INCIPIT
Ecco, prendi le matite, disegna una casetta, più in basso un ruscello, una fontana, ma il sole no, perché la casa è all’ombra! Sullo sfondo la montagna, come una pietra verticale. Davanti alla casa una donna in piedi, la donna stende il bucato sul filo, il filo non è ben teso, è legato tra due ciliegi, uno si trova a destra della veranda vicino alla porta, l’altro a sinistra. La donna sta appendendo proprio adesso una tutina e una giacchetta, perciò ha dei figli. Fa spesso il bucato, le cose dei bambini, le cose del marito, le sue, ha una camicetta bianca particolarmente bella. Le piace avere una famiglia pulita come quelle di città. Ha tante cose bianche, perché mettono in risalto i suoi capelli scuri, i suoi occhi scuri, e i capelli e gli occhi scuri del marito. Gli altri, giù in paese, non si vestono quasi mai di bianco, alcuni neanche di domenica. Ha un viso serio ,occhi profondi. Gli occhi disegnali con la matita a carboncino! I capelli sono tiratissimi sulla testa, neri, in parte marroni, perché al carboncino gli si è rotta la punta. Le matite buone non luccicano, e oltretutto costano.
La realtà si insinua nel disegno, fredda e spietata, persino il sapone scarseggia. La famiglia è povera, due mucche di numero, una capra. Cinque figli. Il marito, che ha i capelli neri come la moglie, lucenti al pari della vernice, è un bell’uomo, due volte più bello degli altri. Ha il viso magro, ma senza gioia, sembrerebbe. La moglie, poco più che trentenne, sa di piacere agli uomini, non ne conosce neanche uno di cui non ne abbia la certezza. Il marito, quando la tira a sé, sente il suo seno e la sua pancia, ha detto proprio così una volta, gli si offusca la vista e si abbandona sul letto per la stanchezza. Lei si spoglia in fretta, si sdraia lì a fianco e sa che lui dorme solo per finta, che di certo non vuole negarsi. Per questo rimane con la canottiera leggera. Perché non sia subito tutto palese. Dalla finestra aperta guarda il cielo notturno. Non spunta nemmeno la luna dietro la montagna. A volte fa un’apparizione fugace, e allora lei riesce a scorgerne il chiarore al di sopra del crinale. Ecco un figlio che strilla, sa benissimo quale, poi un altro che piange, sa benissimo quale. Ma non riesce ad alzarsi, non è stanca, pensa: “Sono pigra e basta. A che età arriverò” si chiede.
La bambina, due anni, è in piedi davanti al letto, nel cuore della notte. É Margarethe. Grete. Trema. «Mamma» bisbiglia.
Anche la mamma bisbiglia: «Vieni!»
La piccola striscia verso di lei sotto la coperta. Il padre non deve accorgersene. La bambina non si mette tra i genitori, ma all’esterno. Bisogna tenerla perché non cada giù, sul pavimento, il letto infatti è alto.
Monika Helfer