La MATRIOSKA è un caratteristico insieme di bambole, tipico della tradizione russa, che si compone di pezzi di diverse dimensioni realizzati in legno, ognuno dei quali è inseribile in uno di formato più grande. Ogni pezzo si divide in due parti ed è vuoto al suo interno, salvo il più piccolo che si chiama “seme”. La bambolina più grande si chiama invece “madre”. È il souvenir russo per eccellenza e un simbolo dell’arte popolare di questo paese.
La prima matrioska di cui si ha notizia risale alla fine del XIX secolo, un periodo che per la Russia fu, oltre che di grandi mutamenti sul piano sociale, epoca di grande sviluppo economico e culturale.
Nell’anno 1900, all’Esposizione mondiale di Parigi, la matrioska fu premiata e riconosciuta come simbolo della tradizione russa per la sua popolarità in tutto il mondo. Da allora ha rispecchiato nella sua espressione artistica la vita e la storia della Russia .

La nascita della matrioska viene convenzionalmente identificata negli anni a cavallo fra XIX e XX secolo. A idearla fu Savva Mamontov (1841–1918), fondatore del circolo artistico di Abramcevo.
Facoltoso industriale, collezionista d’arte e mecenate, Mamontov aveva allestito nella propria tenuta di campagna dei laboratori artistici riunendo attorno a sé pittori e artigiani dell’arte tradizionale dei contadini russi. Il suo intento era quello di far rifiorire e sviluppare questo genere artistico, e in tale opera era supportato dal fratello Anatolij (1839–1905), anch’egli imprenditore, editore e collezionista di opere d’arte russe.
Mamontov allestì contestualmente anche un laboratorio-negozio (“L’educazione infantile”) in cui venivano creati dei giocattoli per bambini, in particolare bambole etnografiche (almeno come tali verrebbero definite oggi) ovvero vestite con i costumi tradizionali regionali, ognuno diverso a seconda del villaggio di provenienza.
Mamontov importò anche molti giocattoli da ogni parte del mondo. A colpirlo fu un pezzo in legno importato dall’isola giapponese di Honshū e raffigurante un personaggio del buddhismo, il vecchio saggio Fukurokuju. Tale figura conteneva al suo interno altre quattro figurine.
I giapponesi sostenevano che la prima di quelle figure fosse stata creata da un monaco russo. Fu questo fatto, pare, a suggerire l’idea della realizzazione della prima matrioska. Il prototipo giapponese della matrioška potrebbe a sua volta derivare dalla tradizione delle scatole cinesi.

La prima bambola di legno composta da otto pezzi venne costruita ai primi del Novecento dal mastro Vasilij Petrovič Zvëzdočkin e colorata dall’illustratore di libri per l’infanzia Sergej Vasil’evič Maljutin, profondo conoscitore dell’arte popolare dei villaggi russi, il quale rappresentò la bambola con il vestito tradizionale locale, chiamandola Matrena (dal latino mater, “madre”). Si può considerare, quindi, che matrioska sia un vezzeggiativo di matrena ovvero “matrona” e che rappresenti simbolicamente la figura materna e la generosità ad essa correlata, in cui si identifica spesso – anche nella cultura occidentale – nella fertilità della terra.
Le otto piccole bambole che componevano la prima matrioska rappresentavano, in ordine di grandezza, una madre, una ragazza, un ragazzo, una bambina ecc., fino all’ultima figura, quella di un neonato in fasce, o appena nato.

Nella cultura russa la matrioska viene utilizzata anche per rappresentare le dinamiche delle famiglie molto numerose, tra nonne, bisnonne, zii, nipoti e pronipoti.
In particolare la matrioska è il simbolo della matrona russa come donna forte che è in grado di tenere le fila di tutta la famiglia. Questa matrona all’interno della famiglia di riferimento può essere una nonna, detta ‘babushka”.
Possiamo inoltre vedere la matrioska come una donna che ha dato alla luce molti figli. La sua forma tondeggiante ricorda quella di un uovo, tipico simbolo della fertilità nella cultura popolare e anche della riproduzione, sin dai tempi più antichi.
Tra i vari significati ad essa attribuiti, la matrioska inoltre è un modo per dominare lo spazio, perché contraddice il fatto che uno stesso luogo non possa essere occupato da più di un oggetto.
In Russia ci sono varie località famose per la produzione di matrioske come: Sergiev-Posad, Viytka, Polhovkij Maidan, Kutets e Semionov.
La matrioska quella più amata dai Russi è quella prodotta nella piccola città di Semionov, a 70 km da Nizhny Novgorod. Sin dall’inizio gli artigiani di questa cittadina hanno mantenuto la tradizione originale grazie al fatto che il loro prodotto di artigianato d’arte prendeva il primo posto nella produzione delle matrioske.
Già nel 1929, le bambole di stile di Semionov si riconoscevano per il tipo di verniciatura speciale e i colori forti, ma anche per la loro forma specifica (la figura è più slanciata e allungata) con i disegni che ricordano l’arte antica diffusa sul territorio del Trans-Volga. La sua obesità ricorda gli artefatti dell’arte antica, delle “Veneri paleolitiche” e ad alcuni giocattoli orientali.
Una delle principali caratteristiche era il grembiule tipico russo con i fiori rossi brillante.
Per molto tempo non sono cambiati i metodi di produzione delle matrioska, che dall’inizio alla fine si fanno a mano lavorando il legno di betulla e di tiglio, ma anche di pioppo e di larice. Per prima va lavorata la più piccola delle bambole chiamata “seme” e può avere la dimensione di un chicco di riso, sino ad arrivare all’ultima di dimensioni importanti chiamata “madre” che avrà uno spessore di appena 1mm. Per far sì che l’incastro tra i due pezzi della bambola sia perfetto si usa per la parte inferiore un legno essiccato mentre per quella superiore serve legno fresco che si asciugherà più tardi, in modo da chiudersi esattamente con la parte di sotto.

L’intaglio delle bambole è un lavoro che richiede abilità e attenzione e per diventare un bravo artigiano occorre impegnarsi per diversi anni: l’artigiano/falegname fa circa 15 operazioni, prima che un pezzo di legno diventi una matrioska.
Una volta intagliate, ogni bambola viene coperta con un strato di olio, dopo viene asciugata e lucidata , quindi l’artista comincia a dipingere il pezzo a mano a tempera; infine viene rivestita con un altro strato di lacca.
Il disegno può essere simile, però non ce ne sono mai due uguali! Oltre alla rappresentazione tradizionale, oggi i soggetti sono anche i più disparati: dai grandi autori classici russi, ai pittori, ai gatti, ai personaggi pubblici….
La più grande matrioska è stata realizzata in Semionov e si compone di 72 bambole e la più grande di queste è un metro di altezza, una coppia di matrioske sono stata persino nello spazio con un astronauta: Andrian Nikolaev.
Interessante che quella che sembra un atavico prodotto dell’arte tradizionale sia in realtà un prodotto paraindustriale e con non più di duecentocinquanta anni di storia.
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