O meglio, anche i libri vengono con noi in vacanza! Se, come me, amate la lettura, avrete sicuramente un posticino in valigia da riservare ai libri che vi faranno compagnia. Nella mia, occupano parecchio spazio perché, anche se sarebbe più comodo scaricarli tutti sull’e-reader, alla fine mi porto dietro le versioni cartacee.
In questo post vi lancio qualche idea basandomi sulle mie ultime letture; ne seguirà un altro in cui vi svelerò quelli che io metterò nella valigia.
Ho pensato di dividerli in categorie, o generi, così da darvi un’idea generale dei volumi in questione; per ciascuno trovate una veloce presentazione, mentre, se volete saperne di più, potete cliccare sui link per andare alla recensione completa.
Parto dai racconti: un genere letterario che si presta a chi alterna brevi momenti dedicati alla lettura, ad altri più legati al divertimento. Tra un’escursione e l’altra, o tra un bagno e l’altro, c’è sempre qualche pausa di relax, il tempo giusto per leggere un racconto, senza temere di perdere il filo della trama, godendosi dall’inizio alla fine la storia narrata.
La prima proposta è italiana, e viene da uno scrittore che ho avuto modo di apprezzare anche in formato romanzo. È da poco uscita per i tipi di Neo Edizioni la raccolta “La gente non esiste“, di Paolo Zardi: ventisette racconti brevi, in cui l’autore sa dosare perfettamente sintesi, intensità emotiva e tensione narrativa, sa scegliere i particolari giusti per connotare i tratti distintivi di un individuo, così come sa indurre l’empatia di chi legge nei confronti dei personaggi raccontati; il tutto avvolto da un sottile e malinconico velo intessuto di ironia.
La seconda arriva dalla Nigeria: per i tipi di 66thand2nd, vi caldeggio la raccolta di A. Igoni Barrett “L’amore è potere, o almeno gli somiglia molto“. I nove racconti di questo volume raccontano l’amore nelle sue sfaccettature, nelle sue miserie, nella sua capacità di tenere insieme le persone anche quando si fanno del male. È qualcosa di vitale, di estremamente resistente, eppure delicato come una piuma d’uccello. È l’amore ai tempi di un’umanità precaria, che vive ai margini, che cerca di rimanere umana anche laddove la spinta alla crudeltà sembra prevalere.
Per la terza proposta ci spostiamo in Cile: dato che Edicola Edizioni ha pubblicato due bei volumi di racconti e che a me sono piaciuti molto entrambi, ve li segnalo in tandem. Il primo è “Fratello cervo” di Juan Pablo Roncone: un esordio molto interessante per questo giovane autore che propone dei racconti che riescono a rendere un’atmosfera, un vissuto, con grande maestria; niente di superfluo e tutto di necessario, tanto quanto basta a delineare una trama che, anche se non è sviluppata, è tutta condensata in quelle scene, in quelle azioni, parole e/o silenzi.
L’altra raccolta con il titolo “C’era una volta un passero” di Alejandra Costamagna, è stata pubblicata nel 2016: se vi è sfuggita, vi consiglio di riprenderla in considerazione. Nei tre racconti che compongono questo breve volume, la presenza che aleggia sulle vite delle protagoniste adolescenti è l’assenza; un vuoto avvolto in misteriose allusioni, in verità tenute nascoste, in codici di comunicazione arcani. Assenze che riguardano gli affetti: padri, madri che d’un tratto svaniscono e bisogna tacerne i motivi. Siamo nel Cile degli anni Settanta, sotto la dittatura di Pinochet, un clima di terrore e di persone inghiottite nel nulla, che mai viene esplicitamente alluso nel testo dei racconti, ma che si manifesta in tutta la sua drammatica concretezza.
Nella categoria dei romanzi, vi propongo tre opere legate a tre paesi che potrebbero essere destinazioni di vacanza, così da portarli con voi e utilizzarli per calarvi appieno nelle atmosfere dei luoghi da visitare.
Il primo è ambientato in Cina, e si tratta di “Il ciliegio del mio nemico” di Ting-Kuo Wang, edito da Neri Pozza Editore. In questo delicato romanzo – del tutto permeato dell’atmosfera orientale che ci si può aspettare da un autore cinese – aleggiano due grandi presenze: l’amore e il destino. Il protagonista spesso si arrovella sul fatto che se il destino, in una determinata circostanza, non avesse creato una certa successione di eventi, la sua vita, e quella degli altri a lui vicini, avrebbe preso una piega diversa.
Anche nel secondo il destino – dato dall’essere nati in un certo ambiente – ha una parte importante. L’ambientazione è il Sudafrica – e in parte la Nigeria – e si tratta di “La signora della porta accanto” scritto dalla giovane autrice Yewande Omotoso e pubblicato in Italia da 66thand2nd. Il romanzo indaga molti e cruciali nodi nelle vite delle due donne, scavando nella loro psicologia e mettendo sul piatto questioni come la maternità – vissuta o mancata, desiderata o avversata – l’emancipazione femminile, l’amicizia, l’amore, il razzismo – anche nelle sue forme di condiscendenza e ipocrisia – e il modo in cui ciascuno può contribuire al superamento delle reciproche diffidenze. Il tutto con uno stile fluido e ironico.
La terza proposta vi farà prendere un aereo per gli Stati Uniti, ed è il romanzo “La versione della cameriera” di Daniel Woodrell, primo atto della serie di West Table, edito da NNE. Un country noir caratterizzato da un umorismo cupo, calato in una accattivate atmosfera. Il Midwest che racconta Woodrell è quello mitizzato, dove ognuno ha una storia bizzarra da raccontare, dove le vite non scorrono in modo lineare ma sono piene di inciampi, dove anche ai fatti semplici si deve dare una spiegazione, che a sua volta risale ad un’altra e così via. Dove luci e ombre, forse più ombre che luci, connotano il vissuto dei personaggi.
Un’altra proposta che vi lancio ha un tema preciso, quello del rapporto padri-figli. L’ho trovato in due romanzi molto diversi tra loro, ma ugualmente molto stimolanti per riflettere sui delicati equilibri che governano questo legame.
Il primo è di un autore italiano, Marino Magliani, e si intitola “Prima che te lo dicano altri“, edito da Chiarelettere Editore, finalista al Premio Bancarella. Un romanzo molto coinvolgente, in cui l’autore racconta il suo mondo, quello dove è nato, e le persone che lo popolano, le belle e brutte abitudini, i caratteri spigolosi, la natura aspra di un entroterra ligure che nel romanzo sono presenze palpitanti, vere e, nel loro essere così specifiche, riescono ad assumere connotati di universalità perché alla base di tutta la storia c’è la riflessione sulla ricerca del proprio senso di esistere, delle proprie radici e degli innesti che ci hanno fatto diventare ciò che siamo, e del rapporto con un padre prima sconosciuto e poi fortemente cercato.
Il secondo romanzo che tratta lo stesso tema è “La professione del padre” di Sorj Chalandon, per i tipi di Keller Editore. Chalandon, attraverso la sua scrittura concreta eppure poetica – mix perfettamente bilanciato grazie alla sua formazione sia di scrittore che di reporter – fa emozionare il lettore, ponendolo in totale empatia con il suo protagonista, attraverso il quale, come fosse una lente d’ingrandimento, il lettore è in grado di percepire ogni particolare, ogni minimo aspetto delle sue tribolazioni. E delle sue speranze.
Infine, se siete viaggiatori intrepidi, in cerca di destinazioni lontane dalle solite rotte, non posso che proporvi un diario di viaggio in luoghi poco frequentati dai turisti: si tratta di “Sovietistan” di Erika Fatland, edito da Marsilio. Un incredibile viaggio nei cinque paesi dell’Asia centrale, le contraddizioni e i paradossi, le diverse identità che li compongono e la storia millenaria che li ha formati, trovandosi tra est e ovest, sulla via della seta. Paesi che fino a vent’anni fa costituivano la periferia dell’Unione Sovietica e che oggi hanno un volto completamente diverso. Il libro è scritto con un taglio giornalistico molto accattivante perché alla sua autrice di certo non mancano il sense of humor, solide conoscenze storico-archeologiche e geo-politiche, nonché la capacità di stimolare il desiderio di conoscere del lettore. I paesi in questione sono: il Turkmenistan, il Kazakistan, il Tagikistan, il Kirghizistan e l’Uzbekistan.
Questi i miei suggerimenti, che unisco all’augurio di trascorrere delle belle vacanze, indipendentemente dalla meta, ma in grado di farvi tornare a casa con tanti racconti e ricordi, ispirati e rigenerati, pronti a riprendere i soliti ritmi.
Grazie per tutto il lavoro fatto…
.Non è da tutti!
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Spero che possiate trovare qualche suggerimento adatto ai vostri gusti. Ciao!!
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Grazie per le dritte! Sto leggendo i racconti di Cechov…
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Ottima compagnia!!!
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Un grazie infinito e sincero per tutta la ricchezza letteraria che ci sai donare!
Adriana
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Grazie a te per condividere queste righe, un abbraccio
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Grazie Pina, seguo almeno due dei tuoi suggerimenti: “Il cileigio del mio nemico” e “Sovietistan”. “La versione della cameriera” invece l’ho letto qualche mese fa, molto bello. Buona estate! Giulietta
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Anche a me è piaciuto molto. Ora ho iniziato “Canta, spirito, canta” di Jesmyn Ward. L’hai letto?
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No, ma avevo iniziato della Ward “Salvare le ossa” il primo della Trilogia di Bois Sauvage. Ha una scrittura molto particolare.
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