Maggio ha portato tanta pioggia, tante giornate fredde e umide e questo mi ha causato qualche problema di salute. Avrete notato che la mia presenza sul blog – in termini di post e di visite presso i vostri blog – sono state caratterizzate da una certa sporadicità… Comunque, adesso ci lasciamo alle spalle questo periodo poco piacevole e voltiamo pagina. L’estate è alle porte e promette qualche ora in più da dedicare alle letture.

Vi riassumo le mie letture di maggio che hanno visto predominare i libri in lizza per i premi letterari, il Bancarella e lo Strega Europeo.

Marino Magliani, Prima che te lo dicano altri

Herta Müller, Oggi avrei preferito non incontrarmi

Arno Camenisch, Ultima neve

Catherine Dunne, Come cade la luce

Robert Menasse, La capitale

David Diop, Fratelli d’anima

Paolo Ferruccio Cuniberti, Ultima Esperanza. Nel cuore della Patagonia selvaggia

Martin Fahrner, Dalla parte del bene

Tranne due – le motivazioni le potete leggere nei post relativi – mi sono piaciuti tutti, quindi posso chiudere il mese con soddisfazione e consolare il mio portafoglio…

Come libro del mese ero incerta tra due: il romanzo di Magliani e quello di Menasse. Dopo lunghe valutazioni, e forse influenzata dalla consultazione elettorale europea (ma l’ho letto appena prima), la mia scelta è:

Menasse la capitale

La capitale, di Robert Menasse, Sellerio editore 2018, traduzione di Marina Pugliano e Valentina Tortelli, Finalista al premio Strega europeo 2019, vincitore del Deutscher Buchpreis 2017

Il grande pregio di questo romanzo, a mio parere, è che attraverso il dispositivo narrativo riesce ad essere assai più convincente di qualsiasi saggio socio-politico: ben si comprendono le logiche di potere, il logorante meccanismo che divora da dentro l’apparato, e i pericoli che tutto questo, visto da fuori, spinga sempre più ampie fette di popolazione europea a perdere fiducia nella necessità di questa istituzione, attaccata da molte parti, sfiduciata nei fatti, e in balia delle spinte al nazionalismo. A sorreggere magnificamente la costruzione narrativa sta la scrittura dell’autore, capace di mischiare ironia e introspezione, autorevolezza – proveniente dalla profonda conoscenza del sistema -, argomentazioni filosofiche e tanta umanità, fino a confezionare un romanzo che appassiona e fa riflettere.