Nel post precedente vi ho raccontato quali saranno le mie letture per l’estate; oggi, invece, vorrei suggerirvi alcune letture che si adattano al periodo di vacanza. Che le trascorriate al mare, in montagna, in campagna o anche comodamente a casa, c’è sempre il libro giusto per trascorrere piacevolmente il tempo del relax.
Allora vediamo qualche suggerimento, basato sulle mie letture, quindi libri che ho letto e che mi sono piaciuti. Con la speranza che possano incontrare i vostri gusti.
Se la vostra vacanza vi porterà al mare allora vi consiglio:
L’isola del crollo, a dispetto del suo nome che evoca qualcosa di catastrofico, è un romanzo molto piacevole, sorretto da una levità ironica che strappa spesso un sorriso.
Protagoniste del romanzo sono due donne, che parlano in prima persona a capitoli alterni: una struttura che rende vivace e dinamica la narrazione.
Il romanzo è ambientato nella capitale bulgara, Sofia, – in cui vivono le due donne – e nell’Isola di Krk, in Croazia, dove una delle due si reca per trascorrere un lungo periodo di vacanza. L’isola di Krk (Veglia) si trova di fronte alla costa croata all’altezza di Fiume, ed è collegata alla terraferma da un ponte.
Radost e Asja – ciascuna a modo suo – compiono un percorso interiore, mosse dal desiderio di avere il controllo su ciò che accade, dal desiderio di liberarsi dai vincoli del passato che sono diventati opprimenti. Ma devono anche fare i conti con quello che il Destino riserva loro, quel che di imponderabile a cui bisogna arrendersi e che a volte gioca tiri birbanti, esattamente come quando si dice: “ironia della sorte”.
Mentre seguiamo Asja nelle sue vacanze sulla splendida isola croata – tra imprevisti e avventure -, Radost a Sofia, interrogando gli astri, si convince che ad Asja, la sua “sorella stellare” stia per succedere qualcosa di brutto. Sente che dovrebbe avvertirla e le manda una mail, ma non ottenendo risposta, decide di avvicinare Mišo grande affinché la metta in guardia.
Ed ecco che, da questo momento, le loro vite si intrecciano. Naturalmente non vi dirò altro sulla trama per non rovinare la lettura.
Se decidete di trascorrere le vostre vacanze in montagna, vi consiglio i romanzi di Claudio Morandini, che hanno tutti come ambientazione le montagne appunto, ma protagoniste di storie in cui non manca mai un pizzico di mistero. A me sono piaciuti Neve, cane, piede, Le pietre e Gli oscillanti: poiché è il più recente, è proprio quest’ultimo che vi consiglio.
Gli oscillanti, che sembra partire sull’onda del thriller, mantiene fino alla fine una notevole tensione, con momenti di vera suspence; tutto è giocato sugli equivoci, sui misteri, sul lato nascosto della realtà.
La storia è ambientata in una anonima e scoscesa valle montana in cui due paesi, Crottarda e Autelor si trovano uno di fronte all’altro. Essendo la valle stretta e vertiginosamente verticale, il suo orientamento fa sì che Crottarda sia quasi sempre all’ombra, se non al buio, mentre Autelor gode della luce piena del sole per tutto il giorno. L’esposizione a cui i due versanti sono soggetti determina anche il carattere degli abitanti.
Il romanzo prende il la quando arriva nella valle un’etnomusicologa che vuole registrare e studiare i canti dei pastori di Crottarda; canti che aveva sentito da bambina quando in quel borgo ci era stata in vacanza con i genitori, e che sembrano essere un vero e proprio linguaggio ancestrale. Gli abitanti però accolgono i forestieri travestiti in modo da sembrare deformi e rintronati, e poi se la ridono alle loro spalle quando, terrorizzati, i turisti se la danno a gambe levate. Questo comportamento canzonatorio sembra essere una loro caratteristica: simpatica finché rimane uno scherzo innocente, infingarda quando assume dei connotati più misteriosi e borderline. Di più: sembra proprio che oltre a non amare i forestieri abbiano qualcosa da nascondere, qualcosa di cui non si può, anzi, non si deve parlare. Qualcosa di inquietante. E allora iniziano i depistaggi.
A voi lascio la sorpresa di scoprire come finirà…

Se la vostra vacanza sarà itinerante, magari in camper, o comunque spostandosi da una località all’altra, allora vi consiglio un romanzo che si sviluppa attraverso un viaggio pieno di imprevisti. Visto che parliamo di vacanza, il libro dovrebbe essere anche un po’ allegro, ironico. E questo lo è, pur affrontando temi seri, grazie allo stile e alle trovate dell’autrice, riesce a mantenersi lieve.
In viaggio con la zia, di Miriam Toews. Lo stile è quello che caratterizza in generale la prosa della Toews: divertente e drammatico allo stesso tempo, esilarante quando i personaggi tirano fuori le proprie stranezze e trovate folgoranti, doloroso quando gli eventi sono gravi, struggente quando nella mente sfilano i ricordi. Non è facile parlare di questi temi senza cadere nel patetico: Miriam Toews ci riesce molto bene, grazie al suo stile leggero e delicato, ironico e pungente, scevro da falsi moralismi e ben attaccato alla realtà.
In questo romanzo, il viaggio è soprattutto ricerca, tra presente e passato; ma anche il viaggio come prova, come crescita di consapevolezze, come sfida ai propri limiti e voglia di superarli; per la zia e i nipoti è anche un modo per ritrovarsi e scoprire di potere contare gli uni sugli altri; per i ragazzi è la possibilità di avvicinarsi e imparare a rispettare le rispettive personalità.
Viaggio inteso anche come avventura: una traversata che dal Manitoba, Canada, li porta ad attraversare gli Stati Uniti del west, fino alla California, al confine col Messico, tra paesaggi sconfinati e cieli arrabbiati. Un percorso costellato di incontri con personaggi strampalati, benzinai e hippies, poliziotti e sfasciacarrozze; chilometri percorsi facendo tappa in squallidi motel e su campi da basket abbandonati, mangiando dalla borsa frigo riempita nelle stazioni di servizio. Arrivando a destinazione con scoperte sorprendenti.

Se la vostra vacanza vi vedrà rilassati in una località di campagna, magari legata alla vostra storia familiare, allora vi suggerisco questo bel libro, dove memoria, emozioni, ricordi, vita di campagna, si intrecciano e sprigionano il loro fascino attrattivo.
Philippe Claudel nel suo “Profumi. Inventario sentimentale degli odori di una vita” ci accompagna nella sua geografia olfattiva, tra i ricordi della sua infanzia e giovinezza, mostrandoci, in ordine alfabetico, tutti quei tasselli che pian piano si sono assommati e che stimolano la memoria, perché a ciascun di essi è associato un momento preciso della sua vita, popolata di persone amate o temute, di miti come il motorino o gli allenamenti di calcio, o i primi approcci con le ragazze, nella palestra della scuola o in una cantina buia.
Dalla A alla V, passando per una gamma di sessantatré odori, o profumi, fragranze, olezzi – non sempre piacevoli -, Claudel ci porta nel suo mondo, quello del suo villaggio natale, Sommervillier, nei Vosgi.
Andiamo con lui a fare dei pic nic nei boschi di abetaie, roridi di resina profumata, che appiccica le mani e rimane a lungo presente con il suo profumo persistente. Passiamo attraverso la cucina odorosa di aglio e cannella, ma anche puzzolente di cavoli, eppure così buoni. Cucina da cui era bandito il formaggio preferito del padre, reo di emanare un odore così sgradevole tanto quanto, al contrario, era apprezzabile il gusto.
Odori riconducibili ai giri in campagna per andare a pesca, dove può capitare di trovare un animale morto e percepirne il tanfo; o di passare, all’inizio dell’estate, vicino ad un campo a maggese e venire investiti dal profumo delle ombrellifere.

Se il lavoro o le vostre esigenze personali vi faranno trascorrere molto tempo in città, il libro che vi suggerisco è questo.
Città sommersa, di Marta Barone.
Il libro di Marta Barone è, sostanzialmente, tre cose: la storia della nascita di un libro, la storia di un uomo, la storia di una città. Questo come primo livello; livello che però si dirama, come se partissimo dal tronco di un albero per salire verso tutte le sue biforcazioni.
La “Città sommersa” è suo padre, ma anche la Torino in cui lei ha vissuto per anni ignara di quanto sia accaduto, anche a pochi metri da casa sua.

Se volete leggere delle riflessioni profonde sulla pandemia e sulle conseguenze da essa provocate. vi consiglio il diario della quarantena scritto da Paolo Rumiz, Il veliero sul tetto.
Un volume di un centinaio di pagine, ma dal forte peso specifico.
Se avete in mente di fare un viaggio all’estero, allora vi rimando alla sezione “Viaggi e libri“, dove potrete trovare suggerimenti specifici per destinazione.
Buone vacanze!!
Ho finito di leggete la città sommersa e la recensione che ne avevi fatto la condivido tutta. Mi è piaciuto tantissimo , è una ricerca che mi ha preso e profondamente coinvolto e dico a chi passa di qui leggetelo ne vale proprio la pena
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Grazie, il tuo prezioso parere mi conforta.
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Bello bello davvero
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Grazie dei consigli 😊🌸
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Grazie a te 🌷
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Grazie per i consigli!!!
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Ciao Luisa, buona estate !
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🌹 ❣️ 🌹
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Claudio Morandini già letto tutto… 🙂
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E Arno Camenisch?
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Aggiungo “Il ritmo dell’Estate” di Nina Lacour e “Noi due ai confini del mondo” di Morgan Matson.
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Grazie !! Non li ho letti, mi hai incuriosito, ora vado a cercarli…
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Anni fa li ho recensiti entrambi. Grazie a te per la risposta! 🙂
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Allora vengo a leggere….
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Grazie mille! 🙂
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A proposito di libri da portare in vacanza, ieri ho dato un’occhiata alle offerte del mese di agosto su Ibs e indovina cosa ho trovato tra gli ebook? >https://www.ibs.it/offerte-ebook/offerte-del-mese?sortPrice=asc&page=2 Forse vale la pena di segnalarlo ai tuoi lettori e ai colleghi blogger ;).
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Assolutamente sì!!! il prezzo è DAVVERO GOLOSO!!! Lo posto subito, grazie Benny!
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