L’estate, per me, è il periodo più felice dell’anno. Lascio la città e mi trasferisco in campagna, nella mia terra natale, la Toscana. La mia casa è una casa contadina, al centro di un piccolo podere sulle colline che guardano il mare, esattamente davanti all’isola d’Elba. Il mare è vicino e il vento porta il suo profumo, che si mischia a quello delle piante della macchia mediterranea che ci circonda, a quello dei cipressi e dei pini marittimi che furono piantati cinquant’anni fa. Un’oasi di pace, che anche nelle ore della calura pomeridiana ci regala il respiro del vento marino e notti fresche di bosco.
C’è sempre tanto da fare: l’orto, il giardino e le piante fiorite richiedono molte cure, ma danno anche tanta soddisfazione. È bello, la mattina, alzarsi presto e passeggiare in mezzo a questa natura un po’ selvaggia, dove capita di imbattersi in caprioli, scoiattoli, tassi, istrici, tartarughe, cinghiali e anche qualche vipera. I miei cani mi seguono felici, ripagati per i lunghi mesi che trascorrono in casa a Milano.
Durante questo periodo leggo meno rispetto all’inverno, e riesco a collegarmi poco perché anche se ho un contratto con un provider per il wifi, qui la copertura è piuttosto traballante, e basta un temporale per rimanere isolati per un giorno o due, o tre, come è successo il fine settimana appena trascorso. Ma confesso che non mi dispiace più di tanto.
Le mie letture di questi due mesi sono state poche, ma mi hanno dato grande soddisfazione. Ho scoperto la penna di Anderson, nei due bellissimi romanzi della Serie del deserto, che mi hanno fatto viaggiare sul tir di Ben Jones sulla strada 117, che taglia il deserto dello Utah. Ho ritrovato due autrici che apprezzo molto: Jesmyn Ward e Miriam Toews. E poi l’incontro con Philippe Claudel e i profumi della sua vita: un libro che ha sollecitato in me molti ricordi, legati a profumi e odori e, soprattutto, a persone che hanno popolato il mio passato.
I due romanzi di Anderson li ho letti voracemente in poco tempo e poi li ho riletti con calma, concentrandomi sugli aspetti della costruzione narrativa e sullo stile.
Ve ne ho parlato in questi post:
James Anderson, Il diner nel deserto. Vol. 1 de La serie del deserto. “Nel deserto abita la luce”
James Anderson, Lullaby Road. Vol. 2 de La serie del deserto
Philippe Claudel, Profumi. Inventario sentimentale degli odori di una vita
Miriam Toews, La mia estate fortunata. “Celebriamo la vita”
Anche in questo caso è stato davvero difficile scegliere il miglior romanzo tra questi; ho riflettuto su molti aspetti, cercando di fare una scelta razionale, ma poi alla fine mi sono affidata al cuore, e ho scelto quello che mi ha più emozionata e coinvolta.
Il diner nel deserto, di James Anderson, NN Editore 2018
Di questo romanzo ho molto apprezzato non solo l’intrigo che sta alla base, ma anche – o forse, soprattutto – la resa dell’ambientazione, il deserto dello Utah che si fa esso stesso protagonista, con i suoi colori, i sentieri che si perdono nella immensa distesa e la luce del tramonto, che come avverte Ben, si apprezza soprattutto volgendo lo sguardo ad est, nella direzione opposta, dove la luce esalta i colori e crea un’atmosfera magica.
Mi sembra di sentire il capriolo
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che bei consigli! domani comprerò Anderson. Anch’io sono una divoratrice appassionata di letteratura americana, ho appena scoperto John Edward Williams, sto leggendo “Stoner”: sono folgorata da tanta bravura e profondità, a volte mi devo fermare, annichilita dalla sua grandezza. Se non lo conosci te lo consiglio assolutamente così come Annie Proulx, Carson Mc Cullers di “il cuore è un cacciatore solitario” e Kathleen Norris di “Dakota”…grazie e buona Toscana (ho un quarto di sangue aretino…)
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Stoner è uno dei miei romanzi preferiti! l’ho letto tre volte… ne ho parlato qui sul blog… lo consiglio sempre a chi mi chiede dei titoli. Gli altri autori che citi non li ho letti, ma visto che abbiamo gusti simili, mi affretto a metterli nella mia (lunga) lista di prossime letture. Buona estate e buone letture!
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Ciao Pina!
I tuoi consigli di lettura sono sempre preziosi.
Ti auguro buone vacanze e ti seguo sui canali social, non voglio perdermi le avventure della banda bassotti in vacanza 🙂
A presto,
Claudia
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Anch’io ti seguo nelle tue escursioni in luoghi pieni di fascino. Buone. Vacanze e buone letture!
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Ho letto proprio in questi giorni Il diner nel deserto. A parte qualche forzatura (il cadavere vecchio di 40 anni nel bagno) mi è piaciuto molto. Come hai notato anche tu, è l’atmosfera che colpisce.
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È vero, ma il genere hard boiled ha un po’ queste “perle” ….
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Be’, ma non direi che questo è un hard boiled…
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diciamo che gli strizza un po’ l’occhio
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condivido la tua scelta, o meglio il forte apprezzamento per il romanzo prescelto (gli altri quattro non li conosco)
ho letto anch’io “il diner nel deserto” (seguendo la tua segnalazione) e ne sono rimasto soddisfatto. ho apprezzato la particolarità dei personaggi e soprattutto la scrittura avvolgente di Anderson che fa dell’ambiente, il deserto, il vero protagonista.
ml
(buona vacanza toscana)
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Mi fa piacere sapere che ti sia piaciuto, almeno non mi sento in colpa…. buone vacanze e buone pedalate!!!
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Grazie per i consigli, come sempre per me sorprendenti. Buone vacanze 🙂
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Anche i tuoi lo sono, sempre! Buone vacanze
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Grazie!
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Non conoscevo Anderson, grazie per la segnalazione. Comunque mi piace tutto quello che letto della NN Editore fin’ora.
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Sì, in effetti soprattutto per la narrativa USA ho trovato anch’io molti bei romanzi nel loro catalogo.
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