Attraverso questo dolce a stuzzicarmi è la cannella, con la sua inebriante musica olfattiva invernale e festiva, stupefacente consentito dalla legge e tale da rendere elegante e raffinata la più francese delle paste, a darle in verità la bellezza di un accento. Anche il comune vino rosso, per poco che lo si lasci a fremere in un pentolino sopra un angolo della stufa dopo avervi unito zucchero, spicchio d’arancia, chiodo di garofano e manciatina di cannella, si trasforma grazie a quest’ultima in un diavolo ammaliatore che brucia le mani intorno al bicchiere in cui si serve, scalda bocca e gola (..) le lingue si mettono a intessere favole e fantasmagorie. Si scozzano i ricordi, quelli della vita, quelli della Storia e quelli dei romanzi, come se fossero carte da gioco. pag 36
Profumi, di Philippe Claudel, Ponte alle Grazie editore 2012, traduzione di Francesco Bruno
Nel nostro bagaglio esperienziale ci sono elementi che scatenano emozioni fortissime. Tra questi, sicuramente ci sono i profumi e gli odori. A volte camminando per strada, o, a casa, frugando tra le cose vecchie, oppure entrando in un negozio, ci arriva sotto al naso un odore che fa scattare una connessione istantanea; anche se non lo sentivamo da tempo, o pensavamo di averlo dimenticato, sepolto nel passato, basta un momento perché il nostro cervello si attivi e ci faccia ripercorrere all’indietro anni, e luoghi, per riportarci esattamente là dove quell’odore è rimasto indissolubilmente impresso nella nostra memoria. Questi stimoli olfattivi sono davvero potenti e ci riconducono ad un luogo, ad un volto, ad un ricordo di un fatto avvenuto in un preciso momento della nostra vita. Il cibo, le piante, gli abiti, così come il fumo della sigaretta, l’aroma del caffè o quello del vino, tutti insieme hanno pian piano costruito un mosaico variegato in qualche angolo della nostra memoria e là è rimasto, assopito ma non perduto, perché, come ogni esperienza vissuta, sono parte di noi.
Philippe Claudel nel suo “Inventario sentimentale degli odori di una vita” ci accompagna nella sua geografia olfattiva, tra i ricordi della sua infanzia e giovinezza, mostrandoci, in ordine alfabetico, tutti quei tasselli che pian piano si sono assommati e che stimolano la memoria, perché a ciascun di essi è associato un momento preciso della sua vita, popolata di persone amate o temute, di miti come il motorino o gli allenamenti di calcio, o i primi approcci con le ragazze, nella palestra della scuola o in una cantina buia.
E allora, in carrozza: si parte! Dalla A alla V, passando per una gamma di sessantatre odori, o profumi, fragranze, olezzi – non sempre piacevoli -, Claudel ci porta nel suo mondo, quello del suo villaggio natale, Sommervillier, nei Vosgi, e ci fa entrare nell’aula scolastica dove l’inchiostro non marchiava solo le dita ma anche la sua coscienza di bambino. Andiamo con lui a fare dei pic nic nei boschi di abetaie, roridi di resina profumata, che appiccica le mani e rimane a lungo presente con il suo profumo persistente. Passiamo attraverso la cucina odorosa di aglio e cannella, ma anche puzzolente di cavoli, eppure così buoni. Cucina da cui era bandito il formaggio preferito del padre, reo di emanare un odore così sgradevole tanto quanto, al contrario, era apprezzabile il gusto.
Odori riconducibili ai giri in campagna per andare a pesca, dove può capitare di trovare un animale morto e percepirne il tanfo; o di passare, all’inizio dell’estate, vicino ad un campo a maggese e venire investiti dal profumo delle ombrellifere.
Grazie agli odori e al rievocarli, Claudel ricostruisce pezzo per pezzo i suoi ricordi e ci fa conoscere un mondo che non è più, un mondo rustico e palpitante, ricordato con una certa malinconia ma anche con la consapevolezza che ogni piccola tessera di quel mosaico è esattamente ciò che ci ha fatto diventare le persone che siamo. Perché senza i ricordi, senza il passato, non saremmo niente.
Questo volumetto intenso è una autobiografia dell’autore, vagliata attraverso i profumi e gli odori, messa insieme per non lasciare andare nulla, per riflettere su se stesso, per sentire vicine le persone che non ci sono più o per essere pronti ad accogliere chi sta per arrivare.
Scritto con vena poetica – la citazione in esergo da Baudelaire lo promette – con leggerezza e amore per i dettagli, per le piccole cose, questo libro è un ottimo compagno per lasciarsi andare ai propri ricordi, per fare un viaggio nel tempo, dell’autore e anche nel proprio, perché ognuno di noi ha un ampio catalogo di profumi custoditi nel cuore che per niente al mondo vorrebbe dimenticare.
La mia anima viaggia seguendo un profumo, come l’anima di altri viaggia seguendo una musica. Charles Baudelaire
Philippe Claudel è nato nel 1962 in Lorena. Nel 2003 ha raggiunto il successo internazionale con il romanzo Le anime grigie (Ponte alle Grazie, 2004), tradotto in trenta paesi e vincitore del premio Renaudot . In Italia, tra gli altri, ricordiamo anche La nipote del signor Lihn (2005); Il rapporto (2008); Profumi (2013). Nel 2008 ha esordito come regista con il film Ti amerò per sempre, seguito nel 2011 da Non ci posso credere, con Neri Marcorè e Stefano Accorsi.
Qui potete leggere l’incipit, tratto dal primo quadro.
Ciao Pina!!! adorabile irresistibile cannella❤la metto ovunque😊
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Anch’io ! Il suo profumo mi scatena tanti ricordi … mi è piaciuta molto l’idea del libro, ho molto pensato ai profumi che mi riportano al passato…
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E ti credo!!!
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Super intrigante (vale sia per il libro che per la tua recensione): mi piacciono molto i “testi sensoriali”. Mi viene spontaneo chiederti di condividere, se vuoi, un ricordo olfattivo. Io, per esempio, non dimenticherò mai l’odore di una certa via di Firenze: in quella strada, oltre a una libreria di reminders, si trovava una sorta di laboratorio dei profumi che spandeva nell’aria una magnifica fragranza agrumata.
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Non vorrei sembrare maniacale e fissata, ma il ricordo che più mi emoziona, e quello dell’odore dei libri nuovi da bambina… era una promessa che mi riempiva di eccitazione e curiosità. Un altro odore che ricordo è quello terroso e boschivo quando mio nonno mi portava a cercare i funghi…
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No, non sembri affatto maniacale: anche io sono una “sniffatrice compulsiva” di libri nuovi ;). Però la mia memoria tende a essere più visiva e uditiva (colpa di un padre melomane forse) che olfattiva.
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Io, invece, sono molto legata ai profumi e agli odori, perché è un aspetto che associo immediatamente ai luoghi e alle situazioni e mi restano impressi. Un altro odore che mi ha accompagnato e che purtroppo non posso più sentire da anni, è quello di mia madre. Sapeva sempre di pulito, di fresco, con una nota di rosa e lavanda. Ancora oggi, quando annuso la lavanda cerco di ricostruire il suo odore, ma rimane solo un ricordo.
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Deve essere interessante. Degli abeti roridi di resina ne so qualcosa… 😉
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Immagino…
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sono molto incuriosito
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Ma che bello, non vedo l’ora di avere questo libro sul mio comodino! Ho lavorato per tanti anni in una profumeria e forse per questo annuso e ricordo dall’odore praticamente… tutto, libri compresi ovviamente 🙂
Ciao, buona estate
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Allora ti piacerebbe di sicuro!!!!
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Pina carissima allora lo hai letto. Sono felicissima. Un libro che merita e che mi ha appassionata fin dalla prima pagina. Si respira un’aria d’altri tempi, un ritorno quasi alle origini . Una vita , questa dell’ autore, che in tanti punti si ricollega alla mia. E’ proprio questo sentire comune che mi ha fatto amare tantissimo il libro . Grazie cara Pina. Un abbraccio. Isabella
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Cara Isabella, il tuo suggerimento mi è stato di stimolo a prendere in mano questo libro, e te ringrazio tanto perché mi è piaciuto tantissimo. Inoltre, mi hai fatto scoprire questo bravissimo autore di cui poi ho letto anche “Le anime grigie”, un romanzo davvero bello. Un abbraccio
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Un libro che ci rimane dentro cara Pina. Grazie a te per la splendida recensione. Un abbraccio. Isabella
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