Il mestiere di leggere. Blog di Pina Bertoli

Letture, riflessioni sull'arte, sulla musica.

Arrivò il tempo di staccare le teste

INCIPIT

Ti vedo nel nostro giardino, ferma accanto al cespuglio di lamponi. Fa caldo e non tira vento. Vicino al tuo piede sinistro c’è un cestino di vimini. Con una mossa svogliata della mano scacci una vespa che torna più volte, finché rinuncia e si dirige verso i filari di ribes nero. Stacchi delicatamente i frutti più maturi. Quelli purpurei, tanto grossi e belli da apparire lucenti. I tuoi gesti sono pigri, del resto non hai mai amato la fretta. Sono seduto sul davanzale della finestra e guardo. Adoro osservarti. Ti controlli le mani. Prima il dorso, poi il palmo. Sei euforica perché hai avuto di nuovo la meglio sul cespuglio che anche questa volta non ha lasciato sulla tua pelle una sola spina, non un singolo graffio. Ti sdrai sulla schiena e scruti il cielo. Con la mano destra strappi un filo d’erba e lo porti alle labbra. Aspetti. Sai che arriverò. Prima o poi scenderò dal davanzale, chiuderò la finestra, attraverserò la cucina, poi il disimpegno, aprirò la porta e mi troverò nella piccola veranda d’ingresso. Indugerò qualche istante sui gradini e poi m’incamminerò verso di te. Avrò sulla destra il vecchio pioppo ricoperto d’edera, sulla sinistra il noce che ogni due anni muore e ogni due rinasce. A quel punto mi basterà superare alcuni susini e amareni per trovarmi accanto a te e avvertire l’odore dei lamponi e quello del muretto su cui si è accomodata la vite americana. Un altro istante e ti tirerai su a sedere. Incrocerai le gambe. Infilerai la mano nel cestino e prenderai un lampone. Soltanto uno. Dirai, chiudi gli occhi e apri la bocca. Sentirò una dolcezza indescrivibile. Ripeteremo più volte la stessa scena.

Hubert Klimko-Dobrzaniecki

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