«Sulla Kairos dormivano, tutti. Nessuno ancora sapeva dell’arrivo dei Pirati in quelle terre, e la sorveglianza semplicemente non esisteva. Io non dormivo, invece. Il deserto è piatto, l’aria notturna tersa, e l’incendio dell’infelice vittima ardeva molto sopra le dune, come la porta dell’inferno spalancata. Perfino da terra lo vidi distintamente, e mi si agghiacciò il sangue.»

Navi nel deserto, di Luigi Weber, Il ramo e la foglia edizioni 2023, pp. 376

In libreria oggi Navi nel deserto, una storia di relazioni umane in un imprecisato altrove, spaziale e temporale, dove le vestigia di quella che sembra essere stata la nostra epoca sono ricoperte dalle sabbie del deserto, nuovo scenario di amicizie, amori e tragedie umane.

Se c’era un detto autentico in bocca a quello sputasentenze di Schomberg, era “la mia strada la segnano i fuochi nella notte”.
In un deserto punteggiato di piccole oasi, di rocche fortificate alte su speroni di pietra, tra piste di terra battuta per navi a ruote e città abbandonate che emergono dalle sabbie come relitti, giocano a scacchi con il destino e la morte un giovane capitano inesperto, un traditore, un naufrago, un uomo ossessionato dal desiderio di vendetta, una ragazza inquieta e la sua nutrice.
Naviganti, Pirati, Isolane e Cittadini dividono una terra aspra, inospitale, e se la contendono intrecciando odio, pregiudizi, incomprensioni. Attorno a loro, da ogni parte, si innalzano lenti nel cielo i sette pilastri della distruzione.
I grandi romanzi e i personaggi di Joseph Conrad, affondati, sbriciolati e dispersi in un mare solido, tornano a incontrarsi e scontrarsi lungo le piste di una storia tutta nuova.

«Uscii dal mio nascondiglio soltanto quando fui certo che gli alianti se ne fossero andati. Le loro grandi ombre avevano cessato di danzare silenziose sulla sabbia, tremolando come luci nell’acqua ogniqualvolta incontravano dei rottami affioranti dalla pelle granulosa del deserto; e fu allora, sgattaiolato fuori dall’anfratto in cui avevo trovato rifugio – non era poi altro che l’abitacolo rugginoso d’una vecchia automobile rovesciata – che riconobbi un complice sorriso nelle larghe cromature ossidate, di quello e dei tanti veicoli ammassati all’intorno. Mentalmente li ringraziai. Dopo giorni e giorni vissuti da braccato, avevo bisogno d’un po’ di cordialità, anche solo quella metallica di qualche centinaio d’auto abbandonate. […]»

Incipit


Luigi Weber è nato a Rimini nel 1972 e insegna Letteratura Italiana Contemporanea all’Università di Bologna, dove vive. Dapprima giornalista e poi membro dell’organizzazione del Festival Internazionale di Santarcangelo dei Teatri, per nove edizioni, dal 2000 lavora presso il Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica di Bologna. Come studioso si è occupato soprattutto di poesia e romanzo sperimentale nel Novecento, ma anche di Manzoni, di storia, di letteratura di viaggio. Navi nel deserto è il suo primo romanzo.