Esitava pure a dirle che la ragazza da lei descritta, Héloïse, non aveva niente a che fare con lei. Tuttavia non aveva bisogno di leggere quelle righe per sapere che nessuno può dire chi sei con precisione e parole semplici. A chi abbiamo davvero aperto il nostro cuore? Quand’è che abbiamo avuto il coraggio di raccontare i nostri tormenti, lo sconforto, i pensieri cupi, la meraviglia, la solitudine? Le difese che si erano susseguite nel corso del tempo avevano tessuto un lungo mantello che, proteggendoci, rendeva ognuno di noi un essere sconosciuto.
Le evasioni particolari, pag. 396
Le evasioni particolari, di Véronique Olmi, E/O Edizioni 2022, traduzione dal francese di Alberto Bracci Testasecca, pagg. 427
Il romanzo di Véronique Olmi è un affresco di famiglia in un mondo che cambia, e che passa attraverso la lenta evoluzione e le tante rivoluzioni in Francia dopo il Sessantotto, fino all’elezione di Mitterrand nel 1981. Protagonisti sono i Malivieri, una modesta famiglia cattolica di Aix-en-Provence.

Conosciamo Bruno, un maestro elementare oberato dai debiti del padre, e Agnès, una casalinga che sogna discretamente di emanciparsi; sono cattolici convinti, sposati molto giovani, negli anni ’70: a condividere il loro modesto appartamento alla Petite Chartreuse sono le loro tre figlie. Sabine, la maggiore, vorrebbe realizzare il suo sogno di fare l’attrice teatrale a Parigi. Sua sorella, Hélène, trascorre tutte le sue vacanze a Neuilly con lo zio e la zia, agiati borghesi, che le offrono una vita confortevole a differenza di quella dei suoi genitori. L’ultima, Mariette, di salute cagionevole, rimane sempre ad Aix, e sopporta il peso dei pesanti segreti taciuti dalla madre.
Guardava crescere le figlie e invecchiare il marito, nel frattempo le altre uscivano, c’erano moltitudini di donne che avevano una vita al di fuori del tetto coniugale. Ormai c’era perfino una donna ministro, una magistrata molto bella, dal contegno assennato e borghese, che portava avanti il progetto di legge per la depenalizzazione dell’aborto con il governo Chirac.
Le evasioni particolari, pag. 109
Dei cinque membri di questa famiglia che si amano modestamente nonostante il divario che si sta allargando tra ideali e generazioni, è Bruno quello che sarà il più scosso nelle sue convinzioni e nei suoi valori da questo decennio segnato dalla rivoluzione sessuale e dall’ascesa della sinistra. Agnès, grazie anche alla spinta data dall’amicizia con Laurence – una donna libera da pregiudizi e già emancipata dai modelli del passato – non riesce più a sentirsi a suo agio nel ruolo che le è stato ritagliato addosso e inizia a ribellarsi. Decide di trovarsi un lavoro: partecipa al concorso delle poste per diventare postina, e ci riesce.

Ognuna delle tre sorelle cerca di trovare la sua strada durante un decennio segnato dalla rivoluzione dei costumi e dalla libertà sessuale. La questione dell’emancipazione delle donne fa da sfondo a questa saga: l’affare Gabrielle Russier, Gisèle Halimi, Sartre e Simone de Beauvoir, la legge di Simone Veil sull’aborto, sono i loro riferimenti in un decennio che ha radicalmente cambiato il pensiero occidentale e stravolto molti capisaldi, soprattutto morali. Gli anni Settanta furono anche gli anni delle lotte operaie, della nascita dei movimenti ecologisti, delle droghe, del rock: troviamo tutto questo riflesso nelle vite dei membri della famiglia Malivieri.
La causa ecologista e l’impatto degli sconvolgimenti politici in ogni classe sociale, sono filtrati attraverso Hélène che da bambina condivide la sua vita tra Aix e Neuilly-sur-Seine, con i suoi zii borghesi; cresciuta, dirada sempre più i suoi ritorni a casa, riallacciando il rapporto con la sorella Sabine, anche lei ormai stabilmente cittadina di Parigi. Quando le bambine erano piccole, il nucleo familiare era unito e conduceva una vita semplice ma condivisa, che culminava la domenica con la messa e il consueto picnic in campagna. Man mano che le figlie più grandi crescono e si allontanano da casa, la famiglia si sfalda e si nutre delle solitudini individuali dei suoi membri.
Parigi e Aix diventavano due pezzetti di terra alla deriva che trascinavano con sé le figlie e tutto un corteo di silenzi. (..) Vedeva il lento smembramento dell’unione familiare, come se ognuno, facendo un passo di lato, avesse indebolito la fiducia reciproca. Fornivano notizie di sé prudenti e frammentarie che non raccontavano mai cosa effettivamente stessero vivendo, e impercettibilmente si allontanavano dal cuore delle cose.
Le evasioni particolari, pag.143
La determinazione delle figlie a trovare la propria strada è pari alla loro ingenuità, le loro aspettative saranno in parte deluse, non riusciranno davvero a liberarsi dalle costrizioni subite dalla loro madre, lei stessa persa in questo mondo che cambia. Solo i legami familiari sembrano essere preservati nonostante gli ostacoli. Sabine parte per Parigi con tanti sogni in tasca; vuole fare l’attrice teatrale, frequenta corsi, arriva anche a scrivere un monologo che porterà in scena nei cosiddetti “teatri d’appartamento”, ma deve scontrarsi con una realtà più dura di quanto pensasse. Anche sul fronte sentimentale si trova in bilico su una frattura: da un lato vuole rompere con gli schemi dell’amore di coppia che le giungono dal retaggio familiare e sociale; dall’altro ha davanti a sé il nuovo modo di intendere le relazioni, l’amore libero, svincolato da qualsiasi velleità di possesso. In lei si scontrano queste due visioni e l’unico legame che sembra tenere è quello dell’amicizia devota di Paul, che non chiede in cambio nulla.
Anche Hélene si trova in lotta con le dualità della sua esistenza: le due famiglie a cui appartiene, il proprio orientamento sessuale, il sentimento che la lega ad Arthur; solo sulla causa ecologista, sulla difesa della dignità degli animali non ha dubbi, fin da ragazzina. Non a caso sceglierà di studiare biologia e di portare avanti le sue idee rivolgendosi ai giovani.
Mariette, la più piccola, rimane intrappolata in una casa popolata di assenze. Le partenze delle due sorelle maggiori la lasciano orfana di quella sorellanza di cui avrebbe più bisogno, per confrontarsi, per crescere, per risolvere le sue incertezze. Invece rimane a fare da specchio al senso di fallimento del padre, e alle tragedie della madre. E a quattordici anni certi pesi sono davvero ingombranti da sopportare. Eppure, nonostante questa atmosfera opprimente da cui cerca di evadere, riesce a trovare un sollievo nella musica e nei suoi significativi silenzi.
Con il suo modo non giudicante di rivelare l’universo intimo di ogni membro della famiglia Malivieri, la scrittrice rende ciascuno dei protagonisti un essere composito, sensibile, magnificamente e disperatamente umano, avvolto da una ingarbugliata rete di relazioni personali. La loro vita viene raccontata senza indulgere nel melodramma; non risparmia i dettagli dei drammi, delle delusioni e delle umiliazioni, ma mostra come riescono a risollevarsi, a resistere contro la spinta di una realtà spesso dolorosa. C’è, alla fine, sempre un senso di resilienza, una volontà di non cedere e di provare a ripartire; sempre con la consapevolezza di potere contare sul loro legame che, al netto dei contrasti e delle disillusioni, rimane saldo.

Tra le qualità migliori di questa saga familiare ricca di dettagli sociali e storici c’è sicuramente quella di essere riuscita a registrare sottilmente l’inesorabile scorrere del tempo nell’intimità dei Malivieri senza mai tradire la natura profonda di ogni personaggio, sia i genitori che le loro figlie. Sarà facile per molte persone riconoscere una parte di sé e della propria storia personale nel racconto e negli eventi che hanno accompagnato la vita.

Véronique Olmi è nata a Nizza nel 1962, vive a Parigi. Ha vinto numerosi premi per la sua attività di commediografa e drammaturga. Con Bord de mer ha vinto nel 2002 il Prix Alain-Fournier come artista emergente mentre il suo terzo romanzo, Bakhita, ha riscosso un notevole successo sia in Francia che all’estero. È tradotta in molti Paesi.
Non so perchè non mi prende il like
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Non so.. Comunque grazie per essere passata di qui 🤗
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Nella foto una bella accoppiata che poi entrambe dipanano a strati e a voci in maniera incorporea.
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Mi sembrava richiamasse gli anni Settanta
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Va sempre bene guardare le foto: sono fonte di partenze e arrivi di immaginazione narrativa. E tu in questo sei ben edotta.👏👏👏😊
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😊
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Non conoscevo questa saga famigliare ma non mi ci è voluto molto per capire che potrebbe davvero fare al caso mio. Le tematiche trattate sono tantissime e tutte mi attirano. Grazie per averne parlato in modo così dettagliato❤️
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È una lettura piacevole. Io ricordo molto di quel periodo, anche se ero piccola, quindi mi sono immersa nelle vicende familiari con molta curiosità.
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