INCIPIT
Portò la vecchia cavalla fuori dal recinto, al cancello che dava sul campo. La notte aveva brinato, lasciavano dietro di sé le loro orme. Legò la corda alla traversa centrale della staccionata e tornò al fienile per la coperta e la sella. Le orme assomigliavano a macchie d’inchiostro sulla brina che si scioglieva, e per un attimo cercò di immaginare le scene che celavano. Non era un gran sognatore ma ogni tanto gli piaceva intrattenersi in quel gioco. Si vedevano però solo l’erba molle e il fango del campo., così scosse la testa a quella assurdità, percorse il recinto e imboccò a grandi passi l’ingresso oscuro del fienile, lasciato aperto. Il vecchio, che stava mungendo la vacca, nel sentirlo girò la testa e fece zampillare uno schizzo di latte da un capezzolo.
«Fai colazione» disse.
«Già mangiato» rispose il ragazzo.
«Direttamente dalla tetta è meglio.»
«Ci sono tette migliori.»
Il vecchio ridacchiò e tronò a mungere. Il ragazzo rimase a guardare e quando il vecchio cominciò a fischiettare capì che non c’era altro da dire, così si diresse nella selleria. Si sentiva l’odore del cuoio, degli unguenti, l’aria secca e polverosa del foraggio e un leggero tanfo di muffa e letame. Inspirò a fondo, poi sollevò la sella dalla rastrelliera, se la mise in spalla e prese la coperta dal gancio accanto alla porta. Girò nel corridoio e il vecchio era lì con in mano il secchio del latte.
Richard Wagamese