oriente, che colpisce il lettore con la sua magia esotica.
In fuga con la zia, di Miriam Toews: un romanzo on the road, il viaggio come prova, ma anche come crescita di consapevolezze, come sfida ai propri limiti e voglia di superarli. Il viaggio come ricerca, come avventura, come sfida.
Altre stelle uruguayane, di Stefano Marelli: un divertente, scoppiettante romanzo: una lettura piacevole, che scorre veloce con il ritmo dei racconti avventurosi, pieni di sorprese e colpi di scena. Due personaggi che si incontrano e che regalano al lettore curiosità, qualche risata e momenti di malinconica serietà.
Capodanno da mia madre, di Alejandro Palomas: qualche luce e molte ombre: come in tutte le famiglie, la vita è proprio questo, un disegno in chiaro-scuro, un palcoscenico dove ciascuno gioca il proprio ruolo mai a sé stante, sempre in stretta relazione con gli altri, con e per gli altri. Di questo parla questo denso romanzo: denso di emozioni, di scene esilaranti, di riflessioni, di qualche grande dispiacere. Di dolore e di amore. Così come abbiamo già visto in “Tanta vita“.
Hotel Silence è davvero uno dei più bei libri degli ultimi mesi.
È piaciuto molto anche a mio marito… e lui non ama troppo il genere, ma questo lo ha stupito.
Davvero profondo nella usa semplicità
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E’ uno di quei libri che ti restano addosso….
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Grazie. Pina!
Buona estate!
Vicky
🌟🌟🌟
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Anche a te, Vicky. Un bacio
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Li ho trascritti
spero di leggerli tutti!
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buone letture!
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I diari della Kolyma sembra davvero un ottimo libro, lo aggiungo subito alla mia wishlist.
L’unico libro che ho letto quest’estate che trattava in parte della Russia (soprattutto in riferimento alla Kamčatka) è stato “L’arte di collezionare mosche” di Sjöoerg, tu l’hai mai letto? 🙂
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Ciao! No, non l’ho letto ma mi aveva incuriosito molto. Ti ha soddisfatto?
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Sicuramente un libro particolare, ma ti assicuro che è più interessante di quanto il titolo non lasci intendere… magari non uno dei miei libri preferiti, ma sicuramente un bel romanzo (se così si può definire).
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