Se Annie avesse dovuto indicare un elemento fondamentale per il loro matrimonio, forse sarebbe stato quello. Più della loro generale compatibilità, più della figlia o del senso dell’umorismo che avevano in comune: quello. Quella connessione, quella rete: le feste, la libreria, il cibo, gli amici. E di tanto in tanto, ancora, il sesso.
Monogamia, pag.58
Monogamia, di Sue Miller, Fazi editore 2022, traduzione dall’inglese di Martina Testa, pagg. 382
Fazi porta in libreria l’ultimo romanzo di Sue Miller, autrice di best sellers negli Stati Uniti, ritenuta una delle scrittrici più emotivamente profonde e ricche di sfumature. Monogamia è un romanzo introspettivo che scandaglia gli stati d’animo dei personaggi con molta precisione e profondità, nella migliore tradizione del romanzo psicologico. La trama del romanzo è incentrata sulle vicende di una coppia che vive a Cambridge, Massachusetts, che è felicemente sposata da quasi trent’anni; la loro invidiabile relazione viene spezzata quando il marito muore improvvisamente e la moglie scopre che aveva una relazione. Il suo mondo conosciuto cade, quindi, doppiamente in frantumi. Sopraffatta dal dolore per la perdita di colui che era il baricentro della sua vita, non può fare a meno di chiedersi come potrà ora continuare la sua vita. La inaspettata rivelazione del tradimento, però, rimette in discussione quella che era la sua percezione del loro legame; e la domanda se sia veramente possibile conoscere una persona, conoscerla intimamente e profondamente, la tormenta e la costringe a ripercorrere la storia del loro amore.
Nelle prime pagine del romanzo conosciamo la protagonista, Annie, che si è lasciata alle spalle il primo matrimonio – subito dopo il college – con Alan, un intellettuale sprezzante che all’inizio l’aveva fatta sentire lusingata di amarla, ma che col passare del tempo le aveva chiaramente trasmesso i suoi sentimenti di superiorità e un sofisticato disprezzo della sua “pochezza”. Una relazione da cui aveva dovuto affrancarsi per difendere la sua autostima e provare a indirizzare la sua vena artistica, che esprimeva attraverso la fotografia.

Ora Annie è una donna di mezz’età che ha raggiunto la stabilità emotiva, che ha potuto seguire la sua passione per la fotografia grazie anche al secondo marito Graham che, a differenza di Alan, l’ha sempre incoraggiata e spronata. La loro è una famiglia contemporanea allargata: intorno ad Annie e Graham gravitano la loro figlia Sarah, Lucas che è figlio di Graham e della prima moglie Frieda, con cui si è mantenuta una relazione di affetto e vicinanza; Frieda che, nel tempo, è diventata una cara amica di Annie. Dunque un matrimonio capace di tenere in equilibrio armonico diverse relazioni e affetti. Ma ora Graham se ne è andato nel sonno, vittima di un attacco di cuore, lasciando Annie completamente alla deriva.
Annie è sempre stata una persona riservata, poco appariscente, piccola di statura, ma molto forte, stabile, di quelle che stanno un po’ nell’ombra ma che sono dei veri pilastri su cui gli altri si appoggiano. E nel loro matrimonio ad attirare l’attenzione, a brillare è sempre stato Graham, l’esuberante, vulcanico libraio, grande e grosso, con un vocione tonante che prorompeva in fragorose risate, amante del cibo e del vino, del sesso, festaiolo, catalizzatore di attenzione e devozione da parte di tutti quelli che lo conoscevano; la sua libreria è un punto di riferimento per tutta la comunità di Cambridge, il ritrovo in cui si tengono reading seguiti da feste memorabili, con Annie dietro le quinte a garantirne la buona riuscita. Certo, è facile intuire quanto possa essere difficile mantenersi nell’orbita di un uomo del genere, quanto si possa dubitare di potere sopravvivere alla sua assenza. Ecco la prima impressione che aveva fatto ad Annie quando lo aveva visto per la prima volta:
un omone barbuto, visibilmente carico di energia perfino da lontano, con i capelli ricci e spettinati. Era quasi sempre con altre persone: a parlare, ridere, gesticolare vigorosamente. Uno degli habitué, insomma, tre o quattro dei quali forse le erano già familiari. A volte nel vederlo provava invidia: per la sua vitalità, per quella che appariva come una naturale socievolezza, per il vero piacere che sembravano procurargli le persone che aveva intorno.
Monogamia, pag.14
La narrazione di Miller si sviluppa alternando il presente del lutto e delle relative scoperte con numerosi flashback, perché la memoria stessa è una delle sue preoccupazioni e cioè come cambia il passato e il nostro senso delle persone e delle conversazioni, così come il nostro comportamento, reinterpretato alla luce del presente.
Un vivido cast di personaggi secondari, ognuno con le proprie interpretazioni su Graham e Annie, aiuta ad aprire il romanzo: tra questi, la prima moglie di Graham, Frieda, un’insegnante che non ha mai smesso di amarlo, e che col tempo è diventata amica di Annie, così come la figlia adulta di Graham e Annie, Sarah, la cui semplicità e isolamento sociale crescendo erano stati fonte di dolore per i suoi genitori durante gli anni dell’adolescenza ma che poi è riuscita ad affermarsi. E il figlio di Graham e Frieda, Lucas che come Sarah adora Graham, e vive e lavora come editor a New York. I due figli sono molto legati tra loro, hanno condiviso i tre genitori in un rapporto fluido di legami incrociati che hanno garantito la serenità di tutti e sono ormai adulti quando il padre muore.

Nello svolgimento della trama Miller punta i riflettori su questo matrimonio durato trent’anni e sulle questioni di fiducia e fedeltà. Miller si interroga se l’esclusività sessuale sia l’unica misura della fedeltà; mentre esplora abilmente il legame tra Graham e Annie sembra suggerire che l’intimità sessuale può essere il cuore pulsante di un matrimonio, può facilitare la durata nel tempo nonostante i cambiamenti e la trasformazione che un legame subisce, poiché le persone cambiano, ma probabilmente non è la linfa vitale che lo sostiene. Quale è dunque il significato della monogamia all’interno di un legame di coppia? Può essere una garanzia di durata e felicità? Oppure servono altre cose per fare funzionare una relazione e mantenerla viva nel tempo?
Il lettore vede questo matrimonio attraverso gli occhi di Annie, di Sarah e Lucas ormai adulti, così come di Frieda, che racconta la storia del suo matrimonio con Graham, e il migliore amico di Graham, che conosce le ragioni della sua relazione. L’autrice è molto brava a rendere questo scavo nel senso di appartenenza di ciascuno di loro verso gli altri, in relazione a Graham ma anche tra loro, ripercorrendo le loro relazioni dal passato al presente.
Le prospettive alternate nella narrazione diventano come le diverse inquadrature della macchina fotografica per dimostrare quanto la verità dipenda da ciò che ci viene mostrato. La sua abilità nel farlo trasforma una storia comune – matrimonio, tradimento, delusione… – in un romanzo coinvolgente, capace di innescare molte riflessioni, di accendere la curiosità proiettando su se stessi i medesimi quesiti, in una proiezione continua di stati d’animo.
Dunque, il romanzo ha il suo focus sulle relazioni, matrimoniali principalmente, ma non solo: l’amicizia tra Annie e Frieda, tra i due figli Lucas e Sarah, tra Graham e John, e ancora tra Annie e Edith. E più in generale sull’amore, sul dolore della perdita, sulla fedeltà, sulla vita e sulla morte. Non ultimo, Monogamia è anche un romanzo di amore per i libri, quello di Graham e di tutta la comunità che ruota attorno alla sua libreria, condito con tante citazioni e riferimenti libreschi.
Diceva che leggiamo i romanzi perché ci danno l’idea che la vita abbia una forma, e ci sentiamo… confortati, mi pare che dicesse, da questa idea. Confortati al pensiero che la vita non sia solo una serie di cazzate una in fila all’altra. Che abbia una sua sequenzialità, e una sua consequenzialità». Sorrise a Edith. «Credo che l’idea più o meno fosse che la finzione narrativa fa sembrare la vita importante, che scaccia l’insensatezza della morte».
Monogamia, pag.177
Qui potete leggere l’incipit del romanzo.

Autrice americana acclamata dalla critica e amata dai lettori, Sue Miller è riconosciuta a livello internazionale per i suoi eleganti e realistici ritratti della famiglia contemporanea. Ha pubblicato dieci romanzi che sono stati tradotti in ventidue paesi. I suoi numerosi riconoscimenti includono una borsa di studio Guggenheim e una borsa di studio del Radcliffe Institute. Ha insegnato Narrativa, tra gli altri, presso Amherst College, Tufts University, Boston University, Smith College e MIT.
Sono molto molto curiosa di leggerlo. Non conosco niente di questa autrice, la cercherò!
"Mi piace"Piace a 1 persona
Anche per me è stata una scoperta.
"Mi piace""Mi piace"