Maggio ha portato tanta pioggia, tante giornate fredde e umide e questo mi ha causato qualche problema di salute. Avrete notato che la mia presenza sul blog – in termini di post e di visite presso i vostri blog – sono state caratterizzate da una certa sporadicità… Comunque, adesso ci lasciamo alle spalle questo periodo poco piacevole e voltiamo pagina. L’estate è alle porte e promette qualche ora in più da dedicare alle letture.
Vi riassumo le mie letture di maggio che hanno visto predominare i libri in lizza per i premi letterari, il Bancarella e lo Strega Europeo.
Marino Magliani, Prima che te lo dicano altri
Herta Müller, Oggi avrei preferito non incontrarmi
Catherine Dunne, Come cade la luce
Paolo Ferruccio Cuniberti, Ultima Esperanza. Nel cuore della Patagonia selvaggia
Martin Fahrner, Dalla parte del bene
Tranne due – le motivazioni le potete leggere nei post relativi – mi sono piaciuti tutti, quindi posso chiudere il mese con soddisfazione e consolare il mio portafoglio…
Come libro del mese ero incerta tra due: il romanzo di Magliani e quello di Menasse. Dopo lunghe valutazioni, e forse influenzata dalla consultazione elettorale europea (ma l’ho letto appena prima), la mia scelta è:
La capitale, di Robert Menasse, Sellerio editore 2018, traduzione di Marina Pugliano e Valentina Tortelli, Finalista al premio Strega europeo 2019, vincitore del Deutscher Buchpreis 2017
Il grande pregio di questo romanzo, a mio parere, è che attraverso il dispositivo narrativo riesce ad essere assai più convincente di qualsiasi saggio socio-politico: ben si comprendono le logiche di potere, il logorante meccanismo che divora da dentro l’apparato, e i pericoli che tutto questo, visto da fuori, spinga sempre più ampie fette di popolazione europea a perdere fiducia nella necessità di questa istituzione, attaccata da molte parti, sfiduciata nei fatti, e in balia delle spinte al nazionalismo. A sorreggere magnificamente la costruzione narrativa sta la scrittura dell’autore, capace di mischiare ironia e introspezione, autorevolezza – proveniente dalla profonda conoscenza del sistema -, argomentazioni filosofiche e tanta umanità, fino a confezionare un romanzo che appassiona e fa riflettere.
Complimenti in ogni caso per la quantità di pagine lette in un mese!
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Se un libro prende, le pagine scorrono veloci… ciao!!
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Buona estate, Pina!
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Grazie, ti auguro di godertela al massimo!
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Questo non l’ho letto… ma se l’hai preferito a Magliani dev’essere un bel libro!
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Sono molto diversi. Ho dato la preferenza a quello di Menasse perché spinge a fare delle riflessioni sulla questione europea e, inoltre, ha questo velo di sottile ironia che lo illumina. E’ un romanzo che stimola più la parte intellettuale del nostro cervello. Quello di Magliani mi ha coinvolta di più a livello emotivo, mi ha fatto provare anche tanta nostalgia per la mia Garfagnana che, per molti aspetti, è simile all’entroterra ligure. Comunque, due ottime letture.
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Ho appena letto la recensione su La capitale, mi è piaciuta moltissimo. Sono temi importanti, di estrema attualità, che posti così, in forma romanzesca, si rendono sicuramente fruibili a una fetta più vasta di lettori. Chissà come mai mi era sfuggito, quel tuo post precedente… ma anch’io, ultimamente, mi metto poche volte al pc, presa come sono da altri impegni, pensieri e umori altalenanti. Contenta di sapere che stai bene, ti mando un caloroso abbraccio!
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Ciao Alessandra, sono felice di avere tue notizie! Spero che ciò in cui sei impegnata sia soddisfacente e ti faccia stare bene. Ti mando un grande abbraccio virtuale ma non di meno caloroso…. a risentirci!
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in base alle tue descrizioni sono tentato da due autori, Diop, di cui mi attira l’originalità del punto d’osservazione, la truppa senegalese, e Camenish di cui avevo già letto la cura, su tua segnalazione.
ml
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Diop è un romanzo che colpisce: a tratti molto crudo, ti piazza un bel pugno nello stomaco. Però, come dici giustamente, svela una realtà poco nota, che aggiunge orrore all’orrore della guerra.
Camenisch è una conferma, nello stile, nel tratteggio dei personaggi, nelle riflessioni che stimola sia sul passato che sul presente.
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