Valentin Aleksandrovič Serov sapeva giocare con la luce come pochi altri in Russia: rendeva vibranti le sue opere con l’utilizzo delle tecniche impressionistiche e con uno sguardo del tutto personale. Il dipinto sopra, “Ragazza illuminata dal sole” del 1888, insieme a “Ragazza con le pesche” – ritratto di Vera Mamontova – (considerato il primo quadro impressionista russo), realizzato un anno prima, sono le opere che maggiormente gli hanno dato fama e che hanno reso la mostra del 2016 a Mosca in occasione dei 150 anni dalla sua nascita, l’esposizione d’arte in Russia più visitata negli ultimi 50 anni.
Valentin Serov non fu proprio circondato dall’affetto familiare nella sua infanzia: il padre, il compositore e critico Aleksandr Nikolaevič , sposò una sua allieva più giovane di lui di vent’anni e passò a miglior vita quando Valentin aveva solo sei anni. La madre, Valentina Bergman, amava più frequentare i salotti pullulanti di pittori, scrittori e artisti vari, piuttosto che dedicarsi al figlio e nel corso dei successivi quattro anni lo “affidò” spesso alle cure di qualcun altro. Vissero insieme ancora per qualche anno, ma a tredici anni Valentin rimase a Mosca da solo, dedicandosi agli studi artistici, ospite del suo maestro Repin. Studiò per un breve periodo all'”Accademia delle belle arti” di San Pietroburgo, ma poi la abbandonò senza diplomarsi, per dedicarsi a viaggiare.

Fin da ragazzino frequentò la tenuta Abramcevo, vicino a Mosca, proprietà di Savva Mamontov; in quella tenuta, nel corso degli anni, realizzò ritratti di molti artisti che la frequentavano, ma di sicuro “Ragazza con le pesche“, che ritrae la dodicenne Vera Mamontova, figlia di Savva, rimane la sua opera più riuscita.
Se da ragazzino aveva sofferto la mancanza della famiglia – cosa che forse contribuì a definire il suo carattere schivo, riservato – da adulto si prese la sua rivincita, con il matrimonio felice con Ol’ga e la nascita di sei figli, due femmine e quattro maschi: i ritratti che realizzò dei suoi familiari e degli amici sono vibranti e emanano i suoi sentimenti. Nel dipinto sotto, compaiono due dei suoi figli, ritratti nella loro casa di vacanze sul Golfo di Finlandia.
Ebbe diversi incarichi come professore d’arte sia alla Scuola di pittura, scultura e architettura di Mosca che all’Accademia di Belle Arti; decise però di dimettersi per motivi di disaccordo con la dirigenza dell’Accademia. Morì a soli 46 anni.
Serov è diventato famoso per i suoi ritratti; oltre a quelli sopra, voglio mostrarvi il ritratto che fece del sedicenne conte, poi – in seguito al matrimonio con Irina Aleksandrovna Romanova, nipote di Nicola II – principe, Feliks Jusupov. Jan Brokken, ne parla in “Bagliori a San Pietroburgo“: vi consiglio la lettura di questo capitolo per scoprire come Jusupov si trasformò nell’assassino del famoso monaco Rasputin, tanto caro allo zar e alla zarina, e come riuscì comunque a cavarsela… Per ora ammiriamo questo splendido ritratto!
Bellissimo l’articolo, i quadri e anche il titolo, dal significato “catartico”: la luce sopra a tutto. Buona serata carissima
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Grazie, Daniele; non ti sfugge nulla… 😉
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Bel post, non lo conoscevo, purtroppo è morto giovane neanche cinquantenne.
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Davvero…
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Quando un pittore arriva ai limiti della fotografia, resto sempre senza parole; anzi, ne lascio una sola: stupendo.
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La ragazza illuminata dal sole… sembra che la luce sia lei stessa. Lo sguardo leggermente velato, lo sguardo che cerca chi la sta osservando come a cercare un pensiero che unisce… mi emoziona molto
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È vero e spettacolare.
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Articolo bellissimo e fortemente suggestivo già dal titolo
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La luce del dipinto in copertina è davvero incredibile
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